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Julie Kraulis, orologi in punta di matita

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«Nei miei disegni cerco di catturare e celebrare il lavoro certosino dietro, anzi dentro, orologi da polso diventati delle icone. Spero, così, di offrire una prospettiva diversa di questi oggetti con cui interagiamo quotidianamente, e per tutta la vita». Julie Kraulis è un’incredibile visual artist di Toronto, Canada, che ha scelto di dedicare il suo talento, e il suo tempo, a illustrare orologi. I suoi disegni sono vere e proprie opere d’arte, tutte realizzate a matita, tanto che lo scorso anno Sotheby’s le ha esposte nelle aste che ha tenuto a Londra, Ginevra e New York. Ma il suo tratto ormai inconfondibile ha accolto l’interesse anche di riviste, editori, produttori di tutto il mondo.

Da quando si è laureata in design e illustrazione all’Ontario College of Art & Design, Julie Kraulis ha passato quasi tutti i giorni della sua vita in studio, con una matita o un pennello in mano a lavorare a una vasta gamma di progetti e illustrazioni. L’incontro, però, fatale con la matita è avvenuto da piccola, quando passava le giornate a guardare il nonno ingegnere lavorare nel suo studio. La curiosità per i dettagli e la scoperta dell’orologeria l’ha oggi portata a essere una delle più celebrate watch artist. «E pensare che non ho mai indossato un orologio! Ma dopo aver passato così tanto tempo con loro, ora ne conosco diversi che vorrei avere. Mi ci è voluto un po’ di tempo prima di convincermi a prendere il mio primo orologio, un Lange 1 in oro rosa», ci racconta Julie Kraulis, che abbiamo raggiunto per questa intervista.

Com’è nato il suo interesse per gli orologi?
Tutto è iniziato qualche anno fa, dopo essermi imbattuta in un articolo su alcuni modelli storici dell’orologeria. Mi incuriosì molto. In quel periodo, poi, ero alla ricerca di qualche nuovo soggetto da poter esplorare con il disegno. Volevo focalizzarmi su una raccolta di lavori che mi stimolassero intellettualmente e emotivamente. L’arte dell’orologeria riesce a fare entrambe le cose. Inoltre, mi sono sempre sentita attratta dal design e da ciò che rende un oggetto senza tempo, immortale. Non ci posso fare niente. Mi piacciono tutti quegli oggetti e spazi che, anche se disegnati decenni fa, continuano a essere dei cult. C’è uno strato di mistero in ciò che fa funzionare qualcosa, che lo anima. È questo che con il mio lavoro cerco di esplorare a un livello più profondo.

Cosa l’affascina maggiormente?
La storia dietro a ogni orologio. Sono testimoni di avventure, accompagnano occasioni e rappresentano relazioni. E poi adoro il fatto che dei pezzi così minuscoli e intricati, assemblati da esperti, prendono poi vita, come un battito del cuore. È così magico.

Perché la scelta di lavorare a matita?
C’è qualcosa di magico nella grafite. È viva, ha riflessi e profondità. Mi piace l’idea di usare uno strumento così basic portandolo oltre i suoi limiti, e trasformare in pezzi unici disegni intricati. Avviene una metamorfosi speciale quando il legno (attorno alla grafite, ndr) viene rasato, strato dopo strato. Lo strumento che tengo in mano diventa così qualcosa che prende forma su un foglio di carta. Lavorare su una palette semplice di colori come appunto il bianco e nero mi permette di concentrarmi sul design e vedere più chiaramente linee e forme. Disegno con matite Staedtler Mars Lumographs, le stesse che usava mio nonno.

Ci sono dei modelli in particolare che preferisce disegnare e che la ispirano più di altri?
Ho un debole per gli orologi vintage. Mi piace catturare la patina di una collezione. I segni lasciati dal tempo raccontano storie, rendono un orologio davvero interessante. Fra i modelli che hanno ispirato alcuni dei miei lavori di maggior successo ci sono il Rolex Daytona Paul Newman e il GMT Master II Meteorite; poi A. Lange & Söhne Datograph. E anche tutti i movimenti, come quello del TAG Heuer Monaco Piece d’Art.

Fra i brand che lei ha illustrato, qual è quello che preferisce?
Difficile da dire. Potrei scegliere un dettaglio da amare in quasi tutti gli orologi. Come spesso accade, la semplicità è la cosa più difficile da catturare. Lavorare con la grafite, così come faccio io, poi, è una bella sfida. Uno degli aspetti che mi hanno dato maggiore soddisfazione è stato imparare a disegnare ogni tipo di texture, dalla pelle alla fibra di carbonio. I pezzi tecnicamente più impegnativi su cui ho lavorato sono stati proprio il Datograph di A. Lange & Söhne e il GMT Master II Meteorite di Rolex.

I suoi disegni sono fatti di tanti minuziosi dettagli. Quanto tempo le ci vuole per portare a termine un nuovo lavoro?
Ogni disegno richiede dalle 250 alle 450 ore, dipende dal livello di difficoltà. Sono sempre stata attenta ai dettagli, fin da bambina…

A tutti i livelli, il mondo dell’orologeria conta una presenza soprattutto maschile. Crede che il ruolo della figura femminile in questo settore stia diventando più importante?
Non lavoro in questo ambiente da abbastanza tempo da poter rispondere, ma spero che la presenza femminile sia sempre più consistente. Anche perché più voci e prospettive ci sono in un settore, più ricco e interessante diventa.

Cos’è il tempo per Julie Kraulis?
Il tempo è un costrutto affascinante. È fisso ma adoro il fatto che possa sembrare elastico e che possiamo manipolarlo a seconda del momento. Vivo il tempo con lentezza, mi piace non avere limiti. Per la prossima collezione di disegni vorrei esplorare proprio la relazione che viviamo con il tempo, attraverso i movimenti e il funzionamento degli orologi.