Approfondimenti

Villeret Calendario Completo, l’understatement di Blancpain

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Il nome ufficiale è Blancpain Villeret Calendario Completo. Ma potremmo chiamarlo “il camaleonte dell’understatement” e vi spiego perché.
Blancpain perché è un Blancpain. Una marca nata nel 1735 a Villeret, minuscolo villaggio ai confini con la Francia. La data è quella in cui Jehan-Jacques Blancpain si definisce orologiaio nei registri del Comune. Un bel salto e nel 1961 Blancpain, diventata parte della fabbrica di movimenti Frédéric Piguet (altro minuscolo paesino ai confini con la Francia), viene acquistata da SSIH, già proprietaria di Omega, Tissot e Lemania. È il nucleo originario di quello che in seguito diventerà Swatch Group.

Il marchio sarà poi ceduto a Jacques Piguet che lo rilancerà con l’aiuto del socio Jean-Claude Biver, per poi “tornare” in Swatch Group nel 1992. Dieci anni dopo Nicolas G. Hayek, fondatore di Swatch Group, affiderà al nipote Marc la guida di Blancpain. Nel 2010, in un’ottica di chiarezza e razionalizzazione, la Frédéric Piguet è assorbita da Blancpain di cui diviene la “cassaforte” tecnica di movimenti. Che, come sempre, sono poi ceduti anche ad altre marche fuori dal gruppo (da Audemars Piguet a Vacheron Constantin, nel tempo molti grandi marchi hanno usato e continuano a farlo i movimenti di questa manifattura). La taglio qui, per ora, ma intanto abbiamo un po’ sistemato la faccenda di Blancpain, di Villeret e Le Brassus.

Blancpain Villeret Calendario Completo perché contiene una particolare complicazione che si chiama appunto Calendario Completo. Nel senso che è in grado di indicare la data (tramite una lancetta), il giorno della settimana e il mese (in specifiche finestrelle al 12), nonché le fasi lunari. Ma senza alcun automatismo che non sia la normale sequenza secondo la quale ogni 24 ore mutano data e giorno della settimana e ogni 31 giorni il mese. In tutti gli altri casi bisogna intervenire manualmente. Non va confuso né con il Calendario Perpetuo né con la sua “versione semplificata”, il Calendario Annuale.

Il Calendario Perpetuo – se il movimento non è lasciato arrestare – cambia automaticamente indicazioni ogni giorno e ogni mese anche negli anni bisestili. In teoria (ossia se il movimento venisse lasciato funzionare fino a quella data) non avrebbe bisogno di correzioni fino al 2100, quando per un’eccezione al calendario gregoriano l’anno bisestile non sarà bisestile. Delle tre complicazioni “calendario” è la più costosa.

Il Calendario Annuale è quello le cui indicazioni mutano automaticamente ogni mese tranne febbraio. In pratica distingue automaticamente solo i mesi di 30 da quelli di 31 giorni; quindi datario e giorno della settimana devono essere fatti avanzare manualmente (in genere tramite pulsanti correttori) ogni anno alla fine di febbraio, passando dal 28 o dal 29 – negli anni bisestili – al primo di marzo.

E parliamo infine del “camaleonte dell’understatement”. Molte persone dichiarano apertamente di amare poco la collezione Villeret perché la trovano “un po’ povera”. Altre la apprezzano proprio per la sua capacità di non urlare a tutti: “Io sono un Blancpain Villeret e sono un orologio strafigo!”. Altri, come sempre, non sanno o non rispondono. Alla fine hanno tutti ragione perché i gusti personali non si discutono mai. Ma il mio compito di giornalista è spiegare se quest’aura francescana è vera, è casuale o se ha un senso preciso. Ha un senso preciso e la prova sta nei pulsanti correttori per le varie indicazioni.

Per la prima impostazione del calendario o per la correzione quando sia stato fermo per qualche mese, il Blancpain Villeret Calendario Completo è provvisto – come tutti gli orologi di questo tipo – di alcuni minuscoli pulsanti. I quali, premuti più volte con l’aiuto di un attrezzo dalla punta morbida (per non graffiare il metallo della cassa), consentono a ciascun indicatore di avanzare di un passo. Normalmente questi pulsanti correttori sono posti sulla carrure, ossia la parte mediana della cassa. È una scelta comoda perché così il modulo delle indicazioni, aggiunto al movimento di base, può essere realizzato senza grandi problemi di localizzazione. 

Blancpain no. Blancpain nasconde i pulsanti alla base delle anse della cassa. Il che implica un minuscolo leveraggio con perno – anziché il collegamento diretto – perché il fortunato possessore di questo orologio premerà verticalmente per agire in orizzontale. E per giunta tutti i pulsanti devono trovarsi esattamente in corrispondenza di ciascuna delle quattro anse. In pratica, un’ulteriore complicazione consapevolmente scelta per arrivare ad una semplificazione estetica. Understatement, appunto.

Copio la definizione dalla Treccani, il mio totem assoluto per quanto riguarda (non solo) i vocabolari d’italiano: “Understatementḁndëstèitmënt› s. ingl. [dal v. (to) understate «attenuare, minimizzare», comp. di under «sotto» e (to) state «dichiarare, affermare»] (pl. understatements ‹ḁndëstèitmënts›), usato in ital. al masch. – Intenzionale attenuazione della realtà nella presentazione di un fatto, affermato o descritto non solo senza enfasi o esagerazione ma riducendolo a limiti molto inferiori alla sua reale importanza o gravità; in genere con il risultato di ottenerne per contrasto – suscitando un effetto di ironia – una sottolineatura ancor più efficace (in questo senso è accostabile all’uso retorico della litote). Può essere un atteggiamento occasionale oppure una consuetudine (considerata caratteristica del carattere anglosassone), adatta in partic. alla diplomazia e alla politica”.

Qualcuno taglia corto e parla di buon gusto. Per quanto mi riguarda resto dell’idea che tutti i gusti son gusti e non tocca certo ad un giornalista entrare nel merito. Non sono né voglio essere un Arbiter Elegantiarum (ci sono altri giornalisti per altre testate legittimate a parlare in questo senso – e il riferimento alla rivista “Arbiter” non è affatto casuale). A me spetta più che altro indicare gli elementi pratici che portano a creare una identità di marchio forte come quella di Blancpain e della collezione Villeret. Li troverete in una serie di dettagli nelle foto e nelle relative didascalie.

Posso solo dire che Blancpain e i Blancpain Villeret sono frutto di un lungo lavoro di progettazione e realizzazione che non prevede alcuna scorciatoia verso l’Olimpo dell’Alta Orologeria. E il Villeret Calendario Completo lo conferma. Il prezzo, come sempre in questo rarefatto Campo dei Miracoli orologiero, non è alla portata di tutti. Anche se i 24.350 euro per la versione con cinturino (salgono a 42.610 per la versione con bracciale d’oro rosa – come la cassa) vanno considerati moderatamente contenuti nella loro classe d’appartenenza.