Attualità

Première Original Edition. Chanel torna alle origini, 35 anni dopo

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Il Première compie 35 anni. E Chanel lo festeggia con una riedizione filologicamente corretta, il Première Original Edition, che ne ribadisce la completa attualità. Perché appunto è identica all’originale, anche se con qualche (minimo) ritocco estetico e aggiornamento tecnico – peraltro impercettibili a prima vista. E rivela quanto quell’esemplare fosse ben riuscito, non solo dal punto di vista formale, ma anche dei contenuti, dei messaggi e dei valori. Perché solo i capolavori dell’orologeria riescono a sopravvivere immutati al trascorrere del tempo. Nascono e rimangono letteralmente intramontabili.

Il Première

Il merito va al Direttore artistico dell’epoca, Jacques Helleu, l’uomo che per quasi cinquant’anni si è occupato dell’immagine di Chanel, e più tardi ha disegnato anche il J12. È stato lui a creare il Première, l’esemplare che ha segnato il debutto della Casa in orologeria. Consapevole dell’impegno, progetta qualcosa di totalmente nuovo, ma allo stesso tempo in grado di rappresentare l’universo Chanel. La perfetta sintesi – da polso – dell’eleganza e della femminilità firmate dalla Doppia C. Concentra quindi nel design dell’orologio una serie di rimandi al passato della Maison e di riferimenti alla fondatrice, Mademoiselle Coco. Quasi come dei segnali codificati, che passano inosservati agli occhi di chi non è appassionato di moda, ma risaltano in modo palese alle tante fan di Chanel.

A partire da quell’insolita forma ottagonale, dichiaratamente ispirata al tappo dello Chanel N° 5, il celeberrimo profumo indossato anche da Marilyn Monroe. A sua volta derivato dal perimetro di place Vendôme, la grande piazza nel cuore di Parigi che Mademoiselle guardava tutte le sere dalle finestre della propria suite all’Hôtel Ritz. Un luogo del cuore per la grande couturière, immortalata anche come sfondo di un famoso ritratto scattatole da Roger Schall nel 1937. Ieri come oggi sede dell’Haute Joaillerie (e dell’Haute Horlogerie) parigina, con le numerose vetrine affacciate sulla colonna coclide, a ricordare anche che si tratta di un orologio-gioiello.

Per passare ai colori: nero e oro, fra i prediletti da Mademoiselle. Basti pensare da un lato alla petite robe noire da lei inventata, dall’altro alla sua passione per i mosaici veneziani e per l’arte barocca. Un accostamento cromatico di forte impatto: tuttora ricorrente, tra l’altro, nella moda come nella gioielleria della Casa. E ancora, il bracciale dell’orologio: una sottile catena gourmette intrecciata con un nastro di nappa nera. Del tutto simile a quella che si trova nella tracolla della 2.55, la borsa matelassé lanciata nel febbraio 1955, un must have per generazioni di donne. Del resto, lo stesso Jacques Helleu lo aveva dichiarato apertamente nel 1987: per il Première «ho rivisitato i nostri classici».

In nome omen

E infine, il nome. Première, che significa “la prima” (perché in francese la parola “montre”, orologio, è femminile), sta a indicare proprio l’esordio della Maison in orologeria. Ma per chi conosce il mondo dell’Alta Moda, rappresenta anche una figura chiave negli atelier di produzione, la responsabile della sartoria: la prima fra le sarte, capace di tradurre in pratica il bozzetto di uno stilista e trasformarlo in un capo su misura. E ancora il significato proprio dell’aggettivo “primo”, con l’accezione di “supremo, superiore, eccellente”. Perché Jacques Helleu conosceva bene il panorama orologiero di quel periodo, nel quale il Première spiccava per originalità.

Così, mentre alle signore si riservavano in genere versioni rimpicciolite degli esemplari maschili (al limite impreziosite da qualche diamante), Chanel creava un modello esclusivo, a loro dedicato espressamente. Il primo capace di ridare dignità e lustro all’orologeria femminile. E il pubblico, ovviamente, lo apprezza. Ne coglie la portata innovativa così come l’essenza simbolica. In breve il Première diventa l’oggetto del desiderio di tante, se non di tutte, ambito sia dalle fashion addicted griffate da capo a piedi, sia dalle donne in carriera che vestono in tailleur maschile e raccolgono i capelli in uno chignon. Perché il Première è uno status symbol, un irrinunciabile segno di stile. Un accessorio che la dice lunga su chi lo indossa.

Certo, al suo successo contribuiscono anche le campagne pubblicitarie e i giornali femminili del tempo. Lanciato dalle top model del passato – come le “muse” di Karl Lagerfeld: Inès de la Fressange prima e Claudia Schiffer poi -, è protagonista di innumerevoli servizi di moda e fotografato dai maestri dell’obiettivo. La sua fama prosegue anche nel Nuovo Millennio, quando conosce diverse trasformazioni che ne cambiano il look ma non l’essenza (qui trovate qualche esempio recente). Tant’è che il Première non va mai fuori catalogo: assume volti diversi – anche in tiratura limitata o in versione alta gioielleria – ma non esce mai di produzione.

Première Original Edition: analogie e peculiarità

Fino a quest’ultima versione, che è un ritorno alle origini, alla semplicità del design e all’estetica d’antan. Il Première Original Edition di oggi infatti riprende l’essenzialità e il rigore del primo esemplare. Stessa cassa ottagonale in acciaio color oro, stesse dimensioni lady size, stesso quadrante laccato nero protetto da un vetro zaffiro sagomato. E come allora, l’orologio è animato da un movimento al quarzo Swiss made. Perfino il packaging è identico al passato: una chic-chissima scatola bianca profilata di nero, anch’essa ispirata a quella dello Chanel N° 5.

Solo un confronto diretto con un Première d’epoca, effettuato da un occhio esperto, permetterebbe invece di cogliere le piccole differenze messe a punto da Arnaud Chastaingt – Direttore dello Studio de Création Horlogerie di Chanel. Lievi modifiche che lo aggiornano dal punto di vista tecnico ed estetico.

La doratura della cassa, per esempio. Oggi non più semplicemente placcata, ma rivestita da un più duraturo trattamento Pvd, più resistente ai graffi e alle scalfitture. Oppure lo spessore: aumentato di circa mezzo millimetro, probabilmente a causa di un nuovo movimento al quarzo. O ancora la corona, sempre con il cabochon in onice, ma un po’ più piatta di prima. Ritoccate anche le lancette a bastone, assottigliate e allungate, per risultare più visibili. Così come il carattere tipografico e la posizione della scritta “Swiss”. Leggermente diverso è anche il bracciale, ora più solido e sicuro. La catena è anch’essa realizzata in acciaio Pvd oro, mentre in passato era in maillechort, e ha una diversa chiusura ad ardiglione (prima fatta a T, mentre adesso è più spessa e dalla forma a C).

Quisquilie, comunque. Il Première Original Edition rimane uguale a se stesso. E come allora appare al polso delle ambasciatrici della Maison: l’attrice britannica Lucy Boyton, e soprattutto (notizia data qui in anteprima) la modella e artista coreana/americana Soo Joo Park, che incarna il volto moderno dell’allure Chanel. Non solo. Come 35 anni fa, l’orologio ha anche trovato una nuova casa. Se nel 1987, al momento del lancio, Chanel apriva due boutique dedicate – la prima proprio a Parigi, in avenue Montaigne, la seconda a Ginevra, in rue du Rhône -, ora ha rinnovato quella (altrettanto storica) di place Vendôme. Inaugurata nel 1990, nell’ultimo anno era rimasta chiusa proprio per il restauro, curato dall’archistar americano Peter Marino. Di recente, l’hôtel particulier al civico 18 ha appunto riaperto le porte, completamente ripensato nei suoi tre piani. Con gli interni dominati dal nero e dall’oro, uno scrigno perfetto per il Première Original Edition.