Attualità

Jazzmaster Performer Auto Chrono, l’Hamilton ispirato ai motorsport

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Ricordo bene quando Hamilton presentò il Jazzmaster. Era il 2005, eravamo tutti a Baselworld: e la Casa americana (ormai naturalizzata svizzera) tracciava un parallelo fra la propria storia e quella della musica jazz – entrambe nate Oltreatlantico alla fine dell’Ottocento. Festeggiava così le “proprie radici ritmiche” con una collezione che adottava “i ritmi spasmodici delle città del Ventunesimo secolo” (nel virgolettato riporto testualmente il comunicato dell’epoca: sono andata a scartabellare nel mio archivio di cartelle stampa per recuperarlo). Quel lancio di vent’anni fa mi è venuto in mente non appena ho visto il nuovo Jazzmaster Performer Auto Chrono, in cui mi è sembrato di ritrovare la stessa attitudine al dinamismo e lo stesso spirito metropolitano delle origini.

Certo, il nuovo cronografo automatico ha un’estetica attualissima che ricorda esemplari più recenti, come vedremo tra poco. Ma l’ispirazione motorsport è innegabile: nella lunetta con la scala tachimetrica, chiaro rimando alla velocità, come nel cinturino in pelle traforata, simile ai guanti dei gentleman driver del passato. Codici di stile che saltano subito all’occhio e sono naturalmente processati dal nostro cervello per portarci diretti in un preciso immaginario: gremito di auto sportive di grossa cilindrata, con il rombo dei motori a fare da colonna sonora, mentre l’aria si riempie di odore di gomma, di olio e di benzina, e l’adrenalina scorre nelle vene. Forse ho esagerato un po’, ma almeno ho reso l’idea…

L’estetica particolare

In effetti il nuovo Jazzmaster Performer Auto Chrono si inscrive nell’omonima famiglia di orologi uscita due anni fa, anche se il quadrante sembra piuttosto derivare da una particolare tiratura limitata, sempre del 2023. In pratica direi che si tratta proprio di un mix fra questi due precedenti. Presenta infatti i contatori al 3-6-9 della collezione Jazzmaster Performer, ma il display “aperto” sul disco della data del Jazzmaster Face-to-Face III, indimenticabile con quella cassa reversibile, ribaltabile lungo l’asse orizzontale. Una sintesi ben riuscita ed efficace, qui giocata su nuove forme, sfumature, finiture che – di fatto – la rendono del tutto nuova.

La cassa, innanzitutto, ha un diametro di 42 mm: grande sì, ma non eccessiva, può essere comodamente indossata dalla maggior parte dei polsi maschili. È realizzata in acciaio rivestito da un trattamento Pvd nero, colore che crea un bel gioco di cerchi concentrici fra la lunetta e l’anello della data, sui quali risalta ancora di più sotto gli indici e i numeri bianchi. In mezzo, in sequenza, l’anello argenté spazzolato della minuteria e un altro anello opaco, fra il nero e il grigio antracite, posto sotto gli indici applicati. Altri cerchi, stavolta pieni, sono i tre contatori, diversi per tonalità ma accomunati da una spazzolatura circolare. Lavorazione che dona ulteriore rilievo a un quadrante profondo già di suo, grazie al disco del datario naturalmente posto a un livello inferiore.

Il movimento del Jazzmaster Performer Auto Chrono

E passiamo al movimento, il calibro H-31, meccanico a carica automatica. Lo si vede attraverso l’oblò trasparente posto sul fondello, che mostra in primo piano la massa oscillante a tre razze, anch’essa di matrice automobilistica (potrebbe ricordare parte del volante di certe vetture d’antan, o un dettaglio del cerchione di una ruota). In pratica il calibro H-31 è uno sviluppo dell’Eta Valjoux 7553, a sua volta un’evoluzione del celeberrimo 7750. Non credo che questo movimento – considerato un autentico “trattore”, più che rodato, di comprovata affidabilità – abbia bisogno di presentazioni. Nel caso, vi rimando alla lettura di un’altra recensione apparsa di recente sulle pagine del nostro Il Giornale degli Orologi, in cui l’argomento è trattato in modo abbastanza approfondito. E vado oltre.

Per il calibro H-31, dicevo, i tecnici di Eta (leggi Swatch Group) hanno rielaborato il 7753 in chiave moderna, così da renderlo ancora più efficiente e in linea con le esigenze del pubblico contemporaneo. Prima di tutto sono intevenuti sull’organo motore, ovvero sul bariletto, e hanno aumentato l’autonomia fino a raggiungere le 60 ore. A prova di weekend, direbbero alcuni. E poi hanno lavorato sull’organo regolatore, nel quale hanno sostituito la tradizionale spirale con una spirale in Nivachron. Vale la pena di ricordare che la spirale in questo materiale, a base di titanio, regala al movimento una maggiore resistenza ai campi magnetici nonché alle escursioni termiche e agli urti (almento fino a una certa forza).

Infine, il prezzo

Per ulteriori informazioni, vi rimando, come sempre, alle didascalie. Qui concludo con il prezzo: 2.595 euro. Poco più degli altri Jazzmaster Performer Auto Chrono, da cui si distingue – insisto – per l’originalità stilistica e l’estetica d’impatto. Un prezzo del tutto in linea, comunque, con la politica del Brand. Hamilton non si smentisce mai.