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“Beyond Watchmaking”: in mostra l’arte di Audemars Piguet

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A Tokyo, la Manifattura espone la propria storia e il proprio savoir-faire. Ma rivela anche il dialogo con le avanguardie artistiche. Così, accanto alle collezioni di orologi del passato e del presente, mette in scena opere d’arte contemporanea

Un anello di rame, che abbraccia le rocce della Vallée de Joux, ricorda un orologio. Al posto degli indici delle ore, 12 porte si aprono su 12 stanze, che raccontano 140 anni di Audemars Piguet. Con uno sguardo d’insieme, però, che va oltre l’orologeria. Beyond Watchmaking. Design e arte contemporanea, musica elettronica e video-installazioni illustrano la storia e il savoir-faire di una maison che da sempre ha scelto di dialogare con l’arte, attraverso una costante ricerca della bellezza nella precisione e nella tecnica.

Non ci sorprendiamo dunque di trovare la Casa svizzera al Tokyo Midtown Design Touch, 13a edizione dell’evento giapponese che ogni anno chiede ad artisti di tutto il mondo di sviluppare il concetto “godere il design con i cinque sensi”. Come goderlo più da vicino che apprezzando un piccolo capolavoro di micro-meccanica? Qui è riunito il meglio della produzione della Manifattura indipendente, tuttora guidata dagli eredi delle famiglie fondatrici.

Dai cronografi alle Grandes Complications, inclusi meccanismi con suoneria e astronomici, 150 esemplari della collezione heritage e di quella odierna sono esposti nelle 12 sale, allestite dal designer Mathieu Lehanneur per la mostra “Beyond Watchmaking”, appunto. Aperta fino al 4 novembre al Tokyo Midtown Grass Square, la grande monografica è un evento speciale, rivolto sia al pubblico di appassionati sia ai neofiti; imperdibile per quanti desiderano conoscere o approfondire l’alta orologeria attraverso una delle case al vertice, non solo in Svizzera. (N.B. L’ingresso alla mostra è gratuito, ma è consigliata la prenotazione sul sito internet dedicato).

Nella prima sala espositiva, immagini di acqua, ghiaccio, rocce e foreste immergono il visitatore nell’habitat che ha “nutrito” e ispirato i maestri orologiai di Audemars Piguet. Il viaggio nella storia della Marca comincia naturalmente nella Vallée de Joux, regione maestosa nel cuore del Massiccio del Giura, a nord di Ginevra, dove quella storia ebbe inizio nel 1875. In quell’anno Jules Louis Audemars, uno dei fondatori, alla fine del proprio apprendistato realizzò una personale summa delle complicazioni orologiere.

Quel pezzo unico, ovviamente, in questi giorni è esposto nella sala che riunisce gli esemplari più complicati sviluppati dalla Manifattura nel tempo; una tradizione che continua tuttora, come rivelano alcuni modelli dell’ultima collezione del 2019, Code 11.59 by Audemars Piguet, visibile in una sala. Un’altra è invece interamente dedicata al Royal Oak e alle sue innumerevoli declinazioni. Poco oltre, i maestri orologiai di Le Brassus illustrano con dimostrazioni pratiche le antiche tecniche di finitura a mano con cui decorano i movimenti e gli orologi. Ieri come oggi.

Ad arricchire il racconto, opere d’arte contemporanea commissionate da Audemars Piguet mettono in rapporto diverse pratiche creative. In particolare, Ryoji Ikeda, compositore di musica elettronica e artista visivo giapponese, presenta la seconda variazione della trilogia “data-verse” (la prima è in mostra alla 58a Biennale di Venezia); che propone un viaggio attraverso il cosmo, dalla collisione microscopica di protoni all’esplorazione dello spazio osservato.

Del resto, arte, umanità, scienza e natura sono sempre stati a cuore alla Manifattura. E in questo universo veniamo immersi con la seconda installazione audiovisiva di Ikeda, “data.anatomy [for Audemars Piguet]“. Che deframmenta, elabora e ri-costituisce più di 10.000 componenti dei vari movimenti all’interno delle collezioni della Manifattura; inedito, originalissimo sistema per mettere in mostra nell’era digitale l’identità e le capacità di Audemars Piguet.

Altrove, una selezione delle fotografie scattate da Dan Holdsworth trasportano i visitatori nelle antiche foreste della regione e tra i ghiacciai. Mentre, dalla parete interna dell’anello, piccoli altoparlanti rotondi e dorati emettono suoni naturali e industriali; registrati nella Vallée de Joux e orchestrati da Alexandre Joly, compongono l’installazione sonora “Wild Constellations”. Insomma, la mostra “Beyond Watchmaking” è un viaggio immersivo nell’universo geografico e culturale di Audemars Piguet. Alta orologeria che, ancora una volta, comunica con l’arte.