Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori… E amanti di Longines. L’Italia, cantata da grandissimi del calibro di Petrarca, Dante, Leopardi, Mino Reitano, è infatti un Paese nel quale il marchio della Clessidra alata ha da sempre un nutrito seguito. Che si è consolidato negli ultimi anni grazie a modelli come il BigEye e il Legend Diver.
Un successo che per Longines ha un’importanza chiave in termini di strategie commerciali, specialmente in un momento complesso per il mercato dell’orologeria come quello attuale. Ecco perché il marchio ha appena lanciato tre nuovi modelli, disponibili quest’anno in anteprima mondiale per il mercato italiano, ideati in materiali e colorazioni inedite per accontentare il gusto nostrano. Gli orologi? Avigation BigEye e Legend Diver, of course.
Ai signori del marketing di Longines piace vincere facile, come diceva una réclame di qualche tempo fa. Un po’ per la scelta delle collezioni da mettere in focus per l’Italia, un po’ per il colore che caratterizza due modelli su tre, il blu, particolarmente apprezzato dalle nostre parti.
Longines Avigation BigEye Titanium
Parto da quello che ritengo sia uno dei pilot’s watch più fighi in circolazione, il Longines Avigation BigEye. Lo so, la mia è una visione di parte, visto che possiedo la versione in acciaio con quadrante nero del 2017. Ma oggettivamente il cronografo è un esempio di accurato lavoro filologico su un modello del passato: in questo caso un orologio da aviatore degli anni ’30, la cui acquisizione da parte del Museo Longines ha ispirato la creazione del BigEye.
Ora, il quadrante del modello per il mercato italiano abbandona il nero profondo e si veste di un blu petrolio sfumato, lavorato grené. Per il resto, la grafica e i contatori neri rimangono i medesimi (compreso quello enorme dei 30 minuti a ore 3, che dà il nomignolo all’orologio); se non che questi ultimi, lisci nella referenza del 2017, ora hanno un’ipnotica lavorazione a chiocciola. Cambia anche il cinturino, ora più vintage e con le impunture all’ansa, e rimane la fibbia ad ardiglione (evviva evviva!).
Oltre al colore, le altre due grandi novità rispetto al BigEye precedente sono nei materiali: per la cassa da 41 mm, dove l’acciaio lascia il posto al titanio, e per la spirale in silicio, ormai sempre più presente nelle collezioni di Longines.
Sorvoliamo sugli evidenti vantaggi che derivano dall’avere una spirale in materiale amagnetico e concentriamoci sulla cassa. Il titanio rende l’orologio estremamente leggero e vestibile, nonostante lo spessore importante di 14 mm, che si vede tutto nei fianchi satinati, dritti come muraglie. Un prezzo da pagare all’architettura del movimento cronografico L688 con ruota a colonna di derivazione ETA A08.L01, unico, vero dettaglio che mi fa dire “bene ma non benissimo”.
L’operazione filologica sarebbe infatti perfetta se il movimento incassato fosse a carica manuale come nell’originale: oltre a soddisfare la libidine di quanti amano armeggiare con la corona, consentirebbe di limare un paio di millimetri di spessore grazie all’eliminazione del rotore, a vantaggio della vestibilità che rimane comunque ottima.
Longines Legend Diver in nuovi colori
Blu è anche una delle due versioni del Legend Diver che Longines lancia in anteprima per il nostro mercato. Ok, diciamolo subito per togliere la curiosità: l’altra è marrone. In entrambi gli orologi, la struttura tecnica ed estetica è quella del Legend Diver “classico”, erede della tradizione subacquea che il marchio si è costruito a partire dagli anni ’60, periodo al quale questo diver strizza l’occhio.
Lancette ben visibili grazie all’uso del SuperLuminova, che si ritrova nei quadrati all’interno degli indici e nei rettangoli che sottolineano le cifre arabe sul quadrante. Il quadrante, appunto… Sia il blu, sia il marrone sono sfumati, più chiari al centro e più scuri man mano che ci si avvicina al réhaut.
Il movimento è sempre il collaudato calibro L888 di derivazione ETA A31.L11, che muove ore, minuti, secondi centrali e data. Ecco, il datario… Su questo orologio rimane a mio avviso di troppo, una tassa da pagare al gusto attuale che, in questo senso, mi fa preferire il Longines Skin Diver Watch, per restare sott’acqua…
De gustibus, naturalmente, che però non tolgono al Legend Diver i suoi innegabili punti di forza: dalla cassa in acciaio da 42 mm all’onnipresente (o quasi) spirale in silicio, dai cinturini in pelle (molto belli!) in tinta con i quadranti, fino al calibro da 64 ore di riserva di carica. Non a caso, l’orologio è uno tra i bestseller di Longines, non solo nella collezione Heritage.
Tra marketing e coraggio
Certo, rimane la singolarità di proporre al mercato un orologio subacqueo nel mese di novembre, senza nemmeno poter dire «vabbè, lo si userà alle Maldive durante le vacanze di Natale», visti gli scenari di lockdown che si profilano all’orizzonte. Ma in questo sfigatissimo 2020 sono saltati gli schemi per tutti, figuriamoci chi produce costosi accessori, in quanto tali non indispensabili; ragion per cui apprezzo lo sforzo e il coraggio di Longines nel lanciare ben tre pezzi per un mercato che, lontano dai fasti del passato, zoppica come e più di altri.
C’è altro da aggiungere per questi cavalli di battaglia rinfrescati nel look? Ah, sì, i prezzi. Anche in questo caso interessanti in rapporto alla qualità, come spesso accade con Longines: 3.290 euro per il Big Eye, 2.280 per i Legend Diver.
Se spirale, titanio e tutto il resto spiegano gli oltre 700 euro di differenza tra l’Avigation BigEye Titanium e la referenza del 2017, i Legend Diver per il mercato italiano costano quanto le versioni standard in collezione. Un bel segnale di stima nei confronti di una clientela attenta e affezionata come quella italiana, che non smette di amare le belle cose. Alla faccia dell’infame virus.