Nel tempo, Dolce&Gabbana è riuscito a costruirsi una solida reputazione orologiera. Riconosciuta almeno dagli addetti ai lavori, che ne hanno seguito la parabola (ascendente) fin da quando la Casa di moda ha deciso di entrare sul mercato delle lancette, spinta dalla volontà di offrire al pubblico di appassionati un lifestyle a 360 gradi. Eppure non dimentica le proprie origini: anzi, si appella al proprio immaginario e fa riferimento alla propria filosofia, per esempio nell’interpretazione dei propri codici stilistici. Lo si riscontra in modo evidente nei nuovi DG7 DG Cross e DG7 Damasco, ma lo si intravvede anche nell’intero catalogo, che comprende perfino pezzi unici di alta orologeria.
Una collezione ben riuscita
La collezione DG7 nasce nel 2012. Ed è la prima realizzata in-house, insieme alla linea di cronografi DG5, all’interno degli atelier di proprietà appositamente aperti a Legnano. Un inestimabile salto di qualità rispetto alla precedente D&G Time, prodotta su licenza da Binda Group (senza nulla togliere al gruppo italiano, campione del mass market). Un altro mondo. Quelli erano tipici fashion watches, questi sono orologi costruiti secondo i canoni della grande tradizione elvetica. In sintesi: forme classiche reinterpretate, materiali scelti (acciaio 316L, oro 18 kt), movimenti meccanici Swiss made (leggi: automatici Eta), ottime finiture. E una cura del dettaglio caratteristica dell’orologeria di alto livello.
Con in più autentici colpi di genio, guizzi creativi che solo chi proviene dalla moda può avere. Un esempio? L’uso originalissimo delle pietre preziose: sfaccettate, dall’inedito taglio rettangolare e ad alta caratura, sono poste agli indici con un’incastonatura invisibile, che ne esalta al massimo colore e luminosità. Il bello è che le gemme appaiono innanzitutto sugli esemplari maschili e solo in un secondo tempo sulle declinazioni al femminile (con cassa più piccola e movimenti al quarzo). Diventano comunque una cifra stilistica subito riconoscibile, tuttora presenti nella collezione DG7. Che si rivela quindi così ben riuscita da sopravvivere praticamente immutata al trascorrere del tempo.
Certo, in questo decennio e passa la collezione DG7 ha conosciuto una notevole varietà di modelli. Quelli, per esempio, con il quadrante in pietra dura sotto i lunghi indici alternati ai numeri romani sovradimensionati (elegantissimi, però). O ancora quelli con la cassa in oro (o con parte della carrure in oro) incisa a mano, conseguenza degli esemplari di alta orologeria. Ma dei pezzi unici e delle tirature limitate della collezione Manifattura Italiana, con i loro movimenti esclusivi, Il Giornale degli Orologi si è già occupato altrove. Qui ricordo solo che quell’habillage all’insegna dell’artigianato artistico afferma un’idea di italianità che è sinonimo di saper-fare.
I DG7 DG Cross
Ma torniamo ai DG7 più attuali, in cui Dolce&Gabbana ha infuso richiami alla propria moda e al proprio stile, così da renderli ancora più riconoscibili. A cominciare dal DG7 DG Cross, chiaramente ispirato al motivo del logo intrecciato. Certo, non è una cosa nuova che il logo sia protagonista degli orologi da polso, ma acquista una maggiore ricchezza di significati quando lo si ritrova identico anche in altri accessori, a creare una continuità creativa tanto amata dai fan della Marca. Come in questo caso, che vanta come precedente la collezione di borse DG Logo Bag. Nelle quali il grande monogramma risalta trapuntato sulla pelle del battente, mentre nel DG7 DG Cross spicca in rilievo sul quadrante.
Cinque le referenze. La versione più grande monta un movimento meccanico a carica automatica (calibro Eta 2892) e ha un total look nero: la cassa da 40 mm in acciaio 316L annerito da un trattamento Pvd ospita il quadrante satiné soleil e si allaccia al polso con un cinturino in pelle di alligatore. Poi ci sono quattro varianti più piccole. La cassa allora misura 34 mm di diametro, ed è disponibile in acciaio 316L oppure Pvd rose gold. Il quadrante è color oro rosa oppure nero, il movimento al quarzo di fabbricazione svizzera (sempre Eta). Diversi i cinturini a seconda del modello: in pelle di alligatore nero, di iguana verde, di raso nero oppure grigio. I prezzi vanno dai 1500 euro per il quarzo ai 2500 per l’automatico.
Il DG7 Damasco
Poi c’è il DG7 Damasco. Qui l’ispirazione proviene proprio dalla sartorialità di Dolce&Gabbana, in particolare da un certo gusto barocco e dall’uso di tessuti damascati. Si chiamano così quei tessuti fantasia cangianti che prendono nome dalla città di Damasco, in Siria, dov’erano prodotti fin dal Medioevo. Originariamente fatti in seta, difficilissimi da realizzare sui vecchi telai tradizionali, oggi possono essere composti da fibre diverse (seta, cotone, lana…) e intessuti su telai jaquard. Immutato però rimane il loro allure, basato su intricati motivi floreali, formati da campi di raso e parti imbottite. Effetti simili nel DG7 Damasco sono riprodotti sul quadrante grazie a un sapiente uso delle lavorazioni, a un’alternanza di superfici rifinite dalle macchine e di altre satinate a mano dagli artigiani.
Ne risulta uno sfondo iper-decorato ma non greve, tutt’altro. La texture increspata dai disegni stilizzati crea peculiari giochi di luce, e l’insieme fa molto accessorio di classe per autentici gentlemen. A contrasto emerge la semplicità delle lancette e degli indici a bastone, e dei numeri romani al 6 e al 12. Anche nel DG7 Damasco la cassa in acciaio 316L misura 40 mm di diametro, ma è annerita da un trattamento Dlc (Diamond Like Carbon), che conferisce un colore profondo e particolarmente resistente. Il movimento è di nuovo un Eta 2892, e il cinturino in pelle di alligatore – ma esiste anche la versione con bracciale in acciaio Dlc nero. Di conseguenza, cambia il prezzo: 2.500 o 3.500 euro. I nuovi DG7 sono già in vendita nella boutique Dolce&Gabbana Fine Jewerly di via Spiga 3 a Milano, nelle boutique monomarca worldwide e da selezionati rivenditori.