«La moda ha un solo scopo: fare sentire la gente più sicura e dare un po’ di gioia». A Donatella Versace piace andare dritta al nocciolo della questione, le bastano poche parole per riassumere il senso del suo lavoro. Da sempre musa del fratello Gianni che proprio per lei creava i primi look carichi di sensualità ed energia quando ancora bazzicava l’atelier della madre a Reggio Calabria, Donatella ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del business di famiglia, prima ancora che i tragici eventi del 1997 la portassero ad assumerne il ruolo di guida creativa.
È il 1978 quando Gianni, da qualche anno approdato a Milano, lancia la sua griffe, un’apoteosi di sfrontatezza estetica e maestria sartoriale. Il successo arriva in fretta, insieme allo sbarco in città della sorella. E proprio a Donatella il fashion designer affida nel 1989 la direzione creativa di Versus, costola young & free dell’universo Versace.
Quella che agli occhi di molti poteva sembrare la classica seconda linea, fatta per attirare nell’orbita della griffe chi ne era affascinato ma doveva viaggiare su budget più limitati, grazie a Donatella scopre un’anima tutta sua. È lei che intuisce quanto le rockstar del momento possano diventare perfetti portabandiera del brand. E, forte della sua grande passione per la musica, stringe rapporti (destinati a durare nel tempo) con gente del calibro di Prince, Elton John, Madonna, Sting.
Non solo. Donatella definisce per Versus un ruolo significativo nella scoperta di nuovi talenti. Quando sarebbe stato facile tenere nell’ombra i designer emergenti che di volta in volta chiamava a collaborare, lady Versace sceglie invece di valorizzarli; li vuole accanto per gli applausi a fine sfilata e organizza interviste doppie in cui li lascia liberi di raccontarsi. Tre nomi su tutti: Christopher Kane, Jonathan Anderson e Anthony Vaccarello.
I primi due oggi alla guida dei rispettivi marchi eponimi di successo, il terzo attuale direttore creativo di Saint Laurent, hanno contribuito a tratteggiare l’immagine wild-chic di Versus, che oggi vive attraverso i suoi orologi. Da quando la maison Versace è entrata nell’orbita dell’americana Capri Holdings, che controlla anche Michael Kors e Jimmy Choo, il fronte fashion di Versus è infatti confluito nell’etichetta Versace Jeans. Perciò gli orologi diventano baluardo assoluto del pensiero di Donatella.
Versus Reale, per l’uomo, Versus Lodovica e V_Versus Forlanini per la donna sono le proposte per la fall-winter dello svizzero Timex Group Luxury Division, licenziatario del brand e creatore delle collezioni di orologi Versus Versace. Tre modelli su cui puntare l’attenzione non solo perché racchiudono i simboli per eccellenza del Versus world, dalla Testa di Leone (che ne anima il logo) alle borchie, fino alla V dell’iniziale; ma anche perché rappresentano lo spirito di un progetto destinato a restare negli annali della storia del costume per il coraggio, l’energia, l’audacia. Attitudini tipiche dei giovani cui il marchio si è sempre rivolto.
Una forte personalità che si ritrova innanzitutto nel modello maschile. Versus Reale esibisce una particolare lunetta martellata, che abbraccia il quadrante effetto guilloché dalla doppia lavorazione; a ore 4 una V sovradimensionata sormonta una grande finestra ad arco del datario. La cassa di dimensioni XL sfodera al centro delle anse, sulla maglia d’attacco del bracciale, due Teste di Leone in 3D; che risaltano con maggior impatto nella versione bicolore (acciaio/acciaio Pvd oro rosa).
E le teste leonine arricchiscono anche i due esemplari al femminile. Versus Lodovica è il più aggressivo, quasi dirompente nella versione dal total look nero; illuminato da dettagli dorati (il logo a lettere cubitali e il Leone, appunto), si basa sullo sviluppo di un bestseller di Versus Versace: il Kirstenhof. Stesso bracciale rastremato, stessa costruzione della cassa (da 39 mm di diametro); simile anche il quadrante di formato ridotto, circondato da uno spazio trasparente e decorato dal logo a caratteri macro. Nel Ludovica, però, lo spazio tra due vetri è riempito di una miriade di cristalli Swarovski, rigorosamente neri, che ne accentuano il glamour.
Infine il V_Versus Forlanini, più discreto ma non per questo meno identitario. La cassa lady size (misura 30 mm di diametro) presenta una doppia lunetta che sfocia nelle due anse centrali a forma di V. Sempre l’iniziale è ripetuta poi sul cinturino di pelle goffrata o sul bracciale in acciaio. Iconico anche il quadrante, con la testa del Leone al 6 che spezza la sequenza regolare degli indici a borchia (di due misure), mentre lo sfondo è decorato da un motivo flinqué. Tre orologi nati per distinguersi, nel più puro Donatella style.