«È in produzione da più di 25 anni: e dopo una così lunga permanenza in catalogo, meritava un aggiornamento». Ecco cosa mi diceva durante una recente chiacchierata Mario Peserico, Amministratore delegato di Eberhard Italia, riguardo al nuovo 8 Jours Grande Taille, presentato la scorsa primavera al “Fuorisalone” di Ginevra e da poco nei negozi. Un grande classico di Eberhard & Co., riaggiornato quest’anno da un restyling che lo ha reso più elegante e d’impatto, senza intaccarne l’intramontabile design.
Un po’ di storia
Nato nel 1997 da un’intuizione di Palmiro Monti, a quel tempo patron della Casa svizzera, l’orologio prende il nome proprio da una caratteristica fino ad allora appartenuta agli antichi calibri da tasca: l’autonomia di 8 giorni. Oggi siamo abituati ai 3, perfino ai 5 giorni, e dire “8 giorni” non ci fa un grande effetto. Ma alla fine del secolo scorso un’autonomia così lunga era quasi inconcepibile: a quell’epoca i movimenti meccanici, per materiali e tecnologie, arrivavano a stento alle 42 ore e nella migliore delle ipotesi non superavano le 46/48 ore.
La cosa fu risolta dai tecnici di Eberhard & Co. con l’adozione di un modulo aggiuntivo al calibro di base. Un modulo dedicato a un secondo, grande bariletto e al dispositivo per riportare sul quadrante l’indicazione dell’autonomia residua. La soluzione, messa a punto in anni di sviluppo, fu coperta da brevetto per quanto risultò valida ed efficace. E la meccanica è rimasta tale fino ai nostri giorni, pur con qualche piccolo perfezionamento teso a migliorare l’affidabilità dell’intero meccanismo. Ma rimando i contenuti tecnici a qualche paragrafo qui sotto.
Nel 2008, l’8 Jours conobbe una sostanziale modifica nelle dimensioni della cassa, che passarono dai 39 ai 41 mm di diametro. Diventò così l’8 Jours Grande Taille che tuttora conosciamo. Immutata restò comunque la configurazione del quadrante: con l’indicazione dell’autonomia residua su una scala graduata al 9, il contatore dei piccoli secondi al 6, l’indicazione delle ore con numeri arabi o numeri romani. Una grafica, insomma, molto “classica”, riflesso di un gusto fedele alla tradizione, per diverse referenze dal lay-out opaco, bianco oppure nero.
L’8 Jours Grande Tailles 2023
Quest’anno appunto l’8 Jours Grande Taille ritorna con un inedito quadrante. Rinnovato da un accurato guillochage, alterna la parte centrale e perimetrale frappé all’anello delle ore azuré. E le stesse lavorazioni ritornano poi nel settore dell’autonomia e nel contatore dei piccoli secondi. Declinato nei toni del blu e argenté, o del bianco e argenté con dettagli blu, riporta in ambedue i casi le ore con i numeri romani (anch’essi rivisitati nel formato), le lancette a foglia (anche azzurrate) e il logo vintage al 12.
Il vantaggio di questa decorazione, a mio parere, è doppio. Da un lato conferisce una maggior enfasi al giro delle ore. Non che l’8 Jours Grande Taille abbia mai avuto problemi di leggibilità – tutt’altro. Ma quanto risaltino i numeri romani è evidente soprattutto nella versione blu (la mia preferita, per quanto poco possa valere questo commento). Dall’altro regala al quadrante stesso un’inattesa profondità, che gli restituisce un senso di compiutezza, un certo “non so che” di naturale e organico, che riempie e ne completa l’estetica senza appesantirla.
La meccanica
Il nuovo 8 Jours Grande Taille, come scrivevo prima, mantiene la meccanica di sempre. Il movimento a carica manuale, calibro 896 come lo chiama Eberhard & Co, è formato da un calibro di base Eta Peseux 7001 e dal modulo della complicazione. Quest’ultimo ospita il secondo grande bariletto, coassiale al primo – per cui si parla di doppio bariletto sovrapposto. Insieme, le molle contenute nei due bariletti raggiungono complessivamente più di un metro e mezzo di lunghezza. Ai 30 centimetri circa della molla originaria, infatti, vanno aggiunti i 125 centimetri della seconda…
La cosa notevole di questo sistema, semplice ma indubbiamente ingegnoso, sta nel fatto che funziona un po’ come un dispositivo di forza costante. In buona sostanza, infatti, la molla più lunga mantiene armata quella più corta (che poi è quella che trasmette il moto ai ruotismi e quindi allo scappamento), e garantisce quindi un rilascio costante e regolare dell’energia. Il che ovviamente si traduce in un’inappuntabile costanza di marcia sul lungo periodo, cioè nell’arco temporale degli 8 giorni.
Di contro – a sentire il parere degli orologiai – la costruzione è tale che per poter accedere al bilanciere ed effettuare eventuali regolazioni, bisogna smontare tutto… Ma il problema riguarda semmai il tecnico di laboratorio che esegue l’intervento di manutenzione, non il cliente finale che indossa l’orologio. Siamo sinceri: alla gran parte del pubblico, in fondo, interessa che un orologio sia preciso, robusto e affidabile. E, non per ultimo, abbordabile a livello economico.
Tutte queste caratteristiche si ritrovano puntuali nel nuovo 8 Jours Grande Taille. Che, a proposito, costa 4.280 euro. Sfido chiunque a trovare di meglio a pari requisiti. Del resto il prezzo rispecchia la reputazione ormai assodata di Eberhard & Co., capace di fare dell’ottima orologeria di tradizione in una fascia accessibile del mercato. Il che non è poco…