Con la cronometro individuale di Milano, che si è disputata ieri, è calato il sipario sull’edizione numero 104 del Giro d’Italia. Edizione che è stata vissuta da tutti, ciclisti e pubblico da nord a sud dello “stivale”, con uno spirito speciale, di rinascita, dopo i mesi di restrizioni che lo scorso anno hanno tenuto i fan lontano dalle strade dell’evento rosa. Spirito che abbiamo potuto respirare, praticamente toccare con mano, anche noi del Giornale degli Orologi grazie a Tissot, dallo scorso anno cronometrista ufficiale della Corsa Rosa.
Il marchio di proprietà di Swatch Group, infatti, mi ha fatto vivere in prima persona l’emozione di accompagnare dietro-ruota il corridore danese Jensen Christopher; dalla partenza della tappa conclusiva della corsa a Senago, 30.3 chilometri da Milano, fino all’arrivo in piazza Duomo. Per motivi di sicurezza, io e gli altri ospiti abbiamo dovuto prima superare la prova tampone e per tutto il tempo non abbassare mai, nonostante il caldo torrido, la mascherina.
La partenza a Senago
Poche manifestazioni sportive sanno sviluppare un tasso di empatia come il Giro d’Italia, un vento in grado di accomunare persone di ogni età e formazione anche fra i meno appassionati delle due ruote. Fa parte della nostra cultura, della nostra storia. Ce ne accorgiamo ancora prima di arrivare ai paddock Tissot a Senago. Durante il tragitto in van, che da centro città ci porta alla partenza della crono, tra colleghi non si fa che parlare della gara e dei favoriti della tappa.
E ovviamente durante il percorso dietro il corridore danese, possiamo sentire l’abbraccio dei tantissimi tifosi posizionati lungo i 30,3 km della 21esima tappa. Tutto il percorso è “vestito” di rosa, fin dal centro del paese di partenza e poi via, via lungo le altre località da Garbagnate a Cascina Traversagna, e poi Cascina Battiloca, Cormano, Bresso, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni.
Non mancavano gli striscioni per Damiano Caruso, secondo in classifica. “È la gara più bella. Coinvolge tutti, fin da bambini. Ricordo che si fermava tutto, anche il lavoro, quando passava il Giro d’Italia. Quest’anno, anche se a causa della pandemia non c’è la carovana, l’entusiasmo è fortissimo. Finalmente la gente può tornare a fare il tifo. Non c’è niente per un corridore come fare una gara con il pubblico che chiama il tuo nome, ti incita a pedalare e ti manda il suo calore”, ci racconta con trasporto Mirko Selvaggi, ex ciclista professionista su strada toscano che ci ha accompagnato con l’auto del Giro lungo il tragitto della crono.
L’arrivo in piazza Duomo
La Cronometro è una prova per specialisti puri che si gioca sul filo del millesimo di secondo. Con 33 minuti e 48 secondi in sella quest’anno la 21esima tappa finale del Giro è stata conquistata dal favorito, l’azzurro Filippo Ganna. Il corridore del team Ineos Grenadiers, classe 1996, è il vincitore anche della tappa a cronometro inaugurale della gara rosa avvenuta a Torino, su un percorso lungo 8,6 chilometri, in 8’47” (alla media di 58,700 km/h). Insomma, un razzo in maglia rosa che si è imposto sul podio in piazza Duomo, a Milano, nonostante la foratura a tre chilometri dal traguardo, seguita poi dall’istantaneo cambio di biciletta.
Podio che, stando sotto il palco, abbiamo avuto il privilegio di vederlo condividere da vicino con il colombiano Egan Bernal, il vincitore dell’edizione numero 104 del Giro d’Italia. “La cronometro è vissuta dal corridore come una grande festa. Significa che sei arrivato in fondo alla gara più bella del mondo, dopo oltre tremila chilometri di corsa totali. È la fine di un viaggio straordinario, che ti ha portato attraverso luoghi incantevoli. Non c’è niente come pedalare sulle strade della Val D’Orcia o delle Dolomiti. Un patrimonio che abbiamo solo noi, in Italia”, ricorda ancora Mirko Selvaggi.
La premiazione del 104° Giro d’Italia. E il futuro di Tissot
Ed è una festa assistere alla premiazione sul palco, allestito sotto la Madonnina di Milano. Un ‘emozione quasi tangibile, che serpeggia fra tutti i corridori che abbiamo visto scendere in pista alla partenza, a Senago. Come Domenico Caruso, secondo in classifica, che ha dato assalto alla tappa per penultimo, alle 16,34. Una festa che chiude il Giro ma che accompagna Tissot nei prossimi appuntamenti con la due ruote.
La casa svizzera è infatti official timekeeper anche del Tour de France (28 giugno – 18 luglio) e de La Vuelta in Spagna (14 agosto – 5 settembre), per citare gli impegni dell’estate. Ma cronometra pure La Freccia Vallone (La Flèche Wallonne) in Belgio. Perché dal 1995 è partner dell’Uci, l’Unione Ciclistica internazionale. Quindi è cronometrista dei campionati mondiali in tutte le discipline del ciclismo. Nel 2021 Tissot ha, inoltre, accolto nella sua grande famiglia il nuovo ambasciatore Primož Roglič. Con il campione di ciclismo sloveno, il brand orologiero svizzero condivide valori forti, come la determinazione, il fair play e lo spirito di squadra. Vedremo cosa riserverà loro il futuro…