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Fifty Fathoms Bathyscaphe titanio: il ragazzo terribile di Blancpain

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Sono furbi quelli di Blancpain. Hanno in casa una collezione formidabile per storia e caratteristiche, la Fifty Fathoms. E ogni volta che vogliono aggiornarla per provare a stanare nuovi appassionati o stuzzicare le fantasie degli aficionados, basta che operino pochi ma sostanziali ritocchi e arrivano dritti al massimo risultato con il minimo sforzo. Come nel caso del nuovo Fifty Fathoms Bathyscaphe in titanio.

Furbi sì, ma anche fortunati: avere in portafoglio una linea come la Fifty Fathoms facilita le cose.
Ammettiamolo però: furbi, fortunati e soprattutto bravi. Perché il Fifty Fathoms Bathyscaphe in titanio è il prodotto di un ottimo lavoro che prosegue l’opera di valorizzazione del “fratellino” del Fifty Fathoms classico (sono i signori di Blancpain ad averlo chiamato così, non io…), grazie alla virata su uno dei materiali ormai largamente usati per produrre orologi, non solo subacquei: il titanio.

C’è titanio e titanio…

Un titanio particolare però, di grado 23. Ma come? In orologeria tutt’al più abbiamo sempre avuto a che fare con il grado 5… Ma quanti diavolo di gradi ha ‘sto titanio? Parecchi. E ciascuno con una propria caratteristica.

Senza entrare in tecnicismi da scienza dei materiali (sono un povero letterato, comprendetemi…), questo tipo di titanio, cito da un sito specializzato, “è una lega basata sul grado 5, del quale è la versione a maggiore purezza. Le proprietà di resistenza, leggerezza, buona resistenza alla corrosione ed elevata tenacità lo rendono particolarmente adatto per parti altamente sollecitate a pareti spesse, come l’ultima applicazione dentale e medica”.

In sostanza, invece che per il ponte di una dentiera o per una protesi all’anca, Blancpain ha usato il titanio 23 per la cassa del Fifty Fathoms Bathyscaphe. Facile capire perché. Resistenza alle sollecitazioni, alla corrosione, leggerezza: parole al miele per chi vuole un orologio subacqueo. Ultimo ma non meno importante, la biocompatibilità di questo elemento metallico; che deriva dalla sua porosità superficiale analoga a quella dei tessuti umani e lo rende fisiologicamente inerte.

Come ogni titanio che si rispetti, anche questo è diavolaccio da lavorare. È sì resistente alla corrosione da agenti esterni ma non, per esempio, alla corrosione da frizione ed è dunque delicato da trattare con le macchine. Soprattutto, poi, le sue polveri sono altamente infiammabili, non proprio l’ideale per un metallo da modellare in officina.

L’elemento titanio è già stato utilizzato in diverse referenze del “fratellone” Fifty Fathoms e non è una novità per Blancpain: il primo impiego risale nientemeno che a 60 anni fa, quando produsse una serie speciale di modelli MIL-SPEC II per le squadre anti-mine della Marina americana.

L’anima del Fifty Fathoms Bathyscaphe

Con questo orologio la ricerca sui materiali si evolve, naturalmente. Ma non c’è bisogno di rischiare la pelle sminando i fondali per indossarlo: basta apprezzarne le caratteristiche tecniche ed estetiche, oltre alla qualità del titanio utilizzato.

E allora vediamole queste caratteristiche. La cassa ha il classico diametro da 43 mm, contenuto per un subacqueo professionale ma perfettamente funzionale all’utilizzo per cui è pensato. Lo spessore è di 13,45 mm, motivo per il quale il Blancpain Fifty Fathoms Bathyscaphe è un orologio molto apprezzato anche sotto al polsino di una camicia e non solo sul neoprene di una muta.

Per le lavorazioni e le finiture, vi rimando alle didascalie. Non che non siano fenomenali, ci mancherebbe, ma qui meglio dare un’occhiata al movimento, uno dei classici di casa Blancpain.

La firma meccanica di Blancpain

Il calibro 1315 equipaggia buona parte della collezione Fifty Fathoms ed è a carica automatica, montato su 35 rubini. Il fatto di essere robusto va un po’ a scapito del diametro (30,6 mm) e dello spessore (5,65 mm). Dimensioni giustificate anche dalla presenza di tre bariletti in serie, che danno all’orologio un’autonomia di 120 ore, oppure 5 giorni, che suona più figo (ed è immediatamente più comprensibile).

Oltre a essere tecnicamente ineccepibile – ha la spirale in silicio e il bilanciere a inerzia variabile, con viti in oro – ed esteticamente ben rifinito, il calibro 1315 ha fra le sue caratteristiche di pregio una precisione notevole. Come ricorda il nostro Augusto Veroni, “ho visto, dopo una regolazione in fabbrica, un test al crono-comparatore che mostrava una precisione fra –1,5 e +1 secondi al giorno”, nonostante non abbia la certificazione di cronometro rilasciata dal Cosc.

Come ogni orologio subacqueo professionale che si rispetti, anche il Blancpain Fifty Fathoms Bathyscaphe in titanio è impermeabile fino a 30 bar. Del resto, l’impermeabilità se la porta nel nome. Per i quattro gatti che ancora non lo sapessero, la tenuta stagna del primo modello presentato nel 1953 era garantita fino a una profondità di 50 fathoms. Parola che significa “braccia” e che indicava un’unità di misura pari a 1,8288 metri, utilizzata nel sistema metrico dell’ex impero britannico.

Rimane altro da dire del Blancpain Fifty Fathoms Bathyscaphe in titanio, che non ritroviate nelle didascalie? Ah, sì, per chiudere come ho iniziato… A mio avviso, con quest’orologio Blancpain ha compiuto un’operazione intelligente. Ha allargato l’assortimento, senza affollare più di tanto una collezione già nutrita e senza deviare dai codici che la ispirano. Del resto, la Fifty Fathoms è il suo cavallo di battaglia: non è un male abbigliarlo con una nuova gualdrappa.