All’Argentario, per un (riservatissimo) incontro conviviale a casa di Angelo Bonati. Iniziano così Le cronache di PDV, esclusivi Percorsi Di Viaggio del Giornale degli Orologi. Realizzati da Paolo De Vecchi
Le cronache di PDV – Percorsi Di Viaggio I
L’estate, tra caldo e vacanze, ferma le lancette della maggior parte degli eventi e degli incontri legati all’orologeria. Riprenderanno poi a muoversi in settembre, ma possiamo fin d’ora citare, tra gli altri, la rinnovata sponsorizzazione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia da parte di Jaeger-LeCoultre, e una serata di gala – al momento di soggetto ancora misterioso – ambientata nella “Swinging London” e tenuta a battesimo da Vacheron Constantin. Altro discorso riguarda invece le regate, molto amate e frequentate dall’industria del tempo, che dispiegano le vele proprio tra giugno e settembre: con i marchi Rolex e Panerai che s’imbarcano rispettivamente sui più prestigiosi scafi moderni e d’epoca, tanto per citare le presenze più seguite e rilevanti. E appunto in questo contesto è avvenuto un episodio che ci piace poter raccontare: non si tratta di un evento, piuttosto di un piccolo momento di grande gioia, slegato da scopi pratici, ma profondamente emozionale, un po’ come lo è quella magia che avvolge e fa amare gli orologi.
L’occasione è stata la tappa nelle acque dell’Argentario (a Porto Santo Stefano, dal 13 al 17 di giugno) del Panerai Classic Yachts Challenge, considerato il più importante circuito mondiale per barche storiche. E se la data è ormai lontana, poco importa: il racconto non vuole parlare d’attualità, ma di un istante senza tempo, sospeso in un conviviale e sentito rito di passaggio. Una sorta di Amarcord dell’orologeria, dove il capitano di lungo corso che lascia il timone – per sopraggiunti limiti di età – è Angelo Bonati, alla guida di Panerai fin dalla prima ora, e i compagni di viaggio, invitati a cena sul terrazzo della sua casa in Argentario, con vista mozzafiato che scoscende fra terreni coltivati fino al mare, sono Augusto Veroni, Giampiero Negretti, Paolo “Pooh” Maccione e chi scrive, veterani della carta stampata e di svariata competenza nell’industria delle lancette.
Delizioso momento privato, lontano dall’ufficialità – anche per correttezza nei confronti del successore, Jean-Marc Pontroué – e graditissima sorpresa per tutti noi: con la netta sensazione che quell’invito avesse valore di sincero riconoscimento per qualche merito acquisito sul campo, fosse anche solo quello di essere stati presenti, tra i primi nel 1997, al momento del rilancio di Officine Panerai da parte di Richemont Group. Testimoni di un’avventura tutta italiana, così come lo è stata quella progressiva e felice trasformazione di uno strumento militare e molto nazionale in un orologio prestigioso e di successo mondiale. Un senso di gratitudine che è stato da noi altrettanto sinceramente contraccambiato, visto che le vicende legate a quel marchio – come è ampiamente documentato – hanno offerto molto materiale di studio, scrittura e immaginazione a tutti gli appassionati e i professionisti dell’orologeria, da oltre vent’anni a questa parte.
“Lo sai, Angelo, già un invito a cena al ristorante, per raccontarcela tra amicizia e professionalità, sarebbe stato di grande piacere e altrettanto onore: ripercorrere tutto questo tempo, il cammino fatto insieme e le cose successe… ma vedi, siamo qui, a casa tua, e questa bella familiarità, per chi si è incontrato sul lavoro, è un fatto davvero raro”. Si è detto anche questo, sottolineando quanta genuinità e italianità ci fosse in quell’incontro, quella stessa genuinità e italianità – dagli incursori di marina alle influenze dell’architettura razionalista, passando per episodi di grande genialità e creatività, o incrociando originalità stilistica ed eccellenza meccanica – che sono i presupposti della nascita e dello sviluppo di Panerai. Una coerenza con le origini e le tradizioni toscane del marchio che è finita fin sulla tavola dei convitati, apparecchiata con magnifica semplicità e imbandita da Gianluca Rende – fautore di una cucina subito riconoscibile alla vista e al gusto – con verdure, pesci, vini e frutta di provenienza strettamente locale.
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