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Display. La storia degli orologi elettronici – Terza uscita

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Continua la nostra cavalcata nel tempo per conoscere lo sviluppo degli orologi elettronici. Siamo arrivati ai “ruggenti” anni ’80. Li possiamo definire come pietra miliare nel passaggio tra mondo analogico e digitale. A decretarne il successo i display. Primi ad uscire sul mercato i cosiddetti “sette segmenti” di colore rosso/arancione.

Dispositivi rivoluzionari per quarant’anni fa, in grado di rappresentare le dieci cifre decimali illuminando in modo combinato i segmenti. Punto forte, l’ottima luminosità anche in presenza  di luce incidente. Lato debole: il consumo energetico che costringeva i produttori a inserire un tastino per la lettura dell’ora. Durante il resto del tempo lo schermo rimaneva scuro. Poi nel corso di pochi anni hanno fatto la loro comparsa gli Lcd, i display a cristalli liquidi.

Display Lcd alla James Bond

Parliamo sempre di dispositivi a sette segmenti, però utilizzavano le proprietà di modulazione della luce di alcune sostanze organiche racchiuse in un vetro. Una volta alimentato da corrente, il segmento si scuriva, dando luogo alle dieci cifre decimali e altri simboli disegnati sulla superficie. Col grande vantaggio di un consumo energetico fino a mille volte inferiore ai precedenti, così l’orologio poteva rimanere sempre acceso. Purtroppo presentavano il limite della scarsa visibilità in presenza di luce incidente.

A metà anni ’70 la giapponese Seiko mise sul mercato il Pulsar digitale a Led luminosi. L’ora si visualizzava premendo un pulsantino laterale. Venne messo in vendita a 2.100 dollari, cifra iperbolica per quei tempi. Sempre targato Seiko il Watch Tv. Con l’idea originale di integrare nello schermo un micro-televisore, usato da James Bond nel film Octopussy. Ebbe poco successo perché bisognava tenere in tasca lo scatolotto del ricevitore.

Calcolatori e videogame da polso

È un’altra società giapponese, la Casio, ad avere creduto alla produzione in grandi volumi dei “digital clock”. Dalla sede di Tokio, negli anni ’80,  i progettisti hanno iniziato a sfornare con continuità modelli in tecnologia Lcd. Siamo nei momenti storici in cui nel Paese del Sol Levante iniziava la miniaturizzazione spinta dei dispositivi digitali. Dunque tornava semplice integrare l’intera struttura di un orologio da polso nelle dimensioni di un quadrante.

Non solo. Oltre a segnare ore, essere cronografi e sveglie con tanto di suoneria, i nuovi “oggetti del desiderio” potevano includere una calcolatrice. Per compiere le operazioni fondamentali, tenendo in memoria i risultati. Nacque così l’iconico Casio DataBank Illuminator, con tastierino numerico nella parte inferiore. Ancora oggi ha i suoi fans: come Dj Linus, che lo scorso anno ne ha sfoggiato uno in Deejay Chiama Italia.

Nel Paese delle console, aperta la strada degli Lcd, a Casio venne l’idea di inserire nella cassa dei mini-videogame. Nascono così i Game Watch, come Cosmo Flight con battaglie tra astronavi, Soccer per partite di calcio… Ma anche Champion Racer con gare di auto e Wind Surfing per cavalcare con la tavola sulle onde. Modelli ancora presenti sul mercato vintage.

Nella prossima uscita: gli anni 2000. Arriva l’Internet Time, aspettando gli smartwatch