Ottimizzazione dei processi produttivi e chiara visione del futuro: le ragioni alla base di una scelta, oggi dimostrazione di grande coraggio. Considerazioni sul Manifakturzentrum di IWC
Mettere a budget l’edificazione di una nuova manifattura per una marca orologiera equivale a fare un patto con l’eternità. E, se così non è, poco ci manca. Per rendersene conto basta analizzare il “cambio generazionale” degli edifici storici delle più blasonate maison, per molte arrivato solo in questi ultimi anni dai tempi della loro fondazione. In alcuni casi, a centinaia di anni di distanza. La ragione più grande di tanta “stanzialità” va ricercata naturalmente nei costi. Esorbitanti.
Così, a meno che dietro al progetto non ci sia realmente una visione illuminata di chi tira le fila della baracca, per far fronte a una crescita si è sempre preferito allargarsi un po’ qua e un po’ là, approfittando magari dei lavori per mettere in campo un bel restyling. Che male non ha mai fatto, specie dal punto di vista dell’immagine. Minima spesa massima resa. Proprio per questo presenziare ogni tanto al taglio del nastro di un vero, nuovo, edificio produttivo è un po’ come godere della piacevole sensazione di assistere a uno spettacolo più raro del passaggio della cometa di Halley. Unico, appagante. Soprattutto, un evento di estrema importanza per tutto il settore ed il suo futuro. Lo scorso 27 agosto IWC Schaffhausen ha inaugurato la sua nuova manifattura alla periferia di Sciaffusa.
Una scelta coraggiosa dal punto di vista sia storico e sia economico/finanziario. Storico perché per la prima volta dalla sua fondazione il marchio ha lasciato l’edificio originale fatto costruire nel 1875 da Florentine Ariosto Jones (ampliato nel 2004 e nel 2007 con la costruzione di due ali laterali e supportato per specifiche fasi della produzione dal distaccamento di Neuhausen) su un appezzamento precedentemente coltivato a mele. Economico/finanziario perché, alla fine, lo “scherzetto” è costato qualcosa come 42milioni di franchi svizzeri. Per i tempi che corrono, specie dal punto di vista del mercato, non certo bruscolini.
A tal proposito – viste le tempistiche di realizzazione solitamente necessarie per un’opera del genere – i malfidenti potrebbero malignare che l’investimento sia stato messo in cantiere prima del 2015, ovvero in tempi di vacche grasse, finendo per trasformarsi in una tassa per chi, IWC Schaffhausen, si è ritrovato a dirigerla adesso. E invece no. Perché il nuovo Manifakturzentrum, per la sua edificazione, di mesi ne ha richiesti solo 22. E i calcoli sono presto fatti. Dietro alla fabbricazione c’è allora dell’altro. Una visione chiara del futuro.