Wanted nel senso di ricercato, come nei film western. Ma anche in quello di desiderato, bramato come solo certi oggetti possono essere. Si chiama proprio Chanel Wanted la nuova collezione di orologi inventata da Arnaud Chastaingt. Una capsule collection che reinterpreta le famiglie di esemplari già in catalogo con il logo come protagonista.
Il messaggio del logo
L’ispirazione, è chiaro, proviene dalla “logomania”, tendenza che si è affermata con i rapper degli anni Ottanta a definire l’estetica street-style; quindi, nel decennio successivo, diffusa soprattutto nei look dei marchi del lusso. Negli anni Novanta e nei primi Duemila il logo diventa non solo una dichiarazione di stile ma anche di potere (quasi un “vesto dunque sono”). E da allora rimane come presenza ricorrente nella moda, un po’ come “un classico”, per poi tornare in auge negli ultimi anni con un nuovo significato.
Non più ostentazione di chissà che, ma segno che rivela l’appartenenza a un gruppo, a una fashion community. Simbolo di uno stile di vita che infonde sicurezza, specie tra i giovani, perché trasmette l’idea di adesione a un brand (ri)conosciuto, alla sua storia e al patrimonio di valori portati avanti nel tempo. Non un fenomeno nuovo, neppure nell’industria delle lancette: ne parlavamo qui, qualche anno fa. In orologeria il logo diventa un segno grafico ben visibile, diretta espressione di creatività e inventiva.
Proprio come nella nuova collezione Chanel Wanted. Che rielabora lo storico lettering, nell’ancora attualissimo restyling fatto da Jacques Helleu nel 1974 – dopo che quelle sei letterine magiche erano rimaste a lungo immutate. Ai nostri giorni diventate esse stesse un “cult” – un idolo, un feticcio – in grado di dare un valore aggiunto a qualsiasi oggetto. Di scatenare la bramosia delle fan di Chanel – e sono tante! –, capaci di qualunque cosa pur di mettere le mani su qualcosa di firmato dalla Casa della doppia C. Soprattutto se esclusivo.
Un episodio di quotidiana follia
E non da oggi. Vi faccio un esempio. Sfilata Chanel Autunno-Inverno 2014/15. Karl Lagerfeld trasforma il Grand Palais di Parigi in un supermarket, lo Chanel Shopping Center. Le corsie, gli scaffali, i carrelli sono stipati di prodotti d’uso quotidiano ma griffatissimi, “ricodificati in Chanelspeak” (per citare Tim Blanks di Vogue America). Tra la merce esposta, si trovano il Little Black Tea, le uova Le Noeuf de Chanel, i cereali Coco Flakes; le sac poubelle (il sacchetto della spazzatura) che diventa le sac plus belle, i cotton fioc neri etichettati come bâtonnets élégants; e ancora le latte di vernice Gris Jersey e perfino una motosega con la tipica catena Chanel. Tutto con il logo impresso in bella vista.
Il pubblico, numeroso come al solito in quell’epoca, non pensa al significato della scenografia, negli intenti di Lagerfeld celebrazione e insieme satira del consumismo. Divertito ed estasiato allo stesso tempo, al termine dello show si lancia precipitosamente sui prodotti e cerca di accaparrarsene il più possibile, senza ritegno, per poi tentare di varcare l’uscita.
Mi ha sempre fatto sorridere l’immagine delle chic-chissime signore vestite Chanel da capo a piedi, assatanate come “un’orda di locuste” (è sempre Tim Blanks a definirle così). Letteralmente impazzite, incuranti dell’educazione e del decoro, davvero pronte tutto pur di conquistarsi un ambito trofeo. Che poi cercano di sfuggire al personale di sicurezza piantonato davanti alle porte, e di passare inosservate con lo zerbino “Mademoiselle Privé” sotto il braccio…
Chanel Wanted, non solo per fashion addicted
Chiamatele come volete: Coco Girls, Chanel maniacs, Chanel addicted… Le fan della Casa sono una categoria di persone (non solo donne) di ogni età e nazionalità. E saranno proprio loro (anche se, ne sono certa, non le uniche) le prime ad apprezzare gli esemplari della linea Chanel Wanted. Irresistibilmente attratte – come api dal miele – dal lettering del logo, fulcro del processo creativo operato dal Watch Creation Studio di Chanel.
Come scrivevo prima, infatti, Monsieur Chastaingt e compagni si sono dilettati a inserire l’inconfondibile scritta “Chanel” all’interno delle quattro collezioni di orologi più celebri della Maison: il J12, il Première, il Boy٠Friend e il Code Coco. Ciascuno in modo diverso, con il ricorso a particolari savoir-faire per rendere ogni modello unico, e ciascuno in edizione limitata, a sottolinearne l’esclusività.
Ecco quindi il J12 Wanted de Chanel 38 mm in ceramica nera lucida con il logo a contrasto stampigliato al centro del quadrante; in contraltare, la versione da 33 mm in ceramica bianca con il marchio ossessivamente ripetuto in caratteri metallizzati. Mentre il Première presenta le lettere cubitali appese alla catena a mo’ di charms, il Boy٠Friend e il Code Coco sono decorati dal lettering applicato sul cinturino o sul bracciale.
Per le caratteristiche tecniche, i dettagli costruttivi e i prezzi vi rimando alle didascalie. Qui concludo con un’ultima info. La collezione è completata dal coffret J12 Highly Wanted de Chanel, composto da sei modelli di Alta Orologeria in ceramica nera opaca, con il nome che risalta sul quadrante in smalto nero brillante. Acquistabili anche separatamente, ma ciascuno riprodotto solo in 5 esemplari. Ancora più esclusivi, e quindi più ambiti. Wanted, appunto.