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Orologi “astrali”. I microbrand portano la magia del cielo al polso

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Agosto non è solo sinonimo di mare e vacanze. Dopo la Superluna dello scorso luglio, ora si attende lo sciame delle Perseidi (o le lacrime di San Lorenzo, secondo il folclore). Chi ama ammirare il cielo notturno è infatti già con il naso all’insù, per scovare le stelle cadenti ed esprimere, come tradizione vuole, un desiderio. Del resto, fin dall’alba dei tempi, gli astri esercitano su tutti una grande seduzione. La loro luce vibrante nel buio è da sempre un soggetto poetico molto amato. E il loro mistero non poteva non ammaliare anche alcuni microbrand italiani. Che hanno così deciso di realizzare orologi “astrali”, dedicati appunto ai fenomeni celesti.

No, non si tratta di complicazioni. Niente a che vedere con gli esemplari astronomici ricchi di informazioni più o meno complesse – dalle fasi di luna al tempo siderale… Quella degli orologi “astrali” è una definizione di comodo, inventata in questa occasione per indicare la tendenza del “tema celeste” seguita da particolari modelli. Esemplari dal fascino speciale che conquisteranno chi, pur mantenendo i piedi per terra, ama tener gli occhi fissi al cielo a rimirar le stelle.

Elmà

Marchio di design, è creato nel 2020 dall’industrial designer torinese Andrea Di Ciancia, che con quel nome intende celebrare l’affetto per la propria madre. Al contrario di molti altri microbrand, Di Ciancia – classe 1994 – crea la collezione d’esordio senza l’ausilio di alcuna raccolta fondi in Rete. Si lascia ispirare dal prezioso trascorrere del tempo. E chiama Sole e Luna il primo esemplare: un chiaro tributo agli astri che scandiscono inesorabilmente l’avvicendarsi del giorno e della notte.

Essenziale e minimalista nel design, l’orologio riporta sul quadrante l’indicazione dell’ora con l’immagine del sole, e quella dei minuti con la luna. Non per mezzo delle consuete lancette, si badi bene, ma mediante due dischi rotanti, stampati con tecnologia 4k per una nitida riproduzione. Realizzato per ora in una serie limitata di 300 pezzi, il Sole e Luna conoscerà presto nuovi sviluppi. A Watches of Italy, il salone dell’orologeria italiana che si terrà a Tortona in ottobre, sarà esposto con bracciale mesh in acciaio 316L. E probabilmente anche in altre varianti cromatiche: come il verde profondo, a evocare la magia dell’aurora boreale – altro suggestivo fenomeno celeste che a sua volta rinvia agli orologi “astrali”. Anche se il prossimo obiettivo di Andrea Di Ciancia è quello di realizzare una collezione dedicata alla Terra. Un modo per “chiudere il cerchio” avviato con la collezione Sole e Luna riferita al cielo.

Gravithin

Il marchio nasce in Italia nel 2017 da un’idea di Cesare Zuccaro, graphic designer pugliese appassionato del mondo delle lancette. Il nome Gravithin è il risultato della fusione di due parole: gravithy (gravità terrestre) e thin (sottile). Le creazioni Gravithin presentano rimandi astratti a costellazioni, antiche imbarcazioni e strumenti nautici del passato. Una delle proposte più interessanti del marchio è Argo, che alla sua prima campagna Kickstarter ha riscosso un’ottima risposta, triplicando il tetto di offerta e conquistando anche il Giappone. Insignito nel 2020 del Golden A’ Design Award e, l’anno dopo, dell’IF Design Award, è ispirato agli antichi sestanti utilizzati per la navigazione celeste. Perché, sostiene Zuccaro, «l’amore per la scoperta e l’avventura dovrebbe accompagnare l’uomo moderno anche nel quotidiano».

Quest’anno su Kickstarter Gravithin ha invece presentato una nuova collezione di automatici, ArgoMatic. Che nei primi 19 giorni ha raccolto 45mila euro, con adesioni anche dagli Stati Uniti. Per questo nuovo modello, che rielabora gli stilemi del primo orologio, Zuccaro ha preso spunto dalla leggendaria nave della mitologia greca con cui Giasone e gli Argonauti partirono alla conquista del vello d’oro. I due lati della cassa sono quindi rastremati a imitare la forma dello scafo. Ciò che più sorprende però è osservare l’orologio al buio: perché i dettagli in Super-LumiNova illuminano il quadrante come fosse un cielo stellato. Per saperne di più, vi rimandiamo – in questo caso come negli altri – al sito ufficiale della marca.

Ekwatch

29 maggio 1919. L’eclissi di Sole – uno dei fenomeni più sorprendenti che il cielo diurno ci possa regalare – fornì la prima prova sperimentale della Relatività generale, la teoria fisica della gravitazione sviluppata da Einstein. Cento anni dopo nasce Ekwatch, ispirato all’eclissi già nel nome (in greco ek) e il cui logo non a caso è composto da una “E” e una “K” sovrapposte. Fondatore del marchio è il siciliano Gabriele Aprile, orologiaio con un negozio di famiglia a Modica (RG). Per lui Ekwatch, partito come progetto Kickstarter, è l’occasione per fare ricerca, la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo che può elevare la conoscenza.

Grazie all’esperienza e al know-how in orologeria, maturati nei decenni dalla famiglia Aprile, la produzione è ingegnerizzata in Italia. Ogni singolo orologio viene assemblato e controllato “in casa”, mentre i componenti provengono da Italia, Svizzera e Asia. E poiché gli Aprile realizzano in proprio casse semilavorate, l’intero processo produttivo risulta notevolmente accelerato. Ekwatch vende i propri orologi sia sull’e-commerce ufficiale, sia presso una rete di rivenditori nel Sud Italia.

Il primo orologio, l’EK-1919, ha un design minimale caratterizzato da un dettaglio unico. Il quadrante è decorato da un cerchio luminescente, a rappresentare la corona di fuoco che si forma nel momento clou di un’eclissi, quando il buio riempie il cielo e la circonferenza del Sole rimane l’unico elemento di luce. Finora l’orologio ha conosciuto diverse versioni: con cinturino in pelle, con bracciale in acciaio, o con cassa di formato più piccolo (33 mm al posto di 39).

Il prossimo esemplare aderirà sempre all’idea degli orologi “astrali” ma mostrerà linee totalmente diverse dal precedente. Anch’esso atteso a Watches of Italy, renderà omaggio a un’altra eclissi di luna: quella del 1° marzo 1504, visibile in America e nota anche come “eclissi di Colombo”. All’epoca infatti il grande navigatore si trovava in Giamaica, dove “predisse” l’evento ai nativi locali per impressionarli e far sì che continuassero a fornire cibo al suo equipaggio affamato. Per tornare all’orologio, sarà un subacqueo, impermeabile fino a 200 metri e con movimento automatico. Sul fondello inciso riporterà la quarta (e ultima) rotta di Colombo nella scoperta del Nuovo Continente.

Sante Castignani

Cultore delle arti figurative, della musica e della letteratura, Sante Castignani è un fotografo professionista umbro. Il decennale amore per l’orologeria lo porta, nel 2016, a dar vita al suo primo esemplare con mezzi totalmente artigianali. Potremmo definire il suo marchio un garage-born brand: le sue creazioni sono realizzate (spesso su commissione) in un laboratorio di 20 metri quadri. E conservano l’impronta del più puro artigianato: a partire dall’approccio concettuale, che cerca soluzioni alle sfide tecniche non nelle macchine ma nell’ingegno e nella manualità. I suoi orologi sono tutti pezzi unici, frutto di una “sinestesia artistica”, in cui convergono suggestioni apparentemente lontane. Grazie a lui, vecchi movimenti (anche di pregio) ritrovati nei mercatini riprendono vita in casse prodotte su misura, dal design originale e coraggioso, quasi sempre “di forma”.

Per ogni pezzo Sante Castignani s’ispira a un tema diverso: luoghi, architetture, personaggi celebri di ieri e di oggi… Fra i tanti, il modello Sol è riconducibile agli orologi “astrali” – sebbene in realtà prenda ispirazione dagli antichi esemplari da torre con un’unica lancetta, talvolta decorata con l’effige del Sole. La cassa in acciaio priva di anse rimanda alla purezza della volta celeste; il quadrante è in bachelite nera con gli indici in argento, come la lancetta scolpita a mano. L’idea, che rimanda agli esordi dell’orologeria meccanica, ma anche a gnomoni e meridiane, restituisce una dimensione più dilatata e “rilassata” del tempo.

Tutti i lavori di Sante Castignani sono venduti con contatti diretti o con il passaparola, favoriti anche dai canali social. La dice lunga il fatto che il 50 per cento della produzione sia realizzata su specifica richiesta del cliente. La sua libertà espressiva sarà dimostrata anche al prossimo Watches of Italy, dove l’artista dovrebbe portare un’attuale reinterpretazione di un pezzo proveniente dal passato. Lo “svegliarino” che appare alle spalle del Santo nel dipinto di Botticelli Sant’Agostino nello studio, custodito nella chiesa di Ognissanti a Firenze e datato 1480 circa.