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Nautilus Ladies: i nuovi Patek Philippe 7010 all’insegna del colore

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Il Patek Philippe Nautilus non ha certo bisogno di presentazioni. Gli sono già stati dedicati fiumi di inchiostro, e io non ho intenzione di ripetere quanto scritto altrove in innumerevoli occasioni. Mi concentro invece sulle vicende meno note della versione femminile: il Nautilus Ladies. Definizione di comodo che utilizzo per distinguerlo dal più celebre predecessore, anche se – lo ammetto – è ufficiosa: la Manifattura ginevrina lo ha sempre chiamato semplicemente Nautilus. Come ha fatto anche quest’anno a Watches and Wonders Geneva, quando ha presentato i nuovi Nautilus 7010G-013 e 7010/1G-013. Entrambi appunto “da signora”, ci offrono l’opportunità di raccontare qualcosa sul “fratellino minore” – sia per età sia per dimensioni – della creazione di Gérald Genta.

Le origini del Nautilus Ladies

Gli esordi del Nautilus Ladies risalgono ai primi anni Ottanta. Nel 1981 Patek Philippe aveva fatto uscire sul mercato un modello di taglia media (Ref. 3800), il cui diametro di 37,5 mm aveva conquistato un numero crescente di polsi femminili. Si trattava di un formato più piccolo rispetto agli “enormi” (per l’epoca) 42 mm dell’esemplare originale, datato 1976.

Poi, nel 1982, la Maison ginevrina creò una versione espressamente “da donna”, la Referenza 4700: in acciaio, con la cassa di 28,5 mm di diametro, era animata da un movimento al quarzo, il calibro E19 (poi E19C). Rispetto all’omologo maschile, quel modello da signora si distingueva per l’impermeabilità fino a 6 atmosfere (anziché 12) e un diamante incastonato nella corona.

Soprattutto, il Nautilus Ladies riscosse subito un grande successo. Il pubblico femminile non esitò ad amarlo fin dal momento del lancio, diversamente dagli uomini che avevano accolto l’orologio più tiepidamente. Tant’è che, come raccontava all’epoca l’allora Presidente Philippe Stern, «la richiesta di Nautilus rimase moderata sino all’inizio degli anni ’80».

Le signore ne apprezzarono il design puro e pulito, perfetto anche in situazioni formali, e allo stesso tempo la robustezza, che permetteva di indossarlo con disinvoltura. Il Nautilus Ladies era l’emblema di uno stile sport-chic, lussuoso ma funzionale, ribadito anche dalla presenza del datario (era l’unico Patek da donna con datario).

… e l’evoluzione

C’è da dire che anche il Nautilus Ladies si dimostrò estremamente versatile e fu declinato in molteplici varianti. Con l’andar del tempo conobbe modelli two-tone, in acciaio e oro, oppure interamente in oro giallo, e perfino di gioielleria, incastonati di pietre preziose, diamanti, rubini o smeraldi. La ricca collezione rimase quindi in catalogo fino al 2004, quando smise di essere prodotta.

Successivamente, nel 2009, Patek Philippe la riportò in vita in tre nuove versioni, in oro rosa o bianco, per un totale di sei referenze (chiamate 7010 o 7011). Tutte con la cassa di 32 mm, la lunetta spazzolata o tempestata di diamanti, il quadrante argentato o antracite e il movimento al quarzo, calibro E23 SC. Ma soprattutto con una rinnovata architettura, derivata dalla collezione del 2006.

In occasione del 30° anniversario del Nautilus, infatti, la Manifattura ginevrina aveva fermato la produzione precedente per sostituirla con una linea del tutto nuova, opportunamente rivisitata da un lieve ma deciso restyling. In acciaio, con la cassa da 43 (Ref. 5711/1A) o da 38,4 mm (Ref. 5800/1A, quest’ultima particolarmente apprezzata dalle donne), il nuovo Nautilus assume proporzioni diverse e forme più dolci.

La cassa non è più monoblocco come in passato, ma presenta la “classica” costruzione tripartita, con il vetro zaffiro sul fondello a mostrare il movimento. Le “cerniere” incurvate, le lancette e gli indici a bastone ingranditi, le maglie del bracciale sottilmente modificate, tutto concorre a modernizzare l’estetica e a migliorare le prestazioni, pur nel rispetto dei tratti distintivi dell’originale.

Il nuovo Nautilus 7010G

Gli anni successivi portano ulteriori sviluppi. La collezione si articola in esemplari di 33,6 o 35,2 mm, anche con movimento automatico e cinturino in pelle di alligatore, ma sempre con il display in sobrie tonalità. Poi, nel 2023, la svolta, dettata dal mutato gusto per il colore diffuso nell’orologeria contemporanea, non solo femminile. Così il Nautilus Ladies adotta un quadrante in un vivacissimo rosa porpora, che spicca nell’habillage in oro rosa (Ref. 7010/1R-013) e tinge anche il cinturino effetto tessuto (Ref. 7010R-013).

E sono proprio questi gli immediati precedenti delle novità di quest’anno, che puntano di nuovo sul colore ma in una cromia complementare: azzurro ceruleo. La particolare sfumatura crea un bel contrasto con la cassa e il bracciale in oro bianco (Ref. 7010/1G-013) e un’efficace monocromia con il cinturino effetto tessuto (Ref. 7010G-013).

Entrambe le versioni hanno la cassa di 32 mm di diametro, ornata da quasi un carato di diamanti taglio brillante e da un’alternanza di lavorazioni lucido-satinate. Ed entrambe sono animate da un movimento al quarzo, calibro E23-250 SC, realizzato “in casa”. Ricordo che anche ai “quarzi” la Manifattura ginevrina applica la stessa cura per le finiture dei calibri meccanici. In questo caso l’intera superficie del movimento è decorata a perlage, côté cadran, e a Côtes de Genève, côté fond.

Prezzi e conclusioni

Lascio alle didascalie il compito di fornire informazioni più dettagliate. Qui mi limito ad aggiungere i prezzi: 42.649 euro (per la referenza con il cinturino) e 60.469 euro (per quella con bracciale, la cui presenza ovviamente incide sui costi). E una breve considerazione finale. I valori trasmessi dai nuovi Nautilus Ladies 7010 sono sempre gli stessi e si rifanno a quello che è considerato a tutti gli effetti “l’orologio sportivo ma elegante” per eccellenza, fin dal 1976. Ed è ormai diventato un riconosciuto status symbol, oltre che una forma di investimento. Al quale però il tocco di colore infonde una speciale originalità, squisitamente femminile, che lo aggiorna senza tradirne l’essenza.