Si sta per chiudere il sipario su Watches and Wonders e già vi mancano le meraviglie orologiere? Se siete ancora a Ginevra, potete andare a rifarvi gli occhi ai Salons Patek Philippe in rue du Rhône 41, dove la Manifattura ha organizzato anche quest’anno l’ormai tradizionale mostra di esemplari d’arte. S’intitola Alto Artigianato 2024 e riunisce 82 pezzi – fra orologi da polso, da tasca e da tavolo, come le celebri pendulette Dôme – realizzati appunto con i mestieri rari. Si tratta della più grande collezione mai esposta dalla Maison, che così dimostra come perpetuare i savoir-faire non sia solo un mezzo per salvaguardare la tradizione dell’orologeria ma anche per rinnovarla.
L’Alto Artigianato di Patek Philippe
Fin da quando è stata fondata, nel 1839, Patek Philippe infatti coltiva nei propri laboratori le tipiche attività artigianali di decorazione, presenti nella città sul Lemano già nel XVII secolo e tramandate attraverso generazioni di orologiai. Con la famiglia Stern, che tiene le redini della Maison dal 1932, il patrimonio di conoscenze dei maestri smaltatori, incisori o incastonatori è stato definitivamente messo in salvo, oltre che dirottato verso un continuo progresso. E, soprattutto negli ultimi decenni, affiancato dall’adozione di nuove tecniche, magari mutuate da altri settori e anche applicate in forme miste, così da ottenere effetti sempre più realistici. Per non dire straordinari.
Mi spiego meglio. Da un lato ci sono i consueti (famosi, ma non per questo meno rari) métiers d’art: come i tanti tipi di smalto – Grand Feu cloisonné, champlevé, flinqué, traslucido, grisaglia, paillonné, pittura miniata –, accanto all’incisione a bulino, al guillochage e ai diversi tipi di incastonatura, a griffe, a binario, serti neige… talvolta spinti al limite del possibile. Dall’altro metodi di lavorazione innovativi per l’orologeria, come lo smalto Longwy su porcellana, il blanc de Limoges, i micro-intarsi di legno o di madreperla. Il tutto adottato di volta in volta singolarmente (mi verrebbe da dire “in purezza”) o attraverso l’uso calibrato di diverse tecniche nello stesso pezzo, associate in libertà, con vere e proprie ricerche e sperimentazioni.
Lo scibile in mostra
Lo si vede bene negli esemplari esposti nella mostra Alto Artigianato 2024. Nei quali il virtuosismo tecnico è sempre assoggettato a un’incredibile creatività, che prende spunto da innumerevoli fonti di ispirazione per ricomporre l’intero mondo in miniatura. Una serie di orologi, per esempio, celebra la bellezza della Natura, intesa in tutte le sue manifestazioni, dalla flora alla fauna fino ai paesaggi: ecco allora le garzette, le carpe e le ninfee, i rami di biancospino, l’orso che cattura un salmone, o ancora le mante e i pesci dell’oceano, la rigogliosa vegetazione della giungla.
Ci sono poi immagini di una Natura educata dall’Uomo: i giardini zen giapponesi e quelli di Versailles, la primavera in Olanda, la rada di Ginevra delle vecchie cartoline color seppia… E le vedute dei panorami ripresi dagli artisti del passato: il Ponte di Rialto del Canaletto, il lago di Thun del bernese Ferdinand Hodler. Sempre in tema di grandi pittori, ecco Le Muse di Alfons Mucha, L’albero della vita di Klimt e Le ninfee di Monet. Ma c’è spazio anche per gli sport, dal surf praticato alle Hawaii ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, le passioni come la musica e il biliardo, oppure il “sogno americano” illustrato dai treni e dalle potenti auto degli anni Sessanta.
Innumerevoli i soggetti, dai mandala ai motivi hawaiani, dal francobollo rotondo neozelandese alle toiles de Jouy francesi. Impossibile citarli tutti. E poi, ancora, ci si sposta in cielo: una selezione di modelli raffigura perfino le costellazioni dei segni zodiacali, tratte da antiche incisioni. Sì, perché ciascun quadrante, ciascun orologio racconta una storia e meriterebbe un approfondimento, sia per il tema raffigurato, sia per le tecniche utilizzate. Propongo qualche “assaggio” nella gallery in alto, ma è ben poca cosa rispetto a quello che si trova nelle vetrine di Alto Artigianato 2024.
Alto Artigianato 2024: informazioni pratiche
All’interno delle tre sale dei Salons Patek Philippe, oltretutto, è possibile anche ammirare gli artigiani all’opera. Se sarete fortunati, potrete assistere personalmente al lavoro di un maître émailleur o di un maître graveur mentre realizzano le loro opere (con l’ausilio di un microscopio) sotto i vostri occhi. Male vi vada, potrete sempre seguire la realizzazione di un orologio nei video proiettati in loop sulle pareti e vedere gli strumenti del mestiere esposti nelle teche o posati sui banchi da lavoro.
Tutto questo, sia chiaro, è gratuito. L’importante è registrarsi online sul sito ufficiale per programmare la visita. A proposito, la mostra Alto Artigianato 2024 è aperta al pubblico fino al 27 aprile tutti i giorni, dalle 11 alle 18 (ultimo ingresso alle 17), domenica esclusa. Dopo di che, dal 7 al 16 giugno prossimi, si sposterà a Londra, nei Salons Patek Philippe di Bond Street recentemente restaurati. Sono le uniche due occasioni per vedere l’intera produzione di Alto Artigianato 2024 della Manifattura riunita sotto lo stesso tetto. Poi sarà dispersa nelle dimore dei più facoltosi collezionisti in giro per il mondo… e ciao.