Il lancio dei nuovi Breitling Classic Avi è l’occasione per inquadrare la collezione all’interno della storia del Marchio. In una prospettiva che guarda sia alle epoche più lontane sia ai tempi più recenti
A cavallo del cambio di secolo, alla Fiera di Basilea, lo stand di Breitling attirava l’attenzione dei visitatori perché ospitava sospeso in alto un piccolo aereo, che sembrava in procinto di atterrare. Pochi anni più tardi, legandosi alle collezioni dei nuovi Superocean, fu sostituito da un’enorme vasca colma di pesci, che suscitò le proteste degli animalisti. Furono in molti a rimpiangere quell’aereo: era un simbolo, connesso alla passione di Léon Beitling per la precisione e a quella del figlio Gaston e poi del nipote Willy per la produzione di strumenti aeronautici di bordo e cronografi.
Le premesse del passato
Léon nacque nel 1860 e a 24 anni aprì a Saint-Imier il suo laboratorio. In breve il successo delle sue invenzioni e la qualità degli orologi lo portarono a La Chaux-de-Fonds, dove il laboratorio si trasformò in un’industria, la Breitling S.A.
Gaston – dopo aver lavorato a fianco del padre, che morì improvvisamente a 54 anni – assunse la direzione dell’impresa nel 1914, dedicandosi agli orologi da polso e in particolare modo ai cronografi. Ma anche lui se ne andò giovane.
Willy rappresentava la terza generazione dei Breitling, ma aveva 14 anni quando nel 1927 morì suo padre. Cinque anni più tardi però fu in grado di assumere il ruolo di Direttore dell’impresa, lanciandola con successo nel campo della strumentazione di bordo sugli aerei (era anche proprietario di un aereo) e nella produzione di orologi da polso di grande precisione. Negli anni Trenta l’aviazione si era lentamente trasformata, da militare (spesso legata a eventi di propaganda) a civile.
E già nel 1938 Willy aveva fondato un reparto, l’Huit Aviation, per studiare e produrre strumentazioni di bordo, la cui carica era appunto di 8 (Huit) giorni. Quando i venti della II Guerra Mondiale si fecero più minacciosi, nel 1938 fece un accordo con la R.A.F. al quale, anche in pieno conflitto, riuscì a tener fede. Consegnava gli orologi di notte ad aerei che atterravano su campi d’aviazione illuminati dai fari di un paio di automobili coinvolte. Una era quella di Willy, che poi si faceva notare in locali pubblici della vicina Neuchâtel per sviare qualsiasi sospetto.
Nei primi anni ’50 Willy realizzò il Navitimer, che permetteva ai piloti in volo di eseguire facilmente diversi calcoli. Progettò anche un cronografo molto robusto, adatto ai piloti degli aerei militari e a chi pilotava a livello amatoriale. Nasceva così il cosiddetto Co-Pilot, un nome che ne spiegava l’utilità: facilissimo da leggere, aveva la lunetta girevole che indicava il tempo trascorso o anche un secondo fuso orario. Proprio la referenza 765 Avi del Co-Pilot ha dato origine oggi ai nuovi Breitling Avi Classic del 70° Anniversario.
Ritorno al presente
Dal 2017 alla guida di Breitling, Georges Kern ha compiuto da allora un’interessante rilettura dei modelli storici della Marca, riproponendoli con il giusto equilibrio fra estetica neo-vintage, carica emozionale e un opportuno aggiornamento meccanico. E lo ha fatto anche con il Co-Pilot 765 AVi del 1953, che un paio d’anni fa ha dato vita alla collezione Breitling Super Avi. Disegnata dal Direttore creativo Sylvain Berneron, prendeva spunto da quattro velivoli leggendari dell’epoca. Ma non sto qui a ripetere quello che aveva scritto Augusto Veroni al momento del lancio e vi invito piuttosto a rileggere il suo articolo.
Ricordo solo che i Super Avi, tuttora in catalogo, hanno una cassa impegnativa, massiccia (48 mm di diametro), che in pochi possono permettersi d’indossare. Se n’è reso conto anche lo stesso Kern, che ha dichiarato: «A molti piace l’aspetto robusto e sobrio del Super Avi, ma non tutti hanno un polso adatto a sfoggiare la dimensione extra-large che dà la sensazione di un vero e proprio orologio funzionale. Il Classic Avi scambia alcune funzioni per ottenere il formato ridotto richiesto dalla nostra clientela. I modelli Classic e Super vivranno ora fianco a fianco, garantendo ancora più scelta».
I Classic Avi Chronograph 2023 da 42 mm
Anche le referenze dei nuovi cronografi Classic Avi si affiancano a quegli storici aeroplani. Due esemplari sono dedicati al North American Aviation P-51 Mustang, con cassa da 42 mm rispettivamente in acciaio o in oro rosso, entrambi con quadrante nero e disponibilità di bracciale in metallo o cinturino in pelle. Un altro cronografo invece si ispira al Vought F4U Corsair, sempre con la cassa in acciaio di 42 mm e la scelta fra bracciale e cinturino, ma con il quadrante blu. Infine un ulteriore modello rende omaggio al Curtiss Warhawk: simile al precedente per metallo e dimensioni, ma con quadrante verde.
Riguardo alla meccanica, tutte le referenze dei Classic Avi Chronograph 42 – nelle diverse versioni P-51 Mustang, Tributo al Vought F4U Corsair e Curtiss Warhawk – montano lo stesso movimento. Un semplice cronografo, alleggerito della funzione Gmt presente nei suoi predecessori. Si tratta del calibro automatico Breitling 23, basato sull’Eta Valjoux 7753 ma appositamente modificato con la sostituzione del bilanciere Glucydur e della spirale Nivarox. In più alla configurazione tri-compax (3-6-9) è stata eliminata la funzione del cambio data rapido. Robusto e affidabile, il Calibro B23 ha ricevuto la certificazione ufficiale di cronometro dal Cosc. Trovate le altre caratteristiche tecniche essenziali dei vari esemplari nelle didascalie in alto.
Gli altri modelli
Ma la collezione Classic Avi non è finita qui. Ci sono altri due modelli che celebrano il de Havilland DH.98 Mosquito (la “meraviglia di legno”, cui Breitling aveva già dedicato nel 2020 l’Aviator 8 B01 Mosquito). Il primo appartiene alla serie di cui sopra, quindi: cassa in acciaio di 42 mm, calibro B23, quadrante nero con contatori bianchi, cinturino o bracciale. A quest’ultimo si unisce la versione di 46 mm di diametro del nuovo Super Avi 804 Gmt 46 Mosquito Night Fighter, con cassa in ceramica nera che accoglie il Calibro Breitling B04. Un movimento di manifattura sviluppato dal B01, e come quello fornito di ruota a colonne a innesto verticale e 70 ore di autonomia, ma dotato – di nuovo – di secondo fuso orario.
Infine c’è una riedizione “filologica” della Ref. Avi 765 uscita nel 1964 e realizzata in una tiratura limitata di 164 esemplari. Con cassa in acciaio di 41 mm di diametro e quadrante nero Panda reverse dal sapore rétro, monta un altro movimento prodotto “in casa”, il Calibro B09. Una scelta meccanica azzeccata, in quanto è un calibro a carica manuale, coerente con la vocazione vintage dell’orologio. L’originale conobbe un particolare successo, quando uscì, e fu indossato da numerose celebrità e campioni sportivi. Lo aveva al polso per esempio lo sciatore francese Jean-Claude Killy quando vinse tre medaglie d’oro (discesa libera, slalom gigante e slalom speciale) ai Giochi olimpici invernali del 1968.
I prezzi dei Classic Avi
A conti fatti la nuova collezione Classic Avi va a completare l’offerta di Breilting su un segmento di mercato che le appartiene per tradizione. E ne rivela la capacità di creare con coerenza modelli accattivanti, ora adatti a un pubblico più vasto. Condivido anche la scelta di adottare in molti casi il calibro B23 perché permette di non far lievitare troppo i prezzi. I Classic Avi Chronograph 42, nei diversi allestimenti con cassa in acciaio e cinturino in pelle, costano infatti 5.800 euro, per poi aumentare a 6.100 euro per le varianti con bracciale e arrivare ai 19.000 per il Mustang con cassa in oro.
Altro discorso ovviamente per gli esemplari con i calibri di manifattura. L’Avi ref. 765 1964 Re-edition ha un prezzo di 8.300 euro e rimane quindi appetibile per i collezionisti. Mentre il Super Avi 804 Gmt 46 Mosquito Night Fighter costa 11.950 euro, che di per sé non sono pochi… Ma risultano in linea con gli equivalenti orologi da “grande viaggiatore” presenti nei negozi.