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Milano wine week, tempo di-vino firmato Eberhard & Co.

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Scegliere letichetta, il vitigno, lannata. E poi, stappare, versare, portare al naso dopo aver fatto roteare il vino nel bicchiere per ossigenarlo o per fargli esprimere tutti i suoi sentori. Quindi degustarlo con la giusta lentezza. Unazione questa da ripetere, ma con moderazione: il vino è un rito che deve inebriare i sensi – non offuscare la mente. Lo sanno gli amatori e gli esperti che si calano nel mondo enologico della Milano wine week, giunta alla terza edizione.

Un appuntamento che come un fungo dautunno fa capolino finito il tempo delle vendemmie: dal 3 all11 ottobre. E che quest’anno, oltre a diventare digitale ed essere in collegamento con altre città dove si svolgono iniziative in contemporanea (Mosca, Shanghai, Shenzhen, Hong Kong, New York, San Francisco, Miami e Toronto), porta con sé l’ingresso di Eberhard & Co. a scandire il tempo degli eventi.

Come in un danza in cui i ballerini si alternano sul palcoscenico, nei centri focali e nei wine district sparsi per il capoluogo lombardo, enologi, vignaioli e amatori si avvicendano nella sale a scoprire i mille volti del vino. È la cosiddetta fase pubblica del vino, il vernissage, lappuntamento con i premi delle guide Michelin, Gambero rosso, Veronelli e con le degustazioni. Un tempo a ritmo di jazz sincopato dopo il lento maturare di quel succo duva diventato un liquido dalle mille sfumature: dal giallo paglierino all’ambrato al rubino più intenso.

Pensate al rapido nascere dei rosati il cui colore dipende dalle ore in cui il vino riposa sulle fecce; o al rapido ribollire della fermentazione in cui il lavorio dei lieviti che trasformano gli zuccheri in alcol crea un’esplosione di sapori e aromi; o ancora al lentissimo combinarsi tra ossigeno, legno e il vino durante l’affinamento in botte. Ma anche nelle profondità marine dove – ultimo trend – il ritmato sciabordio delle correnti dà vita a bianchi, rossi e Champagne fuori dal comune.

Il tempo in cantina è variabile, “lungo” o “corto” a seconda delle fasi di lavorazione che in molti casi restano totalmente artigianali. Nessun computer potrà sostituire i sensi di un enologo che come un alchimista mescola vitigni e annate diverse per ottenere il vino perfetto. Un vino che solo il tempo potrà esaltare o distruggere.

Ecco perché Eberhard & Co. ha deciso di “far sua” questa antica maestria assegnando l’Eberhard & Co. Winers Award – Milano wine week 2020, dedicato a un personaggio del mondo del vino. Non solo una figura di spicco, ma un giovane che sia riuscito a costruire un perfetto equilibrio e legame con la tradizione e il territorio. E che Eberhard & Co. premierà con un Extra-fort ref. 41029, un esemplare proveniente da una storica collezione. Il vincitore sarà selezionato da una giuria composta dal Comitato tecnico-scientifico di Milano wine week, presieduto da Luciano Ferraro, dal Presidente Federico Gordini e dal Direttore di Spirito Divino, Franz Botré. Appuntamento domenica sera nello storico Palazzo Bovara.

«Il sostegno da parte di Eberhard & Co. a Milano wine week nasce dalla volontà del marchio di appoggiare iniziative che facciano risaltare il patrimonio italiano e ne consentano la divulgazione al pubblico. E il vino è un prodotto grazie al quale l’Italia è famosa a livello internazionale», dice Mario Peserico, Amministratore delegato di Eberhard Italia, spiegando le motivazioni che hanno spinto la maison verso la Milano wine week. «In questa occasione Milano diventa punto nodale di eventi diffusi attraverso centinaia di location e luoghi della ristorazione, facendo vivere la città con occhi nuovi, soprattutto in questo momento storico».