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Watches & Wonders Shanghai, finalmente un salone fisico (e virtuale)

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L’avevamo scritto in tempi non sospetti. Nell’autunno di un anno fa, ben prima della pandemia e del lockdown, non appena il SIHH aveva annunciato il cambio di nome. Avevamo parlato di un circuito di manifestazioni fieristiche che si sarebbe svolto a livello internazionale, sotto l’egida della Federazione dell’Alta Orologeria. E la nostra previsione si è puntualmente avverata. Proprio oggi infatti ha aperto i battenti Watches & Wonders Shanghai. Prima tappa di quella “globalizzazione localizzata”, che avevamo spiegato. E primo salone a esportare nel Celeste Impero la formula della nuova “fiera di Ginevra”, in versione riveduta e corretta. O, per meglio dire, in chiave 2.0 – com’è d’obbligo oggi.

Ok, rispetto all’omologo appuntamento svizzero, Watches & Wonders Shanghai è leggermente ridotto nel formato: qui sono undici le maison partecipanti – la maggior parte di Richemont Group, più un paio di indipendenti. Ma la loro presenza è più che sufficiente a definire la rinnovata importanza del mercato cinese, che sembra essersi ripreso alla grande. A dispetto di quanti – chiamateli come preferite: gufi, moire, iettatori… – ne avevano predetto l’ineluttablile declino. Doveroso elencare gli espositori, in un opportuno ordine alfabetico: A. Lange & Söhne, Baume & Mercier, Cartier, IWC, Jaeger-LeCoultre, Panerai, Parmigiani Fleurier, Piaget, Purnell, Roger Dubuis, Vacheron Constantin. 

Nelle due hall del West Bund Art Center, già sede di gallerie d’arte e nuovo rendez-vous cittadino, sono quindi concentrate fino al 13 del mese le attività di Watches & Wonders Shanghai. Che naturalmente si svolgono nel pieno rispetto delle misure sanitarie necessarie in questo periodo. Accanto agli stand personalizzati delle case espositrici, dunque, la manifestazione prevede l’ormai consueto programma di iniziative culturali tese a offrire un’esperienza immersiva nell’alta orologeria. Ecco allora tavole rotonde sulle nuove tendenze, laboratori di “iniziazione” alla meccanica e dimostrazioni di métiers d’art. Fino al già sperimentato Lab – lo spazio dedicato alle innovazioni tecnologiche e ai progetti d’avanguardia. Per informazioni più approfondite, vi rimandiamo ovviamente al sito ufficiale.

Sì, perché anche Watches & Wonders Shanghai – come il precedente salone di Ginevra della scorsa primavera – ha un esatto corrispettivo online. Anche se è il primo salone fisico dopo la pandemia (non per ignorare i Geneva Watch Days, ma qui c’è un’unità di luogo, di tempi e di intenti quasi aristotelica… un coordinamento centralizzato che lì mancava), ha ugualmente il proprio “doppio” in Rete, una second life sulla piattaforma digitale e sui social media. Come ha spiegato anche Wilhelm Schmid, Ceo di A. Lange & Söhne, nella conferenza stampa di presentazione (su Zoom), si tratta di una formula ibrida particolarmente interessante. Un concept globale che unisce all’esperienza fisica quella virtuale, in linea con le esigenze più attuali.

Ma al centro di tutto, come sempre, ci sono gli orologi. Presentati a Watches & Wonders Shanghai ma non per questo rivolti esclusivamente al mercato cinese, anzi… Ne sono un esempio proprio le novità di A. Lange & Söhne, una trilogia di pezzi della collezione 1815 dedicata al 175° anniversario dalla nascita dell’orologeria sassone. Tre modelli con la cassa realizzata in Honey Gold, l’esclusivo oro della manifattura tedesca, che montano all’interno altrettanti calibri in-house (a carica manuale). Ovvero l’elegantissimo 1815 Thin, il più sportivo 1815 Rattrapante, e il supercomplicato 1815 Turbograph Perpetual. Rigorosamente in tiratura limitata di 175, 100 e 50 esemplari. Worldwide.