Attualità

Gli orologi di Elisabetta II, la passione di una vita

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Diciamolo subito. Chi pensa di trovare in questo articolo l’ennesimo elenco degli orologi di Elisabetta II, potrebbe restare deluso. Perché no, qui non vogliamo ripetere quanto hanno già fatto tanti altri la scorsa estate. Quando, in occasione del Giubileo di platino, blog e forum di orologeria (e non solo) hanno trattato l’argomento con dovizia di particolari. Anche se con poca originalità, a dire il vero, visto che hanno scritto tutti più o meno la stessa cosa. Riguardo al 101 di Jaeger-LeCoultre indossato il giorno dell’incoronazione, l’Ellipse d’Or di Patek Philippe dei ritratti ufficiali, un altro Patek probabilmente custom-made, e poi l’Omega Ladymatic, un Baume & Mercier – o forse era un Audemars Piguet? – e bla bla bla bla…

Noi preferiamo invece ricordare la passione per gli orologi di Elisabetta II attraverso una carrellata di scatti, anche informali, che ne ripercorrono i 70 anni di Regno. E poco importa se alcune foto (tutte tratte da Instagram, dall’account ufficiale @theroyalfamily e dal profilo @windsor.royal.family) appaiono vecchie e sgranate, soprattutto quelle in bianco e nero. Testimoniano comunque il suo interesse per le lancette, come tante grandi donne prima di lei. Tipo la sua ava omonima, quell’Elisabetta I che nel Cinquecento – si dice – ne possedesse una ricca collezione come simbolo di potere, ricchezza e conoscenza. Secondo un giornale di gossip, in vena di fare un inventario dei beni della sovrana, la raccolta di Elisabetta II ne contava invece 14. Ma in realtà il numero non è importante. Dalla gallery qui sopra emerge infatti il suo gusto per gli esemplari femminili, rigorosamente in metalli nobili e di dimensioni contenute, comme il faut a una signora del suo rango e della sua generazione.

Nascosti dagli immancabili guanti nelle occasioni formali, più visibili nelle situazioni “private” (per quanto possibile in una vita regolata dal protocollo e sempre sotto i riflettori), gli orologi di Elisabetta II si ritrovano negli innumerevoli clic che hanno immortalato la sua lunga vita. Vi invitiamo dunque a riconoscerli in questa sequenza fotografica, un po’ come in un gioco per condividere le sue preferenze. E, se riuscite a individuare quelli non ancora schedati dai blogger di cui sopra, fatecelo sapere… È il nostro modo per rendere omaggio a Sua Maestà, passata a miglior vita. E celebrare così una delle sue piccole manie, alcune fra l’altro ben ritratte con ironia nello Swatch How Majestic. Oggetti da cui non si separava mai, a tal punto da comporre la sua stessa immagine, quella che l’ha resa un’icona pop, protagonista (nel bene e nel male) dell’arte del Novecento.

Del resto, si sa, di queste piccole manie la Regina ne aveva parecchie. Amava i giri di perle e le spille (preziosissime), da appuntare a sinistra, appena sotto la clavicola. I foulard di seta dalle fantasie vistose, annodati sotto il mento, e i cappelli con i fiori, forse per proteggere dall’umidità la regale chioma bien coiffée. E le borsette Launer, rigorosamente a mano, il cui misterioso contenuto ha fatto a lungo discutere i Royal Watchers (i giornalisti dei tabloid inglesi). O ancora i tailleur e i soprabiti color pastello (talvolta anche fluo), che servivano a detta di molti a farla spiccare tra la folla – lei, importantissima personalità ma dalla figurina piccola e minuta. Proverbiale poi il suo amore per i Corgi e per i purosangue, probabilmente trasmesso con il Dna al primogenito, oggi re Carlo III (convinto ambientalista di lunga data).

Piccole manie che rendono la Regina più simpatica, in un certo senso meno irraggiungibile e più umana. Proprio come la sua passione per gli orologi, che ce la fa sentire più vicina, più simile a noi, semplici commoners ma ugualmente appassionati di micromeccanica. Ringraziamo quindi Her Majesty per aver espletato il proprio servizio verso la Gran Bretagna, il Commonwealth e il mondo intero con precisione e puntualità. Forse anche grazie agli orologini che portava al polso. Come dice l’orsetto Paddington su Twitter: Thank you Ma’am, for everything.