Sbaglia chi crede che le partnership abbiano solo finalità di marketing. Non è sempre così: a volte dalle collaborazioni scaturiscono novità tecnicamente interessanti. Come nel caso dello Speedmaster Dark Side of the Moon Alinghi (questo il nome completo, ma d’ora in poi per comodità lo chiamerò semplicemente Speedmaster Alinghi). Il primo risultato tangibile dell’accordo fra Omega e il team di Ernesto Bertarelli, siglato nel maggio dello scorso anno. Un esemplare che non solo conferma la passione per la vela della casa di Biel, ma si attesta come un riferimento nell’ambito degli orologi da regata. Sia per il modo in cui sviluppa il tema, sia per le specifiche costruttive.
Non fatevi condizionare dal look aggressivo, giocato sui contrasti accesi, di questa versione inedita del celebre cronografo. Dal punto di vista estetico – e non poteva che essere così – lo Speedmaster Alinghi rende omaggio al catamarano TF35. Ovvero l’avanzatissima barca del team svizzero, vincitrice di un fantastico triplete nel 2019. Ma andate oltre l’aspetto. Che è importante, certo (ne parleremo tra poco), ma non è il nocciolo della questione. Ciò che mi preme piuttosto sottolineare qui è l’indicazione evidenziata all’interno del contatore dei minuti crono, posto al 3.
Come si vede, infatti, i primi 5 minuti sono sottolineati dal colore rosso e da una scala graduata, con il numero 4 riportato in grande per segnalare il trascorrere dell’ultimo, fatidico minuto. Si tratta di un’informazione – lo si intuisce facilmente – dedicata alle fasi di pre-partenza di una regata, le più concitate, le più importanti, soprattutto in un match race. Quando le due barche ingaggiano un vero e proprio duello, e cercano di “guadagnare acqua” nel modo giusto, per solcare la linea di partenza nell’istante esatto in cui echeggia il colpo di cannone; perché l’esito della gara spesso dipende proprio da questo momento.
Nello Speedmaster Alinghi, in pratica, l’indicazione dei 5 minuti in rosso sostituisce la tradizionale funzione regata, in modo semplice ma altrettanto efficace. Al posto di un conto alla rovescia, un normale contaminuti. Geniale, facilissimo da realizzare. La misurazione è attendibile grazie al calibro 1865, un movimento meccanico a carica manuale che fa parte della famiglia di calibri Omega 1861. Da segnalare perché è basato sullo storico Lemania 1873: un movimento considerato un po’ l’archetipo dei calibri cronografici integrati a camma, non a caso presente anche all’interno dello Speedmaster adottato dalla Nasa.
Montato su 18 rubini e animato da una frequenza di 21.600 Alternanze/ora, il calibro 1865 è un movimento compatto e robusto. Che, per lo smistamento delle funzioni crono, utilizza appunto un sistema a camma (composta da due navette sovrapposte); un dispositivo più raffinato rispetto al sistema a leve (e con un’attivazione del cronografo più morbida), ma meno costoso rispetto alla ruota a colonne. Rinnovato per l’occasione a livello cromatico, il calibro 1865 è stato sottoposto a un’ablazione laser che ne ha annerito la superficie, senza alterare le proprietà del metallo; e ne ha decorato platina e ponti con un motivo a nido d’ape, che ricorda la struttura in carbonio del multiscafo di Alinghi.
Perché, come dicevo, lo Speedmaster Alinghi prende ispirazione dal TF35, nei materiali come nei colori. La cassa è in ceramica nera, lucida e satinata: un materiale hi-tech, confortevole e leggero ma duro, resistente e inscalfibile; il quadrante è in fibra di carbonio (come lo scafo, appunto), e rivela parte dei componenti; la scala tachimetrica sulla lunetta e il cinturino racing evocano l’adrenalina della gara e la velocità della barca, spinta (e sollevata) dal vento. Merita un cenno infine il contatore dei secondi continui, sostituito da un disco in alluminio anodizzato con il logo Alinghi. La cui rotazione ricorda la danza di due barche impegnate nel circling, il momento più classico della pre-partenza.