Ormai è una tradizione. La Haute Couture Week, la settimana dell’Alta Moda parigina, fa da vetrina anche per la Haute Joaillerie. Così è stato dal 7 al 10 luglio scorso, quando le case di gioielleria hanno presentato i loro pezzi più scenografici con eventi speciali, secondo un calendario ufficiale. Per deformazione professionale, siamo andati quindi a vedere se all’interno delle nuove collezioni si trovava anche qualche orologio. Al che ci siamo resi conto che alcuni avevano qualcosa in comune: narravano storie. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Artistici tourbillon
Cominciamo da Gucci, che ha tenuto banco su tutti i media internazionali per la linea Monili, creata in collaborazione con Pomellato. E, in parallelo, durante la Haute Couture Week ha svelato la quinta collezione di Alta Orologeria, composta da sette esemplari derivati dalle principali famiglie in catalogo. Realizzati con il ricorso ai Métiers d’Art, si servono allo stesso modo delle tecniche della tradizione e delle nuove tecnologie. Smalto Grand Feu e madreperla incisa al laser, pittura in miniatura e micro-marqueterie (di legno o pietra), incastonatura a neve o in 3D con baguette sovrapposte… In ogni caso, il tutto va a “vestire” la complicazione del tourbillon, sviluppata in questi anni da Gucci (insieme a Ulysse Nardin) in tre versioni: tourbillon centrale volante, tourbillon volante in un calibro scheletrato oppure con la gabbia decorata da una stella e incastonata di diamanti.
Proprio quest’ultima variante si ritrova nei nuovi G-Timeless, i modelli che ci hanno convinto di più per originalità e coerenza, in quanto espressione della più pura Gucci-ness. Perché reinterpretano gli storici foulard di seta, intramontabili simboli della Marca. A cominciare da quelli più famosi, firmati dal grande illustratore (nonché scenografo e costumista del Teatro alla Scala) Vittorio Accornero, chiamato negli anni Sessanta a collaborare con la Maison fiorentina da Rodolfo Gucci (figlio del fondatore, Guccio). Uno per tutti il celeberrimo Flora, disegnato per Grace Kelly nel 1966, e declinato nel tempo in diversi soggetti, il cui nome riecheggia ancora oggi nel mondo delle fragranze. Senza dimenticare le fantasie equestri e di viaggio, che appartengono allo stesso modo al patrimonio storico, culturale ed estetico della Casa. In una parola, all’heritage di Gucci. Riuscite a intuire dove vogliamo arrivare?
Diamanti e pietre dure
Da Chopard, invece, protagonista della Haute Couture Week – insieme alla Red Carpet Collection – è stata la collezione L’Heure du Diamant, celebrata prima di tutto con una retrospettiva. Intitolata Chopard, the Master of Jewellery Watches, ha messo in luce il savoir-faire della famiglia nel segmento degli esemplari preziosi. E questo fin dai tempi di Karl Scheufele I, fondatore della Eszeha, azienda di Pforzfeim specializzata proprio nella produzione di orologi-gioiello. In mostra dunque una quindicina di pezzi degli anni 60/70, dai quadranti ornamentali in pietre di colore e dai bracciali-scultura. In maglia milanese, con texture “corteccia” o intecciati effetto corda, rivelano la maestria orafa della Casa.
Esemplari comunque successivi all’acquisto di Chopard da parte di Karl Scheufele III, padre degli attuali Co-Presidenti Karl-Friederic e Caroline, che prese in mano le redini dell’azienda insieme alla moglie Karin, esperta gemmologa. A quell’epoca la Maison si aggiudicò numerosi premi (dalla Rosa d’Oro di Baden-Baden ai Diamond International Award) e si promuoveva appunto con lo slogan Maîtres de la montre-bijou. Tradizione confermata in seguito dal celebre Chopardissimo (163 carati) del 1997 e dal successivo lancio della collezione L’Heure du Diamant, nel 2012.
Sotto la Tour Eiffel però non potevano mancare le novità dell’anno, proposte in anteprima a Watches and Wonders Geneve. Tra le quali spiccano pezzi notevoli come L’Heure du Diamant Moonphase. Primo pezzo “complicato” della collezione, è animato dal calibro 09.02 prodotto “in casa”, con fasi di luna astronomiche (che richiedono un intervento di correzione manuale di un giorno ogni 122 anni). Oppure il cofanetto “The Precious Hours”. Ovvero 12 esemplari con coloratissimi quadranti in pietra dura – dall’opale blu all’agata, alla corniola – e il movimento meccanico a carica manuale, Chopard 10.01-C, tra i più piccoli e sottili realizzati dalla Manifattura.
Alla Haute Couture Week, si celebra la Storia
Infine Chanel, che all’Haute Couture Week ha lanciato la nuova collezione Reach for the Stars. Dedicata ad alcuni motivi amati dalla fondatrice della Maison – la cometa, le ali, il Leone -, vede la presenza di un solo orologio. Ma con un enorme “peso specifico”, per quanto è prezioso. Si chiama The Silhouette Clock ed è un esemplare da tavolo a statuetta che ritrae proprio Mademoiselle Coco (anche se a noi ha ricordato tanto un Premio Oscar). Una figura a tutto tondo, scolpita interamente nell’oro massiccio con estremo realismo e posta su un piedistallo in giada nera incastonata di diamanti. Qualcuno potrebbe definirlo un Coco Watch – sebbene di altissima gamma. Inedito (ma ennesimo) omaggio alla Grande Couturière, celebra la donna che ha dato origine a tutto.
Ed è proprio questo il punto, ormai dovrebbe essere chiaro. Gli esemplari-gioiello esposti alla Haute Couture Week raccontano in modo esplicito il passato della propria marca. Sono la testimonianza pratica di quanto è stato, non per una semplice operazione nostalgia da sfruttare a fini marketing (o almeno, non solo), ma per ribadire da dove si viene e ciò che si è. Dimostrano la stabilità delle proprie basi, il carattere, le competenze, il buon nome conquistati nel corso del tempo. Indubbiamente servirsi degli orologi è un modo intelligente ed efficace per affermare sé stessi e la propria storia. Che vale più di tante parole.