Attualità

La campagna Longines Spirit, le imprese di Amelia & Co.

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L’omonima collezione di orologi è già in vendita, anche se non sarà in consegna prima di settembre. A lanciarla, un paio di mesi fa, la campagna Longines Spirit, ancora visibile sul sito ufficiale. Una campagna che oggi non è più sotto i riflettori, ma continua ad alimentare fantasie e curiosità – anche sulla scia di una serie di notizie degli ultimi giorni che l’hanno resa estremamente attuale. È proprio questo, quindi, il momento adatto per inquadrarla nel giusto contesto. 

A partire da quel nome, Longines Spirit. Significativo perché riassume l’essenza storica, il carattere più autentico della marca: lo “spirito” legato alle imprese pionieristiche dell’aviazione e delle esplorazioni geografiche. Un passato che copre una lunga, lunghissima fase della storia di Longines: iniziata a fine Ottocento e proseguita fino agli anni ’60 del Novecento – con l’apice raggiunto soprattutto nei decenni ’30 e ’40… Un periodo di successi, in cielo e in terra: molteplici i riconoscimenti ottenuti ai concorsi di cronometria, organizzati a quei tempi da vari osservatori astronomici.

Le esplorazioni, dicevo. Era il 1899 quando alcuni Longines accompagnarono il Duca degli Abruzzi, Luigi Amedeo di Savoia, alla conquista del Polo Nord; quegli orologi, studiati appositamente per resistere alle basse temperature, furono imbarcati sulla nave Stella Polare e raggiunsero la massima latitudine artica. Un’impresa che ebbe un’eco tale da essere celebrata perfino da due poesie di Giovanni Pascoli… E che diede il via a una lunga stagione di grandi spedizioni nelle zone più fredde del pianeta: da quella del capitano canadese J.E. Bernier nel 1904 a quelle dell’ammiraglio americano Richard E. Byrd negli anni ’20 e ’30 (di recente al centro di parecchi documentari a tema Antartide). Tutte con gli orologi della clessidra alata in dotazione.

Già, la clessidra alata: simbolo dell’inesorabile scorrere del tempo (“tempus fugit”), quel logo sembra aver segnato il destino della manifattura di St. Imier. Marchio registrato all’Ufficio federale svizzero nel 1889, ma a quel tempo utilizzato ormai da una ventina d’anni, prefigura lo stretto legame della casa con l’aviazione, fin dagli esordi. Tant’è che gli strumenti per la navigazione aerea sviluppati da Longines diventano parte essenziale dell’equipaggiamento di aviatori impegnati in trasvolate da record. Nel 1919, infatti, il marchio è nominato fornitore ufficiale della Federazione Aeronautica Internazionale. Tutti i tempi di volo dei grandi raid di quegli anni sono quindi registrati dai suoi esemplari.

Ed è proprio ad alcuni di questi ardimentosi eroi che è ispirata la nuova campagna Longines Spirit. Che rievoca quella “età dell’oro” senza inutili nostalgie e sentimentalismi, ma in un’ottica nuova e per niente scontata. Non si serve infatti dei personaggi più famosi, e in un certo senso più ovvi, legati alla storia di Longines. Niente Charles Lindbergh, niente Philip V.H. Weems… Con i quali, oltretutto, la manifattura avrebbe potuto vincere facile, visto che produce (tuttora) “i loro” esemplari.

No, i protagonisti della campagna Longines Spirit sono invece alcuni aviatori, celebri sì, ma non inflazionati. Amelia Earhart, Howard Hughues, Elinor Smith e Paul-Emile Victor. Quattro pionieri del volo, le cui gesta hanno davvero fatto la storia dell’aviazione e dell’esplorazione. Personaggi talmente leggendari da essere al centro di una rete di libri, film, canzoni. Da The Aviator di Martin Scorsese (2004) ad Amelia di Joni Mitchell (1976), tanto per citare un paio di titoli del passato.

Spregiudicata, ribelle e anticonformista, Amelia Earhart è stata la prima donna ad attraversare l’Atlantico in solitaria, nel 1932. Da allora è la regina dei cieli, eletta a modello da generazioni di donne americane e simbolo dei movimenti femministi. Da sempre è nel cuore e negli annali di Longines: sia quando era ancora in vita, sia dopo la misteriosa scomparsa tra le nuvole, avvenuta nel ’37, mentre tenta il giro del mondo. Celebrata ancora oggi da articoli di vari magazine (usciti soprattutto in occasione del suo compleanno, il 24 luglio), e nonostante i suoi resti siano stati identificati in uno sperduto atollo dell’Oceano Pacifico.

E poi Hughues: geniale imprenditore, regista, filantropo, produttore cinematografico oltre che aviatore e progettista di aeroplani, considerato fra gli anni ’30 e ’40 del Novecento l’uomo più ricco e potente degli States. Nonché grande playboy. Proprio nei giorni scorsi è tornato alla ribalta della cronaca per le lettere (inedite) che gli scrisse Katherine Hepburn, una delle sue tante amanti. Un carteggio che è stato battuto all’asta a Los Angeles (insieme all’anello di fidanzamento) per 150mila dollari; acquistato, secondo rumors, da una casa di produzione per ricavarci un altro film.

Ma nel carnet della campagna Longines Spirti c’è anche Elinor Smith, ai suoi tempi nota come “The Flying Flapper of Freeport”, anche se oggi è poco conosciuta dal grande pubblico. Una vita alla cloche: fu la più giovane pilota del mondo (ottenne il brevetto a 16 anni), ma continuò a volare anche in tarda età (dal simulatore Space Shuttle della Nasa all’aereo sperimentale pilotato quando aveva 89 anni); se la vide brutta in tante situazioni, rischiò perfino la pelle, ma conquistò innumerevoli record.

Infine un altro personaggio che merita di essere riscoperto: Paul-Emile Victor. Etnologo ed esploratore, organizzò una trentina di spedizioni fra Artide e Antartide, tra cui la prima missione francese al Polo Nord. Del resto la chiave di lettura della campagna Longines Spirit è esplicitamente dichiarata dalla marca in queste parole: “Un tributo ai pionieri leggendari che hanno riposto la loro fiducia in Longines. E una celebrazione dei loro successi, che continuano a ispirarci ancora oggi”.