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Dark Side of the Moon Apollo 8. Giocare con l’Omega Speedmaster

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Che sia andato sulla Luna, lo sanno tutti: non a caso lo chiamano Moonwatch. Forse però non tutti sanno che l’Omega Speedmaster non fu utilizzato soltanto dagli astronauti dell’Apollo 11. Faceva parte invece dell’equipaggiamento in dotazione di tutte le missioni spaziali americane Apollo (1961/’72), finalizzate proprio a portare l’Uomo sulla Luna. E prima ancora di quelle del programma Gemini (1963/’66) e di molte del programma Mercury (1958/’63). In pratica fu testimone dei progressi della Nasa nei viaggi spaziali, dalla prima passeggiata nell’orbita terrestre di Ed White della Gemini 4 (1965), al primo volo orbitale attorno alla Luna degli astronauti dell’Apollo 8 (1968). E proprio quest’ultima avventura ha ispirato la Maison di Biel per la collezione Dark Side of the Moon, che oggi si arricchisce di un nuovo esemplare dedicato all’Apollo 8. Ma per spiegarmi meglio devo fare un passo indietro, anzi due.

L’Apollo 8

Cito Wikipedia: “L’Apollo 8 fu la seconda missione con equipaggio del programma spaziale statunitense Apollo. La navicella (…) divenne la prima con uomini a bordo a lasciare l’orbita della Terra, a raggiungere la Luna, a orbitare attorno a essa e a tornare in sicurezza sulla Terra”.
L’equipaggio era formato da tre astronauti: il comandante Frank Borman, il pilota del modulo di comando James Lovell e il pilota del modulo lunare William Anders. Furono loro quindi i primi uomini a uscire dal campo gravitazionale terrestre e a entrare in quello di un altro corpo celeste. I primi a vedere la Terra dallo spazio e a fotografarla mentre sorge all’orizzonte, in un’immagine della Nasa diventata famosissima.

Furono anche i primi americani a vedere con i propri occhi com’è fatto il lato nascosto della Luna, la faccia che resta sempre al buio. L’emisfero (per usare un termine scientifico, anche se in realtà si tratta solo del 41% e non della metà esatta) che non si può osservare dalla Terra a causa della rotazione sincrona del nostro satellite. (Vale a dire: il periodo di rotazione della Luna attorno al proprio asse e il periodo di rivoluzione attorno alla Terra hanno pari durata). Qualcosa di così misterioso e al tempo stesso così mitico da diventare metafora del “lato buio”, cioè di quegli aspetti dell’animo umano che sfuggono al controllo razionale. Gli stessi cantati dai Pink Floyd nell’omonimo album del ’73: un capolavoro indimenticabile.

L’Apollo 8 partì il 21 dicembre 1968 con il razzo Saturn V dalla base di Cape Canaveral, in Florida: fu il primo lancio con equipaggio effettuato dal celebre Kennedy Space Center. Impiegò tre giorni a raggiungere la Luna. E orbitò attorno ad essa dieci volte nel corso di 20 ore – come racconta ancora Wikipedia –, durante le quali gli astronauti girarono anche una trasmissione televisiva in cui lessero i primi 10 versetti del libro della Genesi. Era la vigilia di Natale e all’epoca fu il programma tv più visto della storia. L’Apollo 8 tornò sulla Terra il 27 dicembre 1968 e ammarò nel Nord dell’Oceano Pacifico.

La collezione Speedmaster Dark Side of the Moon

Bene. In occasione del 50° anniversario della missione Apollo 8, nel 2018, Omega rese omaggio all’impresa con un inedito esemplare dedicato. Versione moderna e (se possibile) più suggestiva dello Speedmaster, ne reinterpretava i codici stilistici con nuovi materiali. Il nome Dark Side of the Moon Apollo 8 alludeva al look completamente nera. Il primo esemplare avea la cassa in ceramica e il quadrante scheletrato che mostrava il movimento brunito e lavorato con la tecnica dell’ablazione al laser. I ponti e la platina, sapientemente decorati, riproducevano così la superficie lunare in modo realistico: la faccia visibile sul lato quadrante, quella nascosta sul lato fondello. Il movimento in questione era il calibro 1816, rinominato ad hoc 1868.

A dire il vero, però, la nascita della collezione è di qualche anno precedente. Quel modello dall’estetica nera con dettagli gialli era stato infatti anticipato, nel 2013, da un altro Speedmaster all black. La cassa era sempre in ceramica e il fondello in vetro zaffiro riportava proprio le parole Dark Side of the Moon. Bicompax, con le funzioni di ore e minuti crono concentrate in un unico contatore a ore 9, montava il calibro Co-Axial 9300. L’anno successivo, fu poi la volta della versione Grey Side of the Moon, con la cassa in ceramica grigia. Uscì poi anche in ceramica bianca. Nel tempo, si sono susseguite altre varianti, di cui ricordo qui solo i nomi: Sedna Black, Pitch Black, Vintage Black, Black Black. Abbastanza significativi per intuire le loro peculiarità cromatiche.

Il nuovo Dark Side of the Moon Apollo 8: l’estetica…

E arrivo finalmente al cronografo appena presentato, oggetto di questa recensione. Che nell’aspetto ricorda tanto il modello del 2018. Molto simile, almeno a una prima occhiata, è la cassa, sempre in ceramica nera e di 44,25 mm di diametro, con i dettagli gialli sul quadrante. Ma a guardarla bene la nuova referenza risulta molto più raffinata. A cominciare proprio dalla raffigurazione del suolo lunare, riprodotto sui ponti e platine con un’ablazione al laser, qui di gran lunga più completa e particolareggiata. Con i componenti e l’intera architettura leggermente ridisegnati, e con un numero minore di viti visibili.

Se le lancette cronografiche rimangono identiche, tutt’e tre verniciate in giallo – a bastone quelle di ore e minuti, a punta quella centrale dei secondi – ben diversa è quella dei secondi continui. Ora riprende la forma in 3D del razzo Saturn V, che portò l’Apollo 8 fuori dall’atmosfera terrestre. Realizzata in titanio, in attesa di brevetto vista l’originalità, è sacrosanto che sia brevettata –, è un dettaglio importante, che trasforma l’intera estetica. Perché regala all’orologio un aspetto ludico e fantasioso, evocativo dei giochi con i missili che si facevano da bambini.

Altra differenza sta poi nella scala tachimetrica, come sempre incisa sulla lunetta in ceramica lucida. Qui però i numeri e la scritta Tachimeter (in passato gialla) sono bianchi, e soprattutto riempiti di smalto Grand Feu. Un altro dettaglio qualificante, perché si tratta di una tecnica che deve essere eseguita rigorosamente a mano, prevede un passaggio in forno e comporta tempi di lavorazione più lunghi della normale laccatura. E influisce anch’esso sul costo di produzione – quindi sul prezzo finale.

… e la meccanica

Completamente rinnovata è poi la meccanica del nuovo Dark Side of the Moon Apollo 8. Il movimento a carica manuale – comme il faut, per gli Speedmaster –, è ora il calibro 3869. Ovvero una versione parzialmente scheletrata del calibro 3861, che nel 2021 ha sostituito lo storico 1861 della collezione. Anche qui, appunto, platina e ponti sono incisi al laser, a ritrarre la faccia visibile della Luna sul lato quadrante, e quella nascosta sul lato fondello.

Va detto però che il nuovo calibro fa parte della famiglia Co-Axial Master Chronometer. Di conseguenza presenta tutte le caratteristiche della certificazione rilasciata dall’Istituto Federale Svizzero di Metrologia (Metas). Ovvero – per ricordare solo le principali – scappamento Co-Axial, resistenza al magnetismo fino a 15mila gauss (il massimo che gli strumenti possono misurare), performance cronometriche con un errore di 0/+5 secondi al giorno, resistenza agli urti di 5000G.

Meritano almeno un cenno anche le consuete peculiarità, che poi sono quelle del calibro 3861. Le elenco in breve: autonomia di 50 ore, spirale in silicio, bilanciere a inerzia variabile, frequenza di 21.600 a/h, smistamento delle funzioni cronografiche a navette con innesto orizzontale. Per saperne di più, riporto qui per comodità il link all’articolo di Davide Passoni, che spiegava per filo e per segno il movimento. Scritto illo tempore, proprio quando lo Speedmaster cominciò a fregiarsi della certificazione Master Chronometer.

Info pratiche

Concludo, come di consueto, con le necessarie informazioni “di servizio”. Il prezzo, innanzitutto: il nuovo Dark Side of the Moon Apollo 8 costa 15.900 euro. Non alla portata di tutti, sicuramente, ma spiegabile proprio con quanto ho raccontato finora. E poi la disponibilità. Al momento è già in vendita nelle boutique monomarca, presto arriverà anche dai rivenditori, mentre non si può ancora acquistare online. Ma vale la pena di andare a vederlo fisicamente, per toccarlo, provarlo, giocarci un po’. Mai sottovalutare il potere dell’immaginazione, nemmeno in un adulto…