C’è, in tedesco, una parola sostanzialmente intraducibile in italiano e in altre lingue che è heimat. Qualcosa come “piccola patria”, “casa”, che evoca la dimensione intima e domestica della terra natia. Non conosco bene il tedesco, ma ho pensato a questa parola fin dal primo momento in cui ho conosciuto la collezione Tutima Patria. Che, quest’anno, ai Geneva Watch Days, si è presentata con tre nuove referenze in titanio, le quali meritano un approfondimento per diversi motivi.
Gli anni nomadi di Tutima
Intanto perché il Tutima Patria è un orologio che ha una storia giovane, legata a quella più antica del marchio, di cui abbiamo scritto qui. Se, infatti, la manifattura nacque sul finire degli anni ’30 del ‘900 in Germania, la collezione protagonista di questo articolo vide la luce meno di una decina di anni fa, in concomitanza con un avvenimento significativo: il ritorno del marchio a Glashütte.
Come buona parte delle manifatture tedesche, anche Tutima nacque nella valle sassone culla dell’orologeria, a una manciata di chilometri dal confine ceco e da Dresda, la “Firenze dell’Elba”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale però, a causa della divisione della Germania in orientale e occidentale, il fondatore dell’azienda Ernst Kurtz partì per la Franconia, una regione confinante con la Sassonia ma parte della Germania occidentale. Portò con sé alcuni artigiani qualificati di Glashütte. Forse aveva avuto una premonizione degli anni socialisti che attendevano la Germania orientale.
Intorno al 1951, Kurtz si trasferì nel nord della Germania, stabilendosi infine a Ganderkesee, vicino a Brema, e iniziò a produrre orologi firmati Kurtz Glashütter Tradition. Realizzato con il know-how acquisito a Glashütte, il suo Kurtz Calibro 25 era particolarmente degno di nota per l’alta qualità. Ma l’azienda era ancora lontana da casa e dovette attendere fin dopo l’unificazione tedesca per ritornare a Glashütte, nel 2011. L’occasione giusta per festeggiare con un orologio prezioso e una collezione ricercata.
I nuovi Tutima Patria
La collezione Tutima Patria è caratterizzata da movimenti di manifattura il cui design e complessità derivano dall’orologio Hommage Minute Repeater del 2011 che, secondo l’azienda, è da considerare il primo ripetizione minuti interamente concepito e prodotto in Germania. Di sicuro c’è il fatto che la linea segna il ritorno di Tutima all’eleganza e alle complicazioni di alta orologeria, impiegando movimenti di manifattura propri.
Già presente nel portafoglio di Tutima, la collezione si è arricchita con tre nuove referenze portate dalla manifattura ai Geneva Watch Days che si sono tenuti a inizio settembre. L’estetica è quella classica del Tutima Patria, individuabile al primo colpo da chi conosce il marchio. Un orologio solo tempo, con cassa tonda e piccoli secondi al 6 che – tra i modelli attualmente in assortimento – si concede solo un paio di piccole complicazioni: una riserva di carica e un secondo fuso orario.
Non è il caso delle tre referenze recenti. In questo caso si tratta di classicissimi tre lancette, la cui vera novità è il materiale della cassa: a fianco dell’oro rosa caratteristico della collezione, il nuovo Tutima Patria introduce il titanio. Non è solo un fatto di leggerezza, ma anche di aver lavorato questo materiale con una finitura lucida (una faticaccia e una garanzia di qualità) che rende la cassa particolarmente brillante e fa spiccare ancora di più il quadrante.
Riguardo al quale sono state scelte tre varianti di colore: antracite, grigio grafite o argento. Gli indici applicati e le lancette sono i medesimi per tutte le referenze, così come la lavorazione del quadrante. Ciò che fa la differenza è proprio il colore che, in abbinata con il cinturino, cambia volto a ciascun orologio, cui regala una personalità distinta.
La tradizione di Glashütte
La bellezza vera dei nuovi Tutima Patria si nasconde però all’interno della cassa ed è il calibro di manifattura, a carica manuale, Tutima 617. Un movimento che è figlio della tradizione di Glashütte, a partire dall’estetica, caratterizzata dalla platina a tre quarti tipica dei calibri nati nella valle sassone. L’ideazione risale niente meno che a Ferdinand Adolph Lange.
Siamo nel 1875 quando Herr Lange brevettò questo tipo di platina negli Usa. Perennemente alla ricerca di soluzioni tecniche capaci di ottimizzare il funzionamento, la produzione e la manutenzione degli orologi, Lange non amava troppi ponti messi a sorreggere i pignoni delle ruote. Secondo lui erano un ostacolo nel trovare il gioco corretto tra le componenti del meccanismo, perché spesso richiedevano lo smontaggio di parte del lavoro già svolto per arrivare alla regolazione corretta.
Perciò passò un paio di decenni a sviluppare una soluzione che consentisse, grazie a una platina posta al di sopra del treno del tempo, di mantenere quest’ultimo in posizione speculare rispetto a quanto già faceva la platina inferiore. La platina superiore crebbe anno dopo anno fino a coprire i tre quarti dell’ampiezza del calibro, lasciando libero solo l’organo regolatore e il ponte che lo sorregge.
Questa soluzione richiedeva maggiori competenze da parte dei maestri orologiai nel far coincidere perfettamente tutti i perni delle ruote con i fori sulla platina superiore. Aveva però un innegabile vantaggio: consentiva una maggiore rapidità di assemblaggio e smontaggio, oltre a proteggere il calibro dalla polvere e dallo sporco che potevano insinuarsi nell’orologio.
Erede di tutto questo, il calibro Tutima 617 lavora a una frequenza di 21.600 alternanze/ora e ha un’autonomia di tutto rispetto, 65 ore. In didascalia trovate qualche dettaglio in più, ma sappiate che questo movimento vale, come si suol dire, il prezzo del biglietto.
Tutima Patria e il valore della storia
Prezzo che, nel caso dei nuovi Tutima Patria è piuttosto importante: 8.850 euro. Penso però sia piuttosto chiaro da quanto ho scritto finora, che l’impegno messo dall’azienda in questo orologio, soprattutto in termini di sviluppo meccanico, sia piuttosto importante.
È vero che il calibro 617 non è nuovo ma è già stato utilizzato in altre referenze precedenti. Così come è vero che il titanio non è un metallo prezioso. Ma il valore di questo orologio non si calcola in base ai carati o alla novità, e nemmeno al numero dei componenti del movimento, ma guardando alla storia e al significato che la collezione assume all’interno dell’evoluzione del brand. E quando si parla della propria terra natale, questo valore diventa incalcolabile.