Passatemi una riflessione un tantino sopra le righe: la collezione BR 05 di Bell & Ross, compreso l’ultimo arrivato, il BR 05 Chrono, è perfetta per uno stadio di calcio. Sarebbe a dire? Sarebbe a dire che fin dalla sua presentazione, poco più di un anno fa, il BR 05 ha diviso appassionati e addetti ai lavori in due fazioni, tipo curva nord e curva sud, fortunatamente senza risse, insulti o lanci di petardi.
Difficile trovare qualcuno indifferente o indeciso: per buona parte di coloro che masticano orologeria come fosse la gomma del ponte, la collezione BR 05 di Bell & Ross è fighissima oppure bruttissima. Tertium non datur, se non sporadicamente. Indice del fatto che il marchio ha colpito nel segno, anche con la versione cronografo del BR 05, sulla quale voglio focalizzarmi oggi.
Vi risparmio tutta la filosofia di marketing che Bell & Ross ha costruito intorno al BR 05 Chrono come orologio destinato agli “esploratori urbani”, perché la trovate ben raccontata sul sito della marca e perché, in questi tempi di Covid e coprifuoco, nelle città c’è ben poco da esplorare. Allo stesso modo vi risparmio la storia del marchio, che abbiamo già sintetizzato bene in questo articolo dedicato al lancio della collezione. Vado dritto al dunque.
Il design del BR 05 Chrono
Il BR 05 Chrono di Bell & Ross è un cronografo che ha diversi assi nella massa oscillante, pardon… nella manica. Primo fra tutti il fatto di portare con sé due caratteri della collezione che, nelle intenzioni del brand, sono veri e propri punti di forza: design e leggibilità. Che tra l’altro lo aiutano a distinguersi tra i pezzi in qualche modo analoghi delle case concorrenti.
Come la versione solo tempo, il BR 05 Chrono è stato creato fondendo i due tratti di design storici delle casse di Bell & Ross: il quadrato e il cerchio – con le quattro viti angolari, maschie, in bella vista sulla lunetta. Ma il cronografo si dilata di 2 mm, passando dai 40 del solo tempo ai 42; una tassa da pagare per consentire al quadrante di ospitare i due contatori, quello dei piccoli secondi a ore 3 e quello dei 30 minuti a ore 9, senza perdere in leggibilità.
Leggibilità che nel BR 05 Chrono è garantita anche dall’abbondante uso di Super-LumiNova su indici, numeri e lancette, che deriva dal retaggio aeronautico di Bell & Ross. Le informazioni devono spiccare, belle e fragorose, anche nel buio di una cabina di pilotaggio durante la notte, pena una fine miserrima di aereo e pilota.
Ora, le esigenze di un esploratore urbano in sella a una bici o alla guida di un monopattino, rigorosamente di giorno, non sono quelle di un pilota dell’Armée de l’air ai comandi di un Mirage. Ma l’avere il pieno controllo dell’ora e della cronografia in un solo colpo d’occhio fa la differenza.
Occhio al quadrante
A proposito di cronografia, un plauso alla scelta di Bell & Ross di concepire i due contatori con lo stesso stile grafico della cassa, ossia quadrati con gli angoli smussati e con le lancette dotate di innesto quadrato. Dettagli che dimostrano quanto la Maison abbia messo la testa in questo orologio, che non è la versione crono di un solo tempo ma un pezzo con identità propria.
Piccolo appunto da rompiballe quale sono: se anche nel quadrato dei contatori avessero inscritto un cerchio, senza perdere in leggibilità, sarebbe stato il top. Visto che non è stato fatto, accontentiamoci di notare come il contrasto tra la lavorazione dei contatori a chiocciola e quella del quadrante soleil, blu o nero, dia un ulteriore tocco di attenzione all’estetica.
Parlando sempre di quadrante, spero che eventuali ulteriori versioni del BR 05 Chrono non lo prevedano scheletrato, come una variante del solo tempo nella quale la lettura delle ore è, a mio avviso, difficoltosa. Dice il grande maestro britannico Roger W. Smith, mutuando dal suo mentore George Daniels: «Un orologio deve essere pratico e utile. Non tiene solo il tempo; comunica il tempo, e un orologio che comunica male a causa del suo design secondo me è un fallimento». Una frase che ogni direttore creativo dovrebbe tatuarsi sul dorso della mano usata per disegnare un orologio.
Un trattore nel cuore
E veniamo al movimento, da sempre un argomento caldo per gli appassionati che discutono di Bell & Ross. Nell’attesa che il marchio voglia fare il salto di qualità dotandosi di un movimento di manifattura, il BR 05 Chrono – come altri cronografi del brand – è animato dall’affidabile calibro BR-Cal.301, basato sul cronografo modulare automatico Eta 2894-2 con 42 ore di autonomia.
Il 2894 è un calibro cosiddetto modulare, ossia una base solo tempo Eta 2892 cui viene aggiunto un modulo cronografico, in questo caso sempre Eta; esistono comunque altri movimenti in cui sulla base Eta è montata una piastra cronografica Dubois-Depraz. Quest’ultima è facilmente riconoscibile perché presenta il disco data sotto al modulo, dato che appartiene alla “base tempo”. Nel caso di Eta su Eta, invece, il disco data fa parte del modulo; il che significa una disposizione del datario più organica al quadrante (in questo caso a ore 4:30), quindi esteticamente migliore e funzionalmente più leggibile.
Il 2894 è un movimento che qualcuno definisce un trattore, per via delle riconosciute doti di robustezza e affidabilità. Ma un trattore di livello, aggiungo io, data la precisione della misurazione (28.800 alternanze/ora) e dello smistamento della cronografia tramite ruota a colonne.
Se non altro l’utilizzo di un calibro derivato e non di manifattura contribuisce a contenere il prezzo finale del BR 05 Chrono entro limiti ragionevoli: 5.400 euro nella referenza con cinturino in caucciù in tinta con il quadrante, 5.900 euro per quella con bracciale. A proposito di bracciale, il cronografo ripropone la stessa versione integrata del solo tempo, che strizza l’occhio a una delle tante tendenze revival dell’orologeria degli ultimi anni.
BR 05 Chrono sì o no?
Smentendo quanto scritto nell’attacco e, in parte, quanto di buono raccontato fin qui sull’orologio, ammetto di far parte di quel minimo di addetti ai lavori che ancora non ha deciso su quale fronte schierarsi, tanto sulla collezione BR 05 quanto sul cronografo nello specifico. Nessun approccio democristiano al pezzo in oggetto; piuttosto la consapevolezza che qualcosa ancora manca per far pendere il piatto della bilancia da una parte o dall’altra.
Sì alla cura delle finiture, sì alla scelta del movimento più coerente possibile con la filosofia dell’orologio. No a un design che, per quanto distintivo, è troppo figlio delle logiche e delle richieste di mercato. Ci mancherebbe altro, direte voi, Bell & Ross non è una onlus: primo comandamento, vendere. Eppure non è cosa da poco, perché il marchio ha la forza, le potenzialità e la personalità per poter dettare le tendenze anziché cavalcarle. In un periodo come l’attuale, questo può fare la differenza, anche più del posizionamento di prezzo.