Il Reverso compie 90 anni. E Jaeger-LeCoultre festeggia l’evento con il Reverso Tribute Nonantième, un’edizione limitata di 190 esemplari dalla doppia affissione. Sul quadrante anteriore (recto, per usare un termine tecnico) riporta infatti le ore, i minuti, il grande datario, i piccoli secondi e le fasi lunari (questi ultimi coassiali, secondo una costruzione tipica di Jaeger-LeCoultre). Invece sul quadrante posteriore (verso) le ore digitali semi-saltanti, i minuti su disco e la funzione giorno/notte. Complicazioni non rare di per sé, ma insolite nella loro combinazione, nel loro coesistere in uno stesso movimento, oltretutto dal volume ridotto. Ne abbiamo parlato con Catherine Rénier, Ceo di Jaeger-LeCoultre, e con Lionel Favre, Product design director della Casa.
Le indicazioni digitali
Perché avete scelto proprio queste complicazioni? “Volevamo celebrare il 90° anniversario con un nuovo e diverso modo di visualizzare il tempo”, risponde Madame Rénier. Che spiega la scelta con una motivazione storica: “I display digitali erano di moda già negli anni Trenta. E al Reverso questo tipo di visualizzazione dava la possibilità di essere più robusto, di resistere meglio agli urti. Ecco perché per noi ha avuto particolare senso festeggiare il Reverso e gli anni Trenta con un display digitale che ci portasse indietro nel tempo”.
D’accordo, i display digitali fanno parte della storia del Reverso. Eppure sul retro il Reverso Tribute Nonantième presenta un aspetto del tutto inedito. “Un’espressione visiva completamente nuova, qualcosa che non si è mai visto prima”, conferma Lionel Favre. Sullo sfondo in oro rosa, una finestrella tonda racchiude le ore saltanti; al di sotto si trova il disco rotante dei minuti; e all’interno si staglia un altro disco rotante, più piccolo, con la funzione giorno/notte, a sua volta circondata da una decorazione dal tema celeste, realizzata nell’atelier Métiers Rares. Ovvero il dipartimento dedicato ai mestieri d’arte della Grande Maison.
La meccanica del Reverso Tribute Nonantième
Il tutto è animato dal calibro J-LC 826: un movimento meccanico a carica manuale, “basato sul nostro calibro 822, su cui abbiamo costruito il nuovo calibro con le complicazioni aggiuntive”, spiega Catherine Rénier. “In pratica si tratta di un calibro di base su cui abbiamo montato un modulo addizionale che ci permette di mostrare il tempo sul verso dell’orologio. Ma dal punto di vista tecnico c’è stato un lungo sviluppo: c’è voluto molto lavoro, non solo per elaborarlo, ma per essere sicuri che il volume, lo spessore fossero perfetti per quello che volevamo fare”.
In effetti, il nuovo calibro 826 misura 6,38 mm di spessore – un dato non eccessivo, vista la costruzione con il modulo sovrapposto. Formato da 230 componenti, montati su 19 rubini, il calibro 286 ha un bilanciere che funziona a 21.600 alternanze/ora, una consueta autonomia di 42 ore e il sistema della Grande Date brevettato. Interessante è capire come l’affissione digitale è stata sviluppata dal punto di vista tecnico… Come è stata progettata l’architettura, se hanno fatto ricorso a qualche movimento del passato.
Del resto, la Manifattura ha realizzato qualcosa come 1620 calibri nella sua lunga storia, più di una cinquantina solo per il Reverso… Insomma, vi siete ispirati a qualche dispositivo già esistente per la meccanica di queste complicazioni? “Come dicevamo, il Reverso Tribute Nonantième capitalizza i display digitali molto famosi negli anni Trenta, durante il periodo Art Déco”, ribadisce la Ceo. “Ma anche se nella nostra storia abbiamo sviluppato display digitali (così come i cronografi o l’indicazione dell’autonomia residua), tuttavia per creare questo nuovo display i nostri orologiai sono partiti dai disegni”. Cioè da zero: il modulo è stato costruito ex novo…
Il problema dell’autonomia
A proposito di autonomia, come siete riusciti a gestire tutte le informazioni del Reverso Tribute Nonantième dal punto di vista energetico? 42 ore non sono tante, quando si devono muovere numerose informazioni… “Non volevamo che il display digitale aggiunto influisse troppo sulla riserva di carica”, risponde Lionel Favre. “Al fine di ridurre il consumo, i nostri orologiai hanno messo a punto parecchie soluzioni: specialmente per il display delle ore, che richiede molta energia. Hanno avuto quindi la brillante idea di integrare una leva di blocco tra i bracci della ruota a stella delle ore per mezzo di una piccola scanalatura, che lascia libero il disco solo al passaggio da un’ora all’altra.
Il che consente il salto delle ore, mentre garantisce l’accuratezza della rotazione del disco. Questo sistema a intaglio tuttavia non permette una precisione al secondo: ecco perché il display è semi-istantaneo, e richiede un totale di 6 minuti per passare da un’indicazione alla successiva. Una soluzione che permette di ridurre la quantità di energia richiesta per il display delle ore”. Nessun problema invece per i minuti su disco e la funzione giorno/notte. “Sono dette ‘complicazioni lente’ e consumano meno energia”, conclude Favre. “La sfida però non ha riguardato solo il display digitale”, interviene Catherine Rénier. “Ma anche la decorazione”.
Visioni artistiche del Reverso Tribute Nonantième
“In particolare, il cielo stellato che circonda la funzione giorno/notte: all’inizio volevamo farlo con un rivestimento elettrolitico per avere un blu speciale”, racconta ancora Lionel Favre. “Ma era difficile: la qualità raggiunta non ci soddisfaceva, l’applicazione del colore non era uniforme. Così abbiamo incaricato l’atelier Métiers Rares di trovare la soluzione. I nostri artigiani lo hanno quindi realizzato in lacca, a mano. Ora è molto bello, e ha una sfumatura particolare, leggermente diversa dal nostro design originario”.
Un’ultima curiosità. Proprio in occasione del 90° anniversario, Jaeger-LeCoultre ha affidato un’interpretazione del Reverso Tribute Nonantième all’artista americano Michael Murphy. Il risultato è un’installazione sui generis, intitolata Spacetime. Mix di lavoro manuale, processi digitali e illusione ottica, è composta da una settantina di elementi di grandi dimensioni, che riproducono i dettagli fotostampati dell’orologio; ma che ne presentano l’esatta riproduzione solo quando sono osservati da determinate angolazioni. Negli altri punti di vista, invece, risulta un ammasso apparentemente disordinato di immagini.
Esposta nei giorni scorsi a Watches and Wonders Shanghai, l’opera anamorfica di Murphy partirà poi in un tour che toccherà le principali capitali del mondo. In attesa che raggiunga luoghi più vicini a noi, è comunque visibile a tutti grazie alla tecnologia. La realtà aumentata permette infatti di visualizzarla sul proprio telefonino e di ambientarla nel proprio ambiente; di ingrandirla o rimpicciolirla a piacere, e di girarle attorno ovunque ci si trovi – sullo sfondo di casa, in giardino o in ufficio… Basta collegarsi a questo link. Attenzione, però: per vivere l’esperienza bisogna usare un iPhone. Enjoy!