Crossroad (in inglese incrocio, crocevia) è il titolo di un vecchio brano di Robert Johnson. Datato 1937, fu fondamentale per la nascita del rock’n’roll, così come lui – chitarrista leggendario, incarnazione del Delta Blues nonché artista maledetto – fu una delle figure più influenti sulla scena musicale del Novecento. Invece, nel nuovo orologio di Czapek – lanciato a Watch Time New York nei giorni scorsi -, il termine si riferisce più concretamente alla lavorazione del quadrante guilloché. Ma a me piace pensare che il Faubourg de Cracovie Crossroads si chiami così anche perché è il punto di incontro tra stili, generi, tensioni opposte. Un cronografo classico e allo stesso tempo modernissimo, innovativo nel suo far appello alla tradizione, sportivo sì, ma indubbiamente chic.
Due parole sul Brand
Per i pochi che non lo conoscessero, Czapek & Cie è un marchio di alta orologeria con sede a Ginevra. Prende nome da Franciszek Czapek, orologiaio di talento emigrato nel 1932 dalla Boemia in Svizzera, dove cambiò il proprio nome in François. Lì incontrò un altro emigrato polacco, Antoine Norbert de Patek, e insieme diedero vita alla Patek, Czapek & Cie (vi ricorda qualcosa?). La loro società durò sei anni, dal 1839 al 1845, e realizzò orologi eccezionali – tra i più quotati oggi sul mercato antiquario. Al termine della partnership, Patek fondò la Patek Philippe insieme a un nuovo socio, Adrien Philippe, mentre Czapek fondò la Czapek & Cie con Juliusz Gruzewski.
L’impresa ebbe successo. Czapek divenne prima orologiaio di corte poi fornitore ufficiale di Napoleone III. Nel 1850 scrisse un trattato di orologeria (in polacco) e aprì una delle prime boutique in place Vendôme, a Parigi. Nel ’55, oltre all’atelier ginevrino, aveva anche un negozio a Varsavia. Vantava un’illustre clientela, tra cui si annoverano il Pasha d’Egitto Khedive Ismail e la nobile casata russa di Golitzyn, seconda soltanto ai Romanov. Poi, nel 1871, Czapek scompare misteriosamente, e con lui la sua attività, che gli sopravvisse per pochi anni. Il Marchio torna a nuova vita solo un secolo e mezzo dopo. Finanziato con un’ampia operazione di crowdfunding azionario, è lanciato ufficialmente a Ginevra nel 2015.
Dietro la rinascita ci sono tre soci: l’esperto d’arte Harry Guhl, l’imprenditore Xavier de Roquemaurel e l’orologiaio Sébastien Follonier. Con l’obiettivo di reinterpretare in chiave attuale lo stile e lo spirito delle origini, esordiscono con un orologio ispirato a un “tasca” del 1850, la referenza 3430. Lo chiamano Quai de Bergues, l’indirizzo del primo atelier aperto da Czapek sulle rive del Rodano, a Ginevra. E mettono a punto un movimento ad hoc insieme a Jean-François Mojon, il calibro SXH1, ispirato proprio al movimento di quel tasca, con due bariletti e un’autonomia di 7 giorni. Nascono poi altri progetti, altre collezioni – tra cui la famosa Antartique, con il primo movimento concepito e prodotto in casa. Ma per saperne di più sull’intero catalogo vi rimando al sito ufficiale.
La collezione di cronografi
La collezione Faubourg de Cracovie è la terza sviluppata nel nuovo corso di Czapek. Presentata nel 2018, prende nome dal luogo in cui si trovava la boutique aperta da François Czapek a Varsavia, nel 1854. Composta esclusivamente da cronografi, è animata dal terzo movimento sviluppato dal Marchio – ma ne parleremo poi. Ora preferisco soffermarmi sul design, a partire dalle dimensioni: 41,5 mm di diametro per 13,9 mm di spessore. Ma la costruzione è tale da farlo sembrare più sottile.
Fin dalla prima occhiata è evidente la diretta discendenza dalla cassa Revolution del Quai de Bergues, solo lievemente modificata. I fianchi scavati e sabbiati, lungo tutta la carrure e fino alle anse, sono gli stessi. Gli elementi proteggi-corona, già presenti in quel precedente, qui si sono trasformati nei pulsanti integrati, mentre i due contatori dei piccoli secondi e dei giorni della settimana/autonomia sono diventati totalizzatori delle ore e dei minuti crono. E si sono “sollevati”, per passare dalla parte bassa del quadrante alla consueta posizione a ore 3 e 9. In mezzo, a ore 6, c’è invece il contatore dei secondi continui, molto discreto.
Anche la decorazione del quadrante, sviluppato con l’azienda Metalem, sembra derivare dal Quai de Bergues. Il motivo originario, chiamato Ricochet, nel Faubourg de Cracovie si evolve nel motivo Résonance. Un altro particolare guilloché in cui le linee circolari si incrociano per formare dei quadrati in bassorilievo – lavorato come vuole la tradizione con le antiche macchine da guillochage. In più c’è da dire che la base è un disco realizzato in lega 401, composta da oro, platino, palladio e argento in percentuali “segrete”. Lucidata prima dell’incisione, regala riflessi intensi e variabili in rapporto all’incidenza della luce. Il colore è invece ottenuto con la consueta elettrodeposizione.
Il quadrante del Faubourg de Cracovie Crossroads
Nel Faubourg de Cracovie Crossroads il pattern del quadrante muta ancora. In questo caso le linee sono rette, convergono verso il centro dei due contatori e si intersecano a comporre una sorta di scacchiera fatta di elementi trapezoidali, più dilatati o schiacciati a seconda della posizione. Come una “rete” che si fa più fitta nella zona centrale. Sono gli incroci, appunto, che danno il nome all’orologio. E che potrebbero ricordare il battistrada di ipotetici pneumatici, vista la vocazione per i motorsport sottesa all’orologio.
La caratteristica distintiva del Faubourg de Cracovie Crossroads è infatti la scala tachimetrica posta sul réhaut, utile (lo sanno tutti) per misurare la velocità. Simbolo di dinamismo, evoca il mondo delle corse e rimanda allo stile racing di generazioni di cronografi. Per inserire questo elemento, in realtà, l’intero quadrante è stato ristudiato nelle proporzioni: la flangia è stata accentuata, ingrandita, e di conseguenza il quadrante ridotto, contatori compresi. Eppure la leggibilità non è stata minimamente compromessa…
Due le versioni di colore: Deep Blue, ovvero blu profondo con contatori argenté; oppure Secret Alloy, che richiama proprio la “lega segreta” di cui è fatto il quadrante, con i contatori in ton-sur-ton. In questultimo caso si tratta però di una tiratura limitata di 50 esemplari – che, per la cronaca, in pochi giorni sono già andati quasi del tutto esauriti.
…E la meccanica del Faubourg de Cracovie Crossroads
E arrivo al movimento. Come gli altri modelli della collezione, il Faubourg de Cracovie Crossroads monta il calibro SHX3, sviluppato con Vaucher Manufacture (e basato sul Vaucher Seed VMF 6710). A carica automatica, è un cronografo integrato che concentra una serie di attributi tecnici qualificanti, in linea con le esigenze del pubblico contemporaneo. L’alta frequenza, per esempio: il bilanciere lavora a 36.000 alternanze orarie e permette misurazioni precise a 1/5 di secondo.
Oppure la ruota a colonne, il dispositivo più raffinato per la gestione delle funzioni crono, in questo caso a innesto verticale. Quindi l’autonomia: 65 ore, quanto basta per definirlo “a prova di weekend”. E il certificato ufficiale di cronometro rilasciato dal Cosc, garanzia di costanza di marcia. Senza dimenticare ovviamente le finiture curatissime, di gusto attuale: i ponti sabbiati e diamantati, color antracite, contrastano con la massa oscillante traforata, in oro rosa.
Per concludere
Le due versioni del Faubourg de Cracovie Crossroads hanno entrambe lo stesso prezzo: 36mila franchi svizzeri (con l’Iva italiana, 43.920 franchi svizzeri). Il che, in tutta sincerità, mi ha stupito: altri marchi avrebbero di sicuro aumentato il costo dell’edizione limitata… Ma evidentemente Czapek ha un rapporto particolare con il proprio pubblico, cui fa riferimento anche lo slogan “collezioniamo persone rare”. A proposito, il Marchio dichiara in modo esplicito di realizzare gli orologi su commissione: quindi, il nuovo cronografo attualmente è in pre-ordine. Per averlo si dovrà aspettare qualche mese: le consegne dovrebbero avvenire la prossima primavera, da maggio. Un plauso anche alla trasparenza.