Approfondimenti

Breguet Tradition 7077, un laboratorio tecnico senza pari

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Sfatiamo un mito: i cronografi non brillano certo per precisione. Ma i tecnici di Breguet, qualche anno fa, hanno risposto al problema con il movimento “sdoppiato” del Tradition Chronographe Indépendant 7077. Un concentrato di soluzioni tecniche rimaste insuperate

Una leggenda, una notizia falsa: la convinzione che i cronografi siano orologi di grande precisione non ha nessun fondamento tecnico. Al contrario: ogni volta che si aziona la parte cronografica, quella per misurare con precisione (questo sì) gli intervalli di tempo, la parte orologio è costretta ad un comportamento anomalo. L’azionamento del cronografo causa una improvvisa richiesta d’energia che non ha influenza solo sull’autonomia complessiva (il bariletto deve dare più energia per il cronografo e quindi ne rimane meno per la parte orologio), ma anche e soprattutto sull’amplitudine.

L’amplitudine è l’ampio (appunto) angolo compiuto dal bilanciere nelle sue oscillazioni in un senso e nell’altro. E le variazioni di amplitudine hanno sempre effetti perversi sulla costanza di marcia, che in definitiva si traducono in minore precisione. La cosa peggiore è che nessuno può stabilire a priori quante volte verrà azionato il cronografo. Quindi qualunque regolazione in fabbrica è una approssimazione destinata ad essere comunque smentita dai fatti. Tranquilli: fra poco cerco di farla ancora più semplice.

Breguet ha una storia che tutti, più o meno conosciamo: prende il nome dal Leonardo da Vinci dell’orologeria moderna, quell’Abraham-Louis Breguet che ha inventato più o meno tutto quel che c’era da inventare. Oggi la maggior parte degli orologi cerca di migliorare – grazie a nuovi materiali e al progresso tecnologico in generale – quanto già proposto da Abraham-Louis Breguet nei suoi orologi da tasca. Persino a livello estetico. Un Genio, appunto.

Per non lasciare in secondo piano la genialità, i tecnici della moderna Breguet tendono a mettersi nei suoi panni, cercando di pensare come lui, di creare un “Breguet pensiero” che fornisca quella voglia di sperimentare tipica di ALB. E lo fanno allegramente anche con la collezione d’orologi che appare più vicina ai tempi dell’orologiaio maximo: la collezione Tradition.

Il Breguet Tradition 7077, ad esempio, cerca di superare i problemi dovuti all’interazione fra cronografo e orologio sdoppiando totalmente le funzioni. Perché comprende un cronografo e un orologio normale. Ciascuno con il proprio bilanciere, con il proprio scappamento e con il proprio treno d’ingranaggi. Che porta, nel caso dell’orologio, alle due lancette di ore e minuti, nel quadrantino al 12. E a quelle del cronografo: lunga lancetta dei secondi crono al centro, lancetta retrograda dei 20 minuti (per non farsi mancare niente, ma anche per motivi estetici) circa all’11.

Dicevo dei motivi estetici. Sia ALB che i dirigenti odierni sono sempre attenti a sviluppare forme di simmetria volutamente imperfetta, per non risultare noiosa. Nel caso del Breguet Tradition 7077 la struttura è data dal quadrantino centrale, al 12, di ore e minuti. Ai suoi lati l’indicatore dell’autonomia residua del bariletto (al 2; quella totale è di 55 ore) e la lancetta retrograda dei minuti crono. Più in basso i due ampi bilancieri e infine al 6 la piccola lancetta che indica l’inserimento della funzione cronografo. Ma torniamo subito alla tecnica.

Per separare totalmente il cronografo dall’orologio “solo tempo” sarebbe stato necessario introdurre un secondo bariletto. E però basta osservare il movimento (meccanico a carica manuale) per rendersi conto che non c’è spazio per un secondo bariletto. Il quale, oltretutto, andrebbe caricato a parte: soluzione poco raffinata, anche perché ci puoi scommettere la pensione della nonna che, quando ti serve il cronografo, scopri che il relativo bariletto è vuoto come il cervello di certi politici.

Pensa che ti ripensa, i tecnici odierni di Breguet pescano nel passato e tornano alla soluzione più antica, la molla lineare. Una lunga barretta metallica, la versione “culturista” di quella utilizzata per far scattare il datario. La si nota trionfare, con il suo ponte, al centro del movimento visto dal fondello. E come viene “armata”, come viene caricata, questa molla? Direttamente dal pulsante di arresto: ogni volta che lo si preme, una serie di rimandi pantografici ne amplificano la corsa e vanno a caricare la molla – che di conseguenza è sempre pronta a fornire energia per il successivo riavvio del cronografo. Una soluzione di raffinata eleganza per la sua sintesi tecnica.

Ovviamente c’è il lato inverso della medaglia: la molla lineare è ovviamente più corta di quella a spirale contenuta nel bariletto, e può quindi immagazzinare e poi cedere una quantità limitata di energia, che in questo caso è sufficiente per 20 minuti di rilevamento cronografico. Ma bisogna capire che il Breguet Tradition 7077 non è un normale cronografo sportivo, bensì un laboratorio tecnico di soluzioni geniali.

A proposito delle quali concludo accennando al fatto che i due bilancieri funzionano a velocità diverse: 3 Hz (21.600 alternanze/ora) quello dell’orologio, e 5 Hz (36.000 alternanze/ora) il cronografo, ottenendo in tal modo maggiore precisione e la lettura al decimo di secondo. Già, ma di solito i bilancieri più “veloci” sono più piccoli per una questione di massa e momento d’inerzia. Come mai qui hanno lo stesso diametro? Beh, questo ve lo spiego in una delle didascalie per non rendere insopportabilmente lungo questo testo… 😊

Alcuni indirizzi utili: Boutique e rivenditori Breguet