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Lo Static di Lorenz: il design di Sapper in versione Pisa

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Secondo Richard Sapper, tra i designer che hanno contribuito a fare la storia del made in Italy, “il tempo è una delle poche cose che possono definire la qualità di un oggetto”. E il suo Static, l’orologio da tavolo disegnato (nel 1959) per la casa orologiera milanese Lorenz, ha sicuramente superato la sfida del tempo. Nel 1960 gli fece guadagnare il suo primo Compasso d’Oro, l’Oscar del design. Ma tuttora, a distanza di sessant’anni, si riconferma tra le opere intramontabili della creatività. 

Lorenz oggi ne celebra l’anniversario con un’edizione speciale, realizzata in collaborazione con Pisa Orologeria – storica boutique milanese da sempre ambasciatrice delle migliori marche elvetiche. L’inedito Static è disponibile in tonalità oro rosa o verde satinato ed è personalizzato con il logo Pisa 1940. Si trova in vendita quindi in esclusiva presso il flagship store in via Verri 7 oltre che nella vetrina digitale Pisa Circle. E rende ancora più forte il legame di Richard Sapper con la città meneghina.

Fin dagli esordi, lo Static fu accolto come un oggetto rivoluzionario nel mondo del design. Il perché è specificato nelle motivazioni che spinsero la giuria del Compasso d’Oro dell’epoca (che annoverava fra gli altri Vico Magistretti e Marco Zanuso) ad assegnargli l’ambito premio. Ovvero: “Per la semplicità e il rigore del progetto (dalla forma ai materiali); per la cordialità e per la cultura del lettering”. Non solo. Gli fu riconosciuto il merito di avere sottratto “la produzione di orologeria, specie da tavolo, a quella imperante invadenza di gusto deteriore e luxurious che caratterizza gran parte del settore”.

In effetti lo Static si distingue prima di tutto per la forma, che sembra possedere una vitalità propria. La base di appoggio si trova infatti in un punto sul quale normalmente l’oggetto non potrebbe reggersi; oltretutto poco visibile, dà l’impressione che l’orologio non appoggi affatto. Lo Static riesce inoltre a rimettersi “in piedi” da solo, da qualsiasi posizione su una superficie piana, e assume quella staticità da cui prende nome. Il quadrante, invece, è situato all’estremità, quasi fuori sagoma, è dà l’idea di andare incontro a chi guarda l’ora.

Per Richard Sapper (1932/2015) comunque lo Static segnò l’inizio di una carriera leggendaria. Premiata dall’Adi (Associazione per il design industriale) per ben undici volte con il Compasso d’Oro, ottenne molteplici riconoscimenti internazionali. Fra i tanti, l’esposizione dei suoi pezzi nelle collezioni permanenti di prestigiose istituzioni d’arte moderna, come il MoMa di New York o il Museo del Design Italiano della Triennale di Milano.

Del resto il suo percorso professionale fu indissolubilmente legato al capoluogo lombardo, dove Sapper arrivò a fine anni ’50 per lavorare nello studio di Giò Ponti. Il sodalizio con l’architetto Marco Zanuso portò quindi alla creazione di icone tra le più popolari del design. Dalla radio “cubo” per Brionvega (1964) al telefono Grillo per Siemens (1966), e ancora la lampada Tizio per Artemide (1972); mentre per Alessi la caffettiera espresso 9090 (1979), il bollitore 9091 con fischietto a due note (1983), la teiera Bandung (1993). Solo per citare alcuni dei suoi oggetti diventati autentici “classici” del design italiano.

Ma la sua prima commissione privata arrivò proprio da Lorenz: fu il  fondatore dell’azienda in persona, Tullio Bolletta, a chiedere il suo aiuto. Voleva trasformare in orologi di design un carico di meccanismi utilizzati come timer di siluri militari nella Seconda guerra mondiale. E Sapper progettò così lo Static. Ovvio, l’edizione attuale utilizza una meccanica più moderna: un movimento al quarzo di produzione tedesca (UTS), con un’oscillazione regolata da un sistema Siemens brevettato. Mentre la realizzazione coinvolge l’artigiano Matteo Ballardini, che ha prodotto il quadrante, le lancette e la piastra ferma movimento; e il pellettiere Davide Albertario, che ne ha curato l’astuccio.