Approfondimenti

Corum Lab 02, la rivoluzione trasparente

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Molto, ma proprio molto interessante, questo Corum Lab 02. Interessante non solo per il suo approccio originale all’orologeria, ma anche perché apre una strada nuova, ricca di possibili sviluppi tecnici.
Per chi avesse qualche dubbio sulla originalità anche tecnica del marchio, val la pena di ricordare che Corum già nel 1980 presentava il Golden Bridge, l’orologio il cui movimento era allineato su un unico ponte che attraversava la cassa, allora rettangolare. Oggi Corum si ripete esibendo una complicazione tecnica solo in apparenza meno sbalorditiva. Non sembrano esserci fuochi d’artificio, insomma. E invece…

Il Corum Lab 02 è un orologio con movimento meccanico a carica manuale, tourbillon volante e treno del tempo volante. E la chiave dell’orologio sta tutta in quest’ultima parola.
Il tourbillon detto “volante” è una invenzione appena centenaria. Venne brevettato nel 1920 dall’orologiaio Alfred Helwig, della “scuola di Glashütte” per consentire una miglior visione della gabbia rotante. In pratica, invece di essere tenuto in sede da un foro sulla platina (ossia la base del movimento) e da un ponte superiore, il tourbillon ha come unico punto di contatto la platina, grazie ad un dispositivo molto ingegnoso e difficile da eseguire. È chiaro che comunque un tourbillon volante sarà un po’ più delicato rispetto a quello a doppio attacco, ma l’effetto visuale è davvero insuperabile.

Bene. Nel Corum Lab 02 non solo la gabbia del tourbillon, ma anche una parte dell’ingranaggio del tempo sono “volanti” e per quanto mi ricordi è la prima volta che ciò avviene.
In pratica, la trasmissione alla ruota dei minuti e la ruota dei minuti stessa sono collegati solo alla platina. Perché questi ingranaggi e non altri? Perché sono gli unici che lavorano a forza costante, senza strappi, e per giunta coinvolgono una parte del movimento in cui l’energia in gioco è bassa. Non ostante questo, per avere la certezza del buon funzionamento, gli assi non si muovono all’interno di un rubino, ma di un più solido (benché minuscolo) cuscinetto a sfere. Una notevole dimostrazione di eccellenza tecnica sia per quanto riguarda la progettazione del movimento, sia per quanto riguarda l’esecuzione. Molto più complessa di quanto l’apparente semplicità lasci intendere.

E non finisce qui, perché c’è molto altro. Come l’invisibile platina in vetro zaffiro cui sono (quasi magicamente) fissate alcune componenti come la base del tourbillon volante. O come le minuscole platine per gli altri organi del movimento. Oppure il particolare datario a doppia cifra. E ancora l’altrettanto particolare sistema di indicazione dell’autonomia residua. Più in generale, la cura con cui il progettista ha immaginato le leggere ruote a cinque bracci (di costruzione “all’antica”) o i ponti rimanenti (sul lato quadrante), ben tenendo presente che l’intero orologio deve offrire una sensazione unica di leggerezza estetica. Un merletto tecnologico.

Come ogni merletto anche questo – sia ben chiaro – è più delicato di un tessuto normale. Francamente non andrei a fare un giro in moto tenendo al polso un Corum Lab 02: sarebbe come fare il fuoristrada con una Ferrari.
No: questo è un orologio, un esperimento rigorosamente concepito per i collezionisti. Del movimento la Corum ha realizzato solo 10 esemplari in tutto, che verranno montati – su richiesta – in casse personalizzabili: dall’oro bianco a quello giallo, dall’oro rosa con diamanti a quel che il collezionista desidera. Il prezzo, in assoluto, è stratosferico (si parte da 180.000 euro), ma se teniamo conto di quanto casino si è dovuto mettere in piedi per fare dieci-orologi-dieci, allora il Corum Lab 02 va considerato un buon affare. Per chi può permetterselo, sia ben chiaro…