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Orlinski si racconta: Hublot, il tempo, la Pop Art…

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Il tempo si trasforma in arte nelle mani di Richard Orlinski. Lo scultore francese, fra gli artisti contemporanei più richiesti nel mondo, è conosciuto per lo stile grafico e colorato, sfaccettato con cui scolpisce le sue sculture in resina. I coccodrilli rossi con cui ha esordito, nel 2004, sono ormai un’icona della Pop Art, esposti anche nel Miami Design District. Lungo la Croisette, a Cannes, ha invece portato i suoi imponenti Wild Kong, ovvero la serie di statue che interpretano in modo stilizzato la creatura fantastica di King Kong.

Ma la sua arte si è spinta anche in alta quota, sulle piste da sci di Courchevel, dove ha installato un gigantesco orso polare. Nel bestiario di Orlinski ci sono anche dinosauri, ippopotami, pantere: esemplari di una natura potente e selvaggia che l’artista raggruppa sotto l’ethos di Born Wild. Ma il suo stile pop da qualche tempo è associato anche a un’altra nobile arte: l’orologeria. L’artista parigino dal 2017 è infatti partner creativo di Hublot.

Dalla collaborazione con la maison svizzera sono nate (e non poteva essere diversamente) vere e proprie opere d’arte da portare al polso. Serie speciali, rivolte a un pubblico di appassionati e collezionisti, in cui si ritrova la stessa impronta geometrica e multi-sfaccettata delle sue sculture. Ne sono un esempio gli orologi Classic Fusion Orlinski, con cassa di 40 mm – disegnato pensando alle donne – in cui le linee spigolose si impreziosiscono di diamanti.

Il tipico rosso Orlinski caratterizza invece il Classic Fusion Aerofusion Chronograph Orlinski Red Magic, una capsule collection con cassa in ceramica prodotta in 200 esemplari. Ancora più esclusivo il Classic Fusion Tourbillon 5-Day Power Reserve Orlinski, realizzato in tre serie limitate di trenta pezzi ciascuna. Orologi in cui sembra quasi che Orlinski voglia abbattere le barriere dell’espressione artistica. Ne abbiamo parlato direttamente con lui, in questa intervista rilasciata in esclusiva.  

Cosa lega l’arte al mondo dell’orologeria?
Entrambe richiedono abilità specifiche. Entrambe sono un lavoro meticoloso in cui la qualità si riflette nei dettagli. Ed entrambe hanno bisogno di migliaia di ore di pensiero e pratica prima di raggiungere il risultato perfetto.

La connessione di Hublot con il mondo dell’arte è da sempre molto forte. Quali sono i valori che condivide con la maison svizzera? E come nasce la sua passione per gli orologi?
Sono un grande appassionato di orologi, li colleziono fin dall’infanzia. L’idea di collaborare con un marchio prestigioso come Hublot mi è subito piaciuta: fin dall’inizio, ho potuto esprimere la mia visione. Soprattutto con Jean-Claude Biver ci siamo trovati immediatamente d’accordo. A Hublot piace spingere i limiti, sovvertire i canoni tradizionali. Lavora materiali preziosi, e immagina prodotti eccezionali. La fusione con il mio mondo pop e colorato è avvenuta in modo naturale.

Come collega i suoi animali – come i famosi coccodrilli in resina rossa – all’idea degli strumenti per la misura del tempo?
Il mio primo lavoro è stato un coccodrillo in resina rossa. Questo misterioso animale mi affascina fin da bambino, e affascina il genere umano in generale. Per me è come una scatola del tempo: esiste da sempre, abita il pianeta da centinaia di milioni di anni. È testimone dell’umanità. E poi sono sempre stato attratto dagli animali selvatici. Ricordo molto bene il momento in cui ho cominciato: è stato una specie di amore a prima vista per l’arte. A scuola, quando gli altri ragazzini si azzuffavano, io preferivo invece creare animaletti di terracotta. Avevo solo 4 anni quando il mio insegnante chiamò una tv locale per mostrare le mie piccole sculture.

Parliamo del concetto di Born Wild, di cui si coglie il riflesso anche negli orologi disegnati per Hublot. Come lo ha sviluppato?
Quando creo, cerco di trasmettere tutta la mia energia positiva in quello che faccio. Vorrei infatti che i miei lavori aiutassero le persone a canalizzare i loro pensieri negativi così da trasformarli in bellezza. Il concetto Born Wild che ho sviluppato per le mie sculture si ispira al regno animale, all’essenza paradossale degli animali: sono infatti feroci e potenti. Ma d’altra parte sono anche simbolo di libertà e dolcezza. Ecco, io osservo la trasformazione di un istinto primordiale in un’emozione e la traduco nelle mie sculture.

Come colloca le sue opere – le sculture, ma anche i suoi orologi – nella società attuale?
In generale, non mi piace giustificare il ruolo di un artista, di un’opera o di un movimento. La cosa più importante per me è condividere l’arte con quante più persone possibile. Credo infatti che l’arte non debba essere riservata a una élite. Tutti devono potervi accedere. Ecco perché espongo le mie sculture all’aperto, in luoghi facilmente fruibili dal pubblico. Le persone non devono necessariamente aprire la porta di un museo, è il museo che arriva a loro. Le mie creazioni riflettono l’istinto animale e la natura umana: quando vedo le reazioni dei bambini di fronte alle mie sculture è un vero piacere. Questa è la cosa più importante per me.

Ma lei quale rapporto ha con il tempo?
È una relazione molto complicata… trovo difficile vivere il presente.