Approfondimenti

Il Patek Philippe Settimanale, prime considerazioni

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Dall’acciaio della cassa alla grafica del quadrante. Cominciamo così, con qualche riflessione teorica ed estetica, l’analisi della nuova Referenza 5212A di Patek Philippe: un calendario completo con l’indicazione delle settimane. Che in questo caso sono 53 (e non 52)…

Ci sono orologi che talvolta vengono sottovalutati. È sempre un errore e l’errore è ancora peggiore se a farlo è un giornalista. Io quest’errore l’ho commesso con il Patek Philippe Settimanale. Giustificazioni? Non so se possa aver valore: l’orologio è basato sulla capacità di indicare data, giorno della settimana e mese; ma non come fanno tanti altri orologi con calendario completo – così si chiama la complicazione –, bensì con una lancetta che compie il giro del quadrante in un anno scandendo i mesi attraverso la successione delle settimane.

Normalmente l’indicazione della settimana per noi italiani non è di rilevanza sostanziale; quindi la cosa potrebbe apparire semplicemente una bizzarria secondaria, come inizialmente mi è apparsa. In realtà in gran parte del mondo (Stati Uniti, ad esempio) la paga è settimanale e non mensile. Il che qualifica immediatamente il Patek Philippe Settimanale come un orologio di notevole utilità. Colpa mia aver sottovalutato questo aspetto: certe volte tendo a cadere anch’io, come altre persone, nella convinzione che l’Italia sia l’ombelico del mondo. Ma così non è, ovviamente.

L’orologio in realtà è interessante anche per altri aspetti, fra cui spiccano quelli tecnici. La trattazione del Patek Philippe Settimanale, quindi, sarà divisa in tre parti: quella prevalentemente estetica, in questo articolo; poi due altre puntate più tecniche, suddivise fra la tecnica specifica del calendario settimanale e quella del movimento di base; quest’ultimo  anticipa soluzioni che in futuro Patek Philippe adotterà anche in altri orologi e persino in altri calibri di base. Come a dire: gratta la settimana e ti salta fuori un mondo, quando i tecnici di Patek si impegnano…

Se qualcuno ci chiede quante settimane ci sono in un anno, ognuno alza la mando urlando “io io io, questa la so”: e poi spara allegramente 52 settimane! Sbagliato. La risposta esatta è 52,1429 settimane. O meglio sono di 53 settimane gli anni in cui il primo gennaio cade di giovedì oppure gli anni bisestili in cui il primo gennaio cade di mercoledì. È uno dei tanti graziosi paradossi che rendono molto, molto irregolare il computo del tempo.

Per intenderci: l’anno prossimo è bisestile, e in teoria dovrebbe avere 52 settimane. Ma dal momento che il primo di gennaio è – guarda caso – mercoledì, allora avrà 53 settimane. Che saranno indicate con esattezza dal Patek Philippe che io avrei chiamato Calendario Completo Settimanale. Ora sappiamo tutti perché il quadrante di questo orologio indica 53 settimane e non 52.

La cassa del Patek Philippe Settimanale nasce dalla collezione Calatrava, che comprende alcune varianti estetiche quasi indistinguibili. In questo caso, invece, un occhio attento nota subito la foggia delle anse, molto diverse dagli altri Calatrava: una novità ribadita dal fatto che questo Settimanale è l’unico Calatrava con cassa in acciaio. Forse un primo assaggio di novità future? Per ora ogni ipotesi è priva di basi solide tranne il fatto che il prezzo (30.860 euro) può inizialmente sembrare molto alto per un “acciaio”. Salvo poi rendersi conto (lo vedremo in futuro) dei grandi contenuti tecnici e del fatto che i Patek in acciaio diventano immediatamente oggetto di desiderio da parte dei collezionisti. Specie se – come in questo caso – ci sono complicazioni tecniche.

Il diametro (40 millimetri) è quello classico delle realizzazioni moderne: un buon compromesso fra leggibilità e indossabilità. Anche perché lo spessore è sorprendentemente contenuto: 11,18 millimetri (per gli amici: 11 millimetri), considerando l’automatismo di carica (con rotore centrale) e la complicazione, sono davvero pochi. Scopriremo nelle prossime analisi tecniche come è stato ottenuto questo risultato. Da notare che sul lato sinistro dalla cassa è alloggiato un pulsante per l’impostazione delle settimane.

Il fondello, a pressione, comprende un oblò in vetro zaffiro per ammirare lo spettacolare movimento: nessuna sorpresa. Il quadrante, a prima vista, appare di bizzarra stravaganza, con una grafica che imita la scrittura umana. In realtà non è un capriccio (vedete che con Patek Philippe, alla fine, tutto ha una solida logica?), ma è ripreso con qualche variante da un preziosissimo esemplare unico realizzato nel 1955, oggi esposto nel Museo Patek Philippe di Ginevra.

Il vetro zaffiro posto a protezione del quadrante è del tipo solitamente definito “box”, che riproduce per certi versi i vetri in “plastica” dei tempi andati. Ma anche in questo caso Patek Philippe sceglie una strada tutta propria: il rilievo perimetrale su cui poggia la parte bombata ha uno spessore insolitamente contenuto. Con un vetro “box” di tipo tradizionale avrebbe creato un non voluto aumento di spessore. Con questa scelta giocata sulle frazioni di millimetro si conserva l’effetto vintage conciliandolo con uno spessore ridotto al minimo. E per concludere, vi invito ad osservare un dettaglio importante, proprio riguardo lo spessore.

Chi di voi avrà l’intelligenza, l’audacia e la fortuna di andare a dargli un’occhiata presso un concessionario, noterà, con l’aiuto di una lente d’ingrandimento, che su un piano giace il datario, cui è sovrapposto il quadrante. E qui siamo nella banalità. Solo che di sopra, coassiali, ci sono la lancetta del giorno, quella della settimana, quella delle ore, dei minuti e dei secondi. Ben cinque piani sovrapposti di lancette, che in verticale creano uno spessore considerevole. E allora come fa l’orologio svilupparsi in poco più di un centimetro? E perché questo Patek Philippe Settimanale è un orologio tecnicamente fuori da ogni rotta conosciuta? Il seguito alla prossima puntata… 😊