Vi abbiamo dato qualche anticipazione qualche settimana fa parlando della LVMH Watch Week 2025, primo evento del settore orologiero dell’anno svoltosi tra New York e Parigi. Il Big Bang Meca-10 42mm ha rappresentato la novità principale di Hublot, Marchio svizzero (ma di origini italiane) che dal 2008 fa appunto parte di LVMH, fra i più grandi gruppi del lusso al mondo.
Il nuovo orologio – declinato nelle varianti Titanium (in titanio grado 5, appunto), King Gold (lo speciale oro “made in Hublot” contenente platino) e Frosted Carbon (carbonio opaco) – discende dal Big Bang Meca-10 45mm del 2016. Da questo si distingue per un calibro “ottimizzato”, ossia ridotto nelle dimensioni (o almeno, così verrebbe da pensare). Operazione necessaria all’alloggiamento in una cassa di 42 mm di diametro, quindi più piccola.
D’altronde, il graduale ritorno a dimensioni più contenute, nel mondo delle lancette, è il trend del momento. Se diverse maison stanno proponendo, per i loro cavalli da battaglia, versioni da 38 mm o addirittura 36 mm, Hublot – che dalle dimensioni generose dei suoi modelli ha ricavato un tratto distintivo – si adatta riducendo alcuni dei suoi Big Bang da 45 a 42 mm.
Il Big Bang Meca-10 fra Meccano e lunga autonomia
In questo articolo, voglio focalizzarmi sull’Big Bang Meca-10 42mm in versione titanio, e in particolare sul movimento di manifattura: il calibro HUB1205, a carica manuale. Faccio però notare che la Casa di Nyon, attraverso un processo galvanico, ne colora le principali componenti a vista in funzione del materiale di cui è fatta la cassa. Il movimento è quindi prodotto in 3 varianti cromatiche: grigio metallizzato (per la versione titanio), color oro (King Gold) e nero (carbonio). Non è un dettaglio, ma una vera e propria personalizzazione, perché il trattamento chimico riguarda sia la parte lato quadrante, sia quella lato fondello. Ma torniamo ad analizzare le peculiarità del movimento.
Il Meca-10, sin dai suoi esordi del 2016, si distingue dai calibri meccanici di concezione tradizionale per almeno due motivi. Il primo è l’aspetto, chiaramente ispirato alle costruzioni Meccano. Ne avrete almeno sentito parlare, no? Quei modellini di auto/trattori/locomotive con dadi e bulloni in bella vista sono stati tra i giochi più venduti per tutto il Novecento, soprattutto fra gli adulti (e più ancora che per i bambini).
Il secondo è l’insolita, lunghissima autonomia di 10 giorni. Un dato che acquista valore e utilità, se si pensa che il Meca-10 non si ricarica automaticamente con i movimenti del polso, ma ruotando la corona a mano. E soprattutto, va sempre ricordato, la lunga autonomia influisce sulla costanza di marcia di un orologio perché migliora l’isocronismo. Infatti, a piena carica, la molla del bariletto ha una coppia elevata, che più a lungo rimane stabile, meglio è. Sono proprio le fluttuazioni di coppia a influenzare il moto dell’organo regolatore di un orologio.
Il contatore dell’autonomia
Guardando il Big Bang Meca-10 42mm, l’attenzione è catturata dall’indicatore dell’autonomia residua posto a ore 3. Non un semplice contatore con una lancetta che indica le ore (o più raramente i giorni) di carica, come quasi sempre accade. No, qui non c’è alcuna un’indicazione analogica, secondo il significato scientifico del termine. Si trova, invece, un complesso meccanismo che visualizza la riserva di carica attraverso un display digitale: per essere più chiari, una finestrella che riporta un numero arabo.
Al di sotto del contatore, si nota prima di tutto una molla a spirale che contribuisce notevolmente a connotare esteticamente il Big Bang Meca-10 42mm. Ma il complesso dispositivo, in effetti, comprende anche due ruote sovrapposte che si muovono in direzioni opposte, ed è governato un sistema a cremagliera e pignone – i cui moti, lineari e di rotazione, sono appunto legati alla tensione della molla. Il display dunque è in realtà un differenziale, che fa la media fra la carica residua delle molle contenute nei due bariletti – visibili rispettivamente a ore 1 e a ore 5.
Il dispositivo Meca-10, che ha richiesto un paio d’anni di studi per essere messo a punto, per il nuovo Big Bang Meca-10 42mm è stato modificato nella visualizzazione, così da fornire una lettura più immediata. Mentre in passato l’indicazione dell’autonomia residua era visibile in due punti (a ore 3 un indice rosso per il progressivo avviso di ricarica, e a ore 6 i giorni residui effettivi), ora le informazioni sono concentrate appunto a ore 3. Il numero dei giorni di carica rimasti sono riportati per mezzo di una lancetta a triangolo rosso. A tre giorni di carica residua, la lancetta si sovrappone al settore rosso del display numerato sottostante, ricordando così all’utente che è bene caricare l’orologio.
Un’estetica particolare
Detto questo, si capisce perché la Casa di Nyon parla proprio di “ottimizzazione” del movimento: semplificare l’indicazione dell’autonomia non dev’essere stata una passeggiata. E in più, rispetto al modello originario, ha operato numerosi interventi di revisione sull’intero calibro HUB1205. Il livello di scheletratura dei componenti è maggiore, la vista lato quadrante (assente) è dominata da un elemento verticale, mentre sul fondello spiccano i caratteristici tre ponti orizzontali e paralleli, che attraversano l’intera platina, cui sono fissati nelle loro estremità.
La sensazione è quella di trovarsi davanti a un movimento quasi del tutto nuovo. Come se i progettisti di Hublot, cambiando il dispositivo per l’indicazione dell’autonomia, abbiano risistemato un po’ tutti i componenti, ristudiato gli spazi vuoti. Il risultato è un’architettura leggera e quasi minimale, a dispetto del doppio bariletto e nonostante la complessità della costruzione. Il che rende l’Hublot Big Bang Meca-10 42mm uno degli orologi scheletrati più caratteristici in circolazione.
Continuando l’osservazione, a ore 9 si scorge il contatore dei piccoli secondi con funzione hacking. Estraendo la corona, infatti, la lancetta dei secondi si arresta, per consentire una precisa e sicura regolazione dell’ora. A vista, a ore 7, in tutta la sua perfezione, appare l’organo regolatore in cui il bilanciere è affiancato da una ruota dell’àncora in silicio, materiale “impermeabile” ai campi magnetici e agli sbalzi di temperatura.
Il prezzo del Big Bang Meca-10 Titanium 42mm
Per tutte le altre caratteristiche vi rimando alle didascalie. Qui aggiungo solo un’ultima informazione, quella che maggiormente interessa i potenziali acquirenti. L’Hublot Big Bang Meca-10 42mm, oggetto di questa pagina, costa 23.900 euro. Un prezzo perfettamente allineato, almeno per la versione in titanio, a quello del precedente modello. A parità di prezzo, la Casa svizzera lascia così la possibilità di scegliere fra la cassa da 42 mm e quella da 45 mm, di conseguenza fra il nuovo e il “vecchio” calibro. In termini assoluti, la considero una cifra adeguata. La complicazione interpretata in modo innovativo, come scrivevo, ha richiesto anni di sviluppo, il che significa investimenti di capitali nel tempo. E la ricerca tecnologica dell’alta orologeria, alla fine, si paga. Va così.