Attualità

Rolex Mentor & Protegé, un programma per la cultura

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La prima volta che ho sentito parlare del Rolex Mentor & Protegé mi è venuto in mente Pinocchio. E il Grillo Parlante, l’unica “cosa” che ho sempre invidiato al burattino di legno della favola di Collodi. Poco importa se l’accezione più diffusa per quell’animale è sempre stata quella di “saccente”. Io, fin da bambina, ho sempre trovato rassicurante avere accanto qualcuno che non solo mi potesse supportare nelle difficoltà, ma che mi indicasse davvero le possibili soluzioni. Crescendo, la volontà di essere affiancata si è plasmata e declinata nel desiderio di avere accanto un vero e proprio esempio.

Un maestro sur mesure, in pratica, che potesse indirizzare e supportare ogni mia singola scelta, soprattutto quelle più sofferte. Per chi come me si occupa di parole e scrittura, i dubbi e le indecisioni possono essere molteplici; hanno a che fare per esempio con la scelta del personaggio giusto, del tono, del genere e così via. Molte, troppe variabili, troppe incertezze. E il tempo intanto passa. “Sbagliando si impara”, si dice. Ed è vero, sì. Ma qualcuno ha mai pensato al tempo speso negli sbagli, al tempo che si potrebbe recuperare evitandoli, non solo scegliendo al primo colpo la direzione giusta, ma indirizzando subito la propria vita e carriera?!?

Qualcosa del genere in realtà è stata fatta da Rolex. A questo, agli sbagli e alle numerose sliding doors in cui avrei voluto accanto un “suggeritore” che accelerasse le mie decisioni e mi infondesse fiducia e autostima, ho pensato appunto quando mi hanno raccontato del Rolex Mentor & Protegé. Un’iniziativa unica nel suo genere: un programma filantropico biennale, nato nel 2002, ideato per supportare la cultura e i suoi mille volti.

Da sempre Rolex dona infatti il proprio contributo a favore del mecenatismo e della cultura. E non è certo il solo, in orologeria: ma l’impegno dei marchi di solito si traduce in partnership culturali in senso lato, spesso in sostegni finanziari con le diverse istituzioni. Qui invece c’è qualcosa in più, qualcosa di diverso. C’è la volontà di favorire un dialogo tra generazioni, di creare un canale privilegiato proprio per la formazione, la preparazione all’eccellenza. Di eliminare tempi morti che spesso nell’arte e nella cultura fanno solo perdere tempo e occasioni.

Nello specifico, l’iniziativa Rolex Mentor & Protegé si basa sulla selezione di giovani artisti provenienti dai più disparati settori, ai quali è assegnato un mentore d’eccezione, per un lungo periodo di collaborazione. Rigorosa la modalità di selezione dei talenti, che non possono candidarsi spontaneamente ma sono vagliati da una giuria di qualificati esperti. Per i vincitori, due anni in cui elaborare tesi, collaborare a progetti artistici,  stringere relazioni personali. Che spesso si trasformano in rapporti duraturi, ben oltre l’arco temporale del programma.

Un’inizitiva che nel corso di questi vent’anni si è evoluta fino a creare una vera e propria community di talenti, oltre 1.200. Molte le discipline coinvolte, tutte quelle in cui si declinano l’arte e la cultura. Per il biennio 2020-2021 si tratta in particolare di cinema, teatro, arti visive, oltre a una categoria “aperta”, che prevede una collaborazione interdisciplinare. Quattro ambiti in cui si realizza un esempio concreto, tangibile, di trasmettere il sapere, di indirizzare e orientare il talento.

Ultimo “dettaglio”, si fa per dire, il nome dei quattro Maestri di questa edizione in corso: il regista Spike Lee, la regista (teatrale) Phyllida Lloyd, la visual artist Carrie Mae Weems e il poliedrico attore Lin-Manuel Miranda, per la categoria aperta. Che hanno già iniziato a collaborare con i loro “allievi”: rispettivamente Kyle Bell, Whitney White, Camila Rodríguez Triana e Agustina San Martín. Insomma, non me ne voglia Collodi, ma mi sa che negli anni il Rolex Mentor & Protegé è riuscito a lavorare per bene sul fascino del suggeritore.