Attualità

Aquanaut Luce e Aquanaut Chrono: si aggiorna lo sport-chic di Patek Philippe

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Questione di equilibrio. Ecco il segreto delle collezioni sport-chic come l’Aquanaut e l’Aquanaut Luce di Patek Philippe. Il saper restare in bilico fra due estremi opposti: da un lato robustezza, efficienza, affidabilità, dall’altro eleganza, misura, stile. La capacità di armonizzare esigenze tecniche e purezza estetica, di conciliare un design sobrio e formale con la grinta del “pronto a tutto”. Mica facile. Patek Philippe c’era già riuscito con il Nautilus, scaturito dalla genialità di Gérald Genta, e sembrava difficile potesse ripetere il gioco di prestigio. Poi ha fatto uscire l’Aquanaut e ha vinto la sfida.

Un po’ di storia

Nato nel 1997, l’Aquanaut prende chiaramente ispirazione dall’illustre predecessore, ma se ne distingue per il carattere più deciso ed essenziale, in una parola contemporaneo. La cassa, dalle forme ottagonali arrotondate (che ricordano appunto quelle del Nautilus), è robusta e impermeabile fino a 12 atm – quindi in grado di resistere a urti, polvere, piccole immersioni. Impeccabili le proporzioni e curatissime le finiture, con l’alternarsi di superfici lucide e opache che giocano con la luce e scolpiscono le linee.

Fin dall’inizio il quadrante è coordinato nel colore e nella trama “à damier” al cinturino Tropical, realizzato in materiale composito. Studiato per non provocare irritazioni all’epidermide, il cinturino è morbido e piacevole al tatto; e allo stesso tempo ultra-resistente a usura, trazione, raggi ultravioletti e acqua salata. Senza voler ripercorrere qui la storia dell’Aquanaut, voglio solo ricordare il restyling del 2007, in cui Patek introduce una nuova versione, ingrandita nelle dimensioni (disponibile in due formati) e dotata di un nuovo cinturino dalla costruzione integrata.

Intanto, nel 2004, la Manifattura lo ripensa al femminile e lo impreziosisce di diamanti: crea così l’Aquanaut Luce. Ed è proprio questa la collezione che oggi si arricchisce del maggior numero di referenze. Sono infatti in consegna dai concessionari Patek Philippe, proprio in questi giorni, ben cinque nuovi modelli di Aquanaut Luce e due nuovi Aquanaut Chronograph da uomo. Sintesi di quell’eleganza disinvolta, di quella raffinata vocazione sportiva cui mi riferivo all’inizio, ma ancora più incisiva.

Aquanaut Chronograph Ref. 5968G

Cominciamo dunque dai maschili. La linea dei cronografi esordisce nel 2018 in acciaio e si distingue per la presenza di un unico contatore dei minuti crono, posto a ore 6. Ora la collezione si amplia di due esemplari con la cassa in oro bianco, di 42,2 mm di diametro, che ospita il calibro CH 28-520 C. Un movimento a carica automatica in cui la manifattura ha montato la tradizionale ruota a colonne con una moderna frizione verticale a dischi, che praticamente azzera la possibilità della lancetta centrale dei secondi di “saltare” all’avvio del cronografo.

In più, il calibro CH 28-520 C è fornito di funzione flyback, che (lo sanno tutti, ma ogni tanto è bene ripeterlo) permette di avviare una nuova misurazione “al volo”, durante un cronometraggio già in corso, senza eseguire la normale trafila di operazioni (arresto-azzeramento-nuovo avvio), con una semplice pressione sul pulsante a ore 4; ed è utile per misurare una sequenza di eventi in rapida successione. Da notare che lo stesso pulsante serve anche per utilizzare la lancetta centrale dei secondi crono come lancetta dei secondi continui (che di solito si trovano invece in un apposito contatore).

Da segnalare poi la funzione stop secondi, che consente – tramite l’estrazione della corona di carica – di bloccare il bilanciere e di regolare con esattezza la lancetta dei secondi, per una messa all’ora di precisione. E infine il datario con cambio istantaneo (e a correzione rapida, tramite un apposito stilo in oro ed ebano). I due nuovi Aquanaut Chronograph costano 61.189 euro. E si differenziano per il colore, in entrambi i casi di tendenza: blu la Ref. 5968G-001 e verde kaki la Ref. 5968G-010, che oltretutto richiama alla memoria il quadrante dei nuovi Nautilus presentati di recente a Watches and Wonders.

Aquanaut Luce Ref. 5267/200A

Lo stesso verde kaki si ritrova poi in una delle novità al femminile, la Ref. 5267/200A-011. Da notare che il primo esemplare della collezione (quello lanciato 17 anni fa) era proprio in questa cromia, anche se in una sfumatura diversa. Come quel pezzo storico il nuovo Aquanaut Luce è un “solo tempo”, con la cassa in acciaio che però ora raggiunge i 38,8 mm di diametro (contro i precedenti 35,6) e la lunetta impreziosita da 1,11 carati di diamanti. Per chi preferisce tonalità più “classiche”, comunque, esiste anche in versione nera, Ref. 5267/200A-001, o bianca mat, Ref. 5267/200A-010.

Tutt’e tre gli esemplari montano un movimento al quarzo, il calibro E 23-250 S C, prodotto “in casa” con la stessa cura e attenzione che Patek Philippe dedica ai movimenti meccanici (ad esempio, è decorato a perlage e a Côtes de Genève). Un ultimo dettaglio riguarda il cinturino, che si chiude con una fibbia déployante brevettata; resa più salda da quattro punti d’attacco indipendenti così da assicurare meglio l’orologio al polso, è un denominatore comune a tutti i nuovi Aquanaut.

Aquanaut Luce Automatic Ref. 5268/200R

Per le signore che apprezzano la micro-meccanica, comunque, esiste anche l’Aquanaut Luce Automatic, fornito appunto di un movimento a carica automatica. Il calibro 26-330 S C, ovviamente realizzato in casa: di nuova concezione (Patek l’ha presentato nel 2019), è fornito di diverse innovazioni (due delle quali protette da brevetti), in particolare per quanto riguarda il sistema di carica. Ne abbiamo già parlato qui, anche se in un diverso allestimento.

L’Aquanaut Luce Automatic ha la cassa in oro rosa, ma per il resto è simile alla Ref. 5267/200A, nell’habillage come nelle caratteristiche tecniche: diametro di 38,8 mm; impermeabilità fino a 12 atm; lunetta incastonata di 1.11 carati di diamanti; quadrante con motivo Aquanaut, bianco opaco come il cinturino in materiale composito con fermaglio déployante. Cambia ovviamente il prezzo: 35.563 euro, invece dei 17.782 dell’equivalente in acciaio. Che però è al quarzo.

Aquanaut Luce Travel Time Ref. 5269/200R

Ed è sempre al quarzo anche l’ultima novità, dedicata alle grandi viaggiatrici. L’Aquanaut Luce Travel Time racchiude infatti il calibro E 23-250 S FUS 24H, che ha un dispositivo con doppio fuso orario ispirato a quello presente negli orologi meccanici della manifattura. L’esclusivo sistema Travel Time, appunto – di cui ci siamo occupati qui -, ora applicato a un movimento al quarzo. Dispositivo che in questo caso non è però regolato da pulsanti ma direttamente dalla corona di carica. E governato da un pignone “scorrevole” per la messa all’ora.

Eccetto per la presenza di un’ulteriore lancetta centrale (scheletrata) per il secondo fuso orario, e per la finestrella a ore 6 della funzione giorno/notte, l’estetica dell’Aquanaut Luce Travel Time è identica a quella del precedente Automatico. Stessa cassa (38,8 mm di diametro) in oro rosa, stessa lunetta con 1.11 ct di diamanti, stessa monocromia di quadrante e bracciale. Diversi sono però il dato dell’impermeabilità, che scende a 6 atm, e chiaramente il prezzo: 35.560 euro.