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Contraffazione e orologi: è allarme rosso

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Il settore dell’orologeria è sempre più soggetto a fenomeni di contraffazione. La commercializzazione di prodotti contraffatti incide anche sull’economia del nostro Paese provocando deviazioni del traffico commerciale, perdita di posti di lavoro e di incassi per l’erario. Per non parlare dei fenomeni di concorrenza sleale. 

Nel 2021, il valore delle merci contraffatte nel mondo ammontava a 464 miliardi di dollari, di cui 134 in Europa. Per quanto riguarda l’Italia, i numeri del 2021 erano tutt’altro che confortanti: 12 miliardi di euro il valore delle merci importate oggetto di contraffazione, 32 miliardi il danno economico per le imprese italiane. A questo si aggiungono 10,3 miliardi in meno di entrate fiscali e 88.000 posti di lavoro persi.

I numeri della contraffazione

Il ritorno sull’investimento per produrre merce contraffatta, piuttosto marginale, è 10 volte superiore alla cifra investita. Non a caso il mercato del falso resta una delle maggiori fonti di finanziamento della criminalità organizzata, dalle mafie al terrorismo. I principali Paesi di provenienza delle importazioni di falsi in Italia, sequestrati dalle autorità doganali, sono Hong-Kong, Cina, Turchia, Singapore, Libano e Thailandia.

Dal rapporto Iperico 2022, che elabora dati acquisiti da diverse autorità competenti, si evince che nel 2021 la Lombardia è stata la regione con più sequestri (23% del totale), seguita da Lazio e Puglia. La Toscana ha fatto registrare il maggior quantitativo di merce sequestrata (il 27% del totale), a seguire Lazio e Campania. Sempre in Toscana, il maggior valore economico stimato della merce sequestrata (il 28% del totale), ben staccata da Lazio e Puglia. Orologi e gioielli rappresentano il 9% del numero di sequestri per categoria merceologica.

Il falso viaggia in rete

Siamo di fronte a un Far West tra piattaforme non certificate e privati che pubblicano inserzioni senza che ci sia la richiesta di precise prove di autenticità. I server americani ospitano la maggior parte delle pagine “pericolose”. Molto significativa anche la presenza di server ubicati in Cina, Paesi Bassi, Malesia e Germania. I social network, poi, sono una sorta di nuova autostrada della contraffazione insieme agli “hidden links”, ponte tra i social e il mercato.

Recenti indagini evidenziano infatti l’esistenza di frodi perpetrate attraverso la connessione tra URL su social network e inserzioni neutrali pubblicate su marketplace di e-commerce che operano a livello mondiale. Tale connessione costituisce l’hidden link: post dalle sembianze lecite presenti sui social (o in rete) che propongono la vendita di orologi originali. Dietro la parvenza lecita si nasconde un link che reindirizza a un catalogo di prodotti che sembrano originali senza esserlo. 

Contraffazione: come tutelarsi

Il fenomeno della contraffazione è un’autentica piaga per il commercio legale; si tratta infatti di un vero mercato parallelo. Ci sono repliche difficilmente distinguibili dagli originali e casi in cui solo verificando tutto il movimento si può avere la certezza di non essere di fronte a una copia. Ora non basta più conoscere un modello di orologio per sentirsi al sicuro da truffe.

Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, Omega, ma non solo: oramai la maggior parte dei marchi di orologi è soggetta a contraffazione. Cambiano i prezzi e le quantità, ma il fenomeno coinvolge tutti i brand, anche nel basso di gamma.

La contraffazione non è sempre evidente, così come non sempre certa è la lecita provenienza. A meno che l’acquisto avvenga attraverso rivenditori ufficiali o commercianti con sede fisica e che possano garantirne l’autenticità, il prezzo di vendita proposto da un privato è il primo campanello d’allarme per capire se siamo di fronte a un originale o no. Se è troppo basso è sicuramente un falso.

Per proteggere l’utente aiuta anche la tecnologia blockchain. Essa consente di creare un’identità digitale per i beni di pregio fisici, rivelandosi così un supporto utile e sicuro per tutelare e tutelarsi. L’identità e l’originalità del bene sono garantite da un certificato NFT digitale firmato, ad esempio, dalla Casa madre. Non può essere duplicato né falsificato e “accompagna per sempre” l’orologio. Il proprietario del bene può gestire, in totale anonimato, questi certificati immutabili e non contraffattibili. 

Illecito amministrativo o incauto acquisto?

Dalla lettura del Rapporto OCSE Il commercio dei beni contraffatti e l’economia italiana emerge un dato che dovrebbe far riflettere. Nel triennio 2017-2019, il 45,6% degli orologi e gioielli importati contraffatti è stato venduto in Italia a consumatori consapevoli di acquistare prodotti falsi. Detto questo, come chiarisce la Corte di Cassazione, l’acquirente per fini personali di un prodotto con marchio contraffatto, o di origine diversa da quella indicata, risponde a titolo di illecito amministrativo e non di ricettazione.

Sempre secondo la Corte di Cassazione, non commette reato chi acquista un orologio replica, a patto che l’acquisto sia destinato a un uso esclusivamente personale. Si incorre nel reato di incauto acquisto quando, senza averne prima accertata la legittima provenienza, si acquista o si riceve un orologio che si abbia motivo di sospettare o si ha certezza che provenga da reato. Di solito per le caratteristiche intrinseche o per il prezzo basso.

La ricettazione

Nel caso in cui si compri un orologio che si sa essere un falso (la contraffazione costituente reato), oppure, pur non avendone certezza, si sospetta che possa essere frutto di un illecito, s’incorre nel reato di ricettazione se quell’orologio è destinato a essere ceduto a terzi, anche sotto forma di regalo. Nonostante esistano sentenze che hanno punito anche la contraffazione evidente, generalmente non si punisce il “falso grossolano”. Esso non trae in inganno il consumatore, facilmente in grado di distinguerlo da un orologio originale.

Al di là del fatto che un argomento del genere avrebbe bisogno di un maggiore approfondimento, sono convinta che tutto sia correlato a un discorso di cultura di base e di uso del buon senso. La contraffazione esiste in quanto esiste la domanda; se non vi fosse richiesta di oggetti falsi, questa piaga sarebbe molto più circoscritta. Una domanda mi sorge spontanea e la vorrei condividere con voi: la contraffazione si traduce soltanto in un danno economico e di immagine per le aziende colpite o, almeno in alcuni casi, può “far gioco” alimentando il loro status e la loro popolarità?