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Titanio riciclato e riciclabile, la nuova frontiera di Panatere

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Non solo l’acciaio. Anche il titanio riciclato e riciclabile è ora a disposizione dell’industria orologiera svizzera. È l’ultima novità annunciata da Panatere, azienda del Canton Giura recentemente premiata al Luxury Innovation Summit di Ginevra per l’impegno pionieristico nella produzione responsabile di materiali con energia solare. A partire dall’acciaio 316L grado 4441 (la Rolls-Royce dell’acciaio), ottenuto assemblando e fondendo rottami recuperati dagli orologi e dai dispositivi medici nella zona.

La Svizzera “verde”

Un’altra novità si aggiunge ora all’innovazione che abbiamo raccontato qui un anno fa: la produzione di titanio riciclato e riciclabile al 100 per cento. Di grado 5, per essere precisi. Un passo avanti nel processo virtuoso che ha accreditato l’azienda di Saignelégier come prima nel settore all’interno del movimento di “Economia circolare svizzera”. E parliamo di processo virtuoso non solo perché acciaio e titanio sono riutilizzabili (potenzialmente) all’infinito; ma anche perché vengono ottenuti smistando, trasformando e riutilizzando i rifiuti lasciati appunto dalla produzione di componenti medicali e orologieri. Con un metodo messo a punto in quattro anni di lavoro, cui hanno partecipato una quarantina di aziende medie e piccole della Watch Vallery svizzera.

Del resto, in orologeria, la sensibilità verso lo sviluppo sostenibile sta aumentando a dismisura. Non c’è una marca che non abbia ormai aderito a codici di comportamento “green”; a tal punto che in certi casi sembra lecito chiedersi quanto l’intento sia fondato su reali convinzioni o quanto sia puro opportunismo di marketing. Poi però arrivano i risultati concreti a fugare i sospetti. Per restare nell’ambito dei prodotti, basti pensare per esempio al Panerai Submersible eLab-ID, con la cassa e il quadrante realizzati proprio in titanio riciclato. O a marchi come ID Genève, che utilizzano l’acciaio “solare” e riciclato di Panatere, e materiali organici alternativi alla pelle per i cinturini.

Il titanio riciclato come parte di un grande progetto

Il nome dell’azienda fondata da Raphaël Broye nel 2012 – Panatere – deriva da una parola che nel dialetto locale indica il cesto di vimini utilizzato dai contadini per raccogliere i frutti di stagione. E suggerisce proprio la raccolta di rottami, di trucioli, di scarti industriali non utilizzabili in altro modo. Cioè il punto di partenza del processo sviluppato per la produzione dei materiali riciclati. Processo sistematico adattato ora alla produzione di titanio riciclato e riciclabile, che consente di ridurre l’impronta di carbonio di un fattore di 165, rispetto a uno scenario standard di 2.

Panatere si è fissata l’obiettivo a medio e lungo termine di produrre grandi quantitativi semi-industriali di materiali riciclati. Finora ha messo a disposizione 200 chilogrammi di titanio riciclato e riciclabile. Il titanio è un metallo più leggero dell’acciaio e ha un punto di fusione di 1668 °C, rispetto ai 1445 °C richiesti per la fusione dell’acciaio. Poiché è difficile da lavorare, i prezzi del titanio riciclato possono essere tre volte più alti di quelli dell’acciaio riciclato; (se l’acciaio costa 25 franchi svizzeri al chilo, il titanio può arrivare a 85 franchi svizzeri al chilo). Staremo a vedere.

Intanto, Panatere ha già annunciato i prossimi passi per attuare la propria rivoluzione industriale. In primis la realizzazione di un forno mobile ad energia solare, disponibile nella Watch Valley a partire dal 2022: grande come due semi-rimorchi accostati, sarà un bene pubblico messo a disposizione delle aziende al fine di favorire l’economia locale. L’obiettivo è quello di arrivare a fondere 200 tonnellate di acciaio riciclato a prezzi allineati con il metallo standard. Secondo step, la costruzione di un centro regionale per la lavorazione dei metalli con una fornace industriale a energia solare. Intravediamo un futuro più pulito.