Attualità

Labeg Art: l’elogio (e l’ironia) dell’imperfezione

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Arte e orologeria sono due mondi da sempre connessi. Anzi, l’orologeria è essa stessa una forma d’arte. Non stupisca, dunque, il numero crescente di giovani artisti nel mondo che, prendendo carta e penna, trovano ispirazione nell’universo delle lancette. Stanno creando una forma d’arte nuova e accattivante, capace di catturare l’attenzione di appassionati e collezionisti. E talvolta di soddisfare in modo originale il desiderio di possedere esemplari autentici, altrimenti (per molti) irraggiungibili. Come nel caso di Gabel Lau, ovvero (anagrammando il nome) Labeg Art. Il graphic designer, canadese di origine ma ora residente a Hong Kong, è diventato “virale” con le irresistibili versioni in cartone – che dipinge in acrilico e inchiostro – di alcuni degli orologi più celebri al mondo, dai Rolex vintage al Patek Philippe Nautilus blu Tiffany.

Come ci racconta nell’intervista, infatti, da appassionato di orologi, ha iniziato a creare in cartone gli esemplari che più amava ma, visto il loro valore, poteva solo sognare di collezionare. Nato a cresciuto a Toronto, Gabel Lau ha scoperto presto di avere un talento per l’arte. Fin da bambino, come infatti anticipa: «L’arte è sempre stata la mia materia preferita, passavo il tempo a disegnare, dipingere, a lavorare con l’argilla o qualsiasi altro tipo di materiale. Così sono finito a studiare design del prodotto all’Ontario College of Art & Design University. Labeg Art è un mio progetto amatoriale, immagino si possa dire che sono solo un artista part-time». Ma con risultati divertenti, come si vede sul sito ufficiale o sui suoi social, che espongono la collezione completa delle sue opere. Anche in cornice.

Cosa l’ha spinta a dare vita al progetto Labeg Art?
«È iniziato come uno sbocco creativo per tornare in contatto con il mio lato artistico. Dato che amavo gli orologi e l’arte, ho unito queste due passioni e ho iniziato così a disegnare orologi che avrei potuto solo sognare. Volevo qualcosa di diverso e più creativo, quindi ho iniziato a farli in modo imperfetto e divertente, ma con molti dettagli. Lo spirito alla base della mia arte è cercare di far vedere le cose in modo diverso. Volevo cioè che le persone vedessero gli orologi in modo ironico e non così serio. Ma anche sfidare le persone a vedere il valore in qualcosa che originariamente non ne ha».

I suoi artisti di riferimento?
«Ho tratto ispirazione da artisti contemporanei come Basquiat, Tom Sachs e Bill Barminsky. Creano arte usando mezzi al di fuori dei soli colori – come cartone, legno e altri materiali – e la loro arte sembra ruvida e imperfetta. Potevo relazionarmi con i loro lavori perché, come designer, ho sempre utilizzato questi tipi di materiali per creare prototipi o modelli per la progettazione di prodotti. Quindi, il cartone era un mezzo che conoscevo».

Può raccontarci della sua tecnica di lavoro?
«Ogni orologio che realizzo è in scala e fatto a mano libera. Per prima cosa cerco il modello dell’orologio e ritaglio il diametro esatto della cassa. Poi dipingo il ritaglio con acrilico bianco, quindi dipingo tutti i dettagli dell’orologio. Ogni singolo pezzo che realizzo è diverso, anche i modelli molto popolari di cui ho realizzato multipli sono tutti unici in termini di forma, tipografia e layout del quadrante».

Come si è appassionato al mondo degli orologi?
«Ho iniziato all’università, amavo il design e la meccanica degli orologi. Dopo la laurea, mi sono trasferito a Hong Kong per lavoro e sono stato esposto ancora di più agli orologi e all’arte di alto livello. Da lì ho iniziato a conoscere meglio la storia dell’orologeria e ho imparato ad apprezzare le vicende e le caratteristiche dietro gli orologi vintage».

Ha delle preferenze?
«Amo gli esemplari vintage per la storia che raccontano, ma anche perché possono trasformarsi nel tempo in qualcosa di ancora più prezioso e ricercato. C’è così tanto carattere e personalità nei pezzi vintage. Apprezzo molto anche i disegni originali, la prima versione di qualcosa. Per modelli d’epoca, i miei marchi preferiti da collezionare sono Rolex, Omega e Zenith. D’altra parte, più lavoro su opere d’arte, più apprezzo altri marchi e ciò che possono fare. Come i moderni Patek Philippe, Audemars Piguet, Vacheron Constantin e Richard Mille».

Collabora con manifatture o marchi di orologi?
«Fra i marchi di orologi con cui ho avuto finora l’onore di collaborare c’è W.MT Watches. Hanno avuto l’idea di trasformare il mio stile artistico in un orologio reale. Ho pensato che fosse un’idea divertente perché io ho trasformato il vero orologio in cartone, e loro al contrario volevano trasformare il mio modello di cartone in un orologio vero. Abbiamo realizzato due progetti insieme: il Rolex Paul Newman Daytona e il Rolex Submariner, esaurito in 10 minuti. È stata una grande esperienza. I nostri progetti di collaborazione ora sono terminati. Vedremo poi se ci saranno altre opportunità…».