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Panatere: l’innovazione in tema di acciaio riciclato

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L’economia circolare è arrivata nel distretto svizzero dell’orologeria. A fare da pioniera è Panatere, un’azienda di Saignelégier, nel Canton Giura. Che ha scelto come nome una parola che in dialetto locale indica il cesto di vimini utilizzato dai contadini per riporre i frutti del raccolto. Un richiamo all’impegno nella raccolta degli scarti della produzione orologiera e dei componenti medici per dar loro una nuova vita.

L’infinito riciclo dell’acciaio

Sapete che l’acciaio può essere riciclato infinite volte senza mai perdere le proprietà originali? Per questo motivo è oggi di gran lunga il materiale più riciclato al mondo. Un ciclo di vita potenzialmente senza fine, essenziale per lo sviluppo di un’economia sostenibile. Nel mondo – ha rilevato Confindustria nell’articolo “Acciaio forever! Il riciclo infinito dei manufatti in acciaio” – vengono riciclate 14 tonnellate di acciaio al secondo.

Nell’Unione europea circa il 40 per cento della produzione siderurgica è realizzata grazie al recupero e riciclo di materiale ferroso. Un’attività di cui l’Italia, primo produttore europeo di acciaio a forno elettrico, è capofila. Pensate che con gli oltre 5 milioni di tonnellate di acciaio riciclate in Italia negli ultimi 20 anni si potrebbero realizzare 50mila km di binari ferroviari: oltre il doppio dell’intera linea ferroviaria nazionale. Di quest’opportunità si è accorta anche l’alta orologeria. Una maison come Chopard, ad esempio, già nel 2019 ha lanciato la collezione Alpine Eagle che utilizza il 70 per cento di acciaio riciclato. (Oltrettutto il suo recente Chrono XL è stato premiato dai Revolution Award per il miglior design).

La filiera di Panatere

Naturalmente, la Svizzera è uno dei maggiori consumatori europei di acciaio inossidabile. Ed è proprio nel cuore della Watch Valley elvetica che Panatere, capofila di 40 piccole e medie imprese locali, recupera rottami in acciaio di orologi e dispositivi medici. E li trasforma in acciaio inossidabile per l’orologeria e la medicina, al 100 per cento riciclato e riciclabile. Un processo messo a punto nell’arco di quattro anni, e recentemente accreditato dai rigorosi standard DIN eCE. E che ha introdotto Panatere, prima azienda nel settore, all’interno del movimento di “Economia Circolare Svizzera”.

Un lavoro di squadra. Che parte dallo smistamento selettivo e dalla separazione di diversi tipi di acciaio in compartimenti. Poi scansionati utilizzando uno spettrometro di massa per consentire la traccia permanente del loro contenuto. E sigillati. Il partner incaricato del riciclaggio trasporta quindi il materiale negli altiforni di due fonderie situate nel raggio di 250 km. È lì che i rottami recuperati dagli orologi e dai dispositivi medici vengono riformulati in acciaio secondario. Che alla fine del processo è fuso e trasportato all’impianto di stoccaggio.

Una soluzione responsabile e sostenibile, che consente di ridurre di 10 volte l’impronta di carbonio rispetto al processo di produzione standard. E che attiva un circolo virtuoso. Perché sulla base di prestazioni di efficienza ambientale, Panatere riceve benefici statali che le consentono di mantenere prezzi competitivi per il suo acciaio riciclato. Prodotto a filiera corta, senza l’aggiunta di sostanze chimiche o minerali.

Una formula di qualità

«Panatere ha trascorso più di quattro anni a sviluppare il suo processo globale e a ottenere la formula di qualità giusta», commenta il fondatore Raphaël Broye. «In effetti abbiamo fuso solo 50 tonnellate per tipo di acciaio, e non le 200 tonnellate previste dagli standard», spiega Broye. «Produciamo due contenitori per colata, per un totale di 14 minuti di lavoro: una goccia nell’oceano per i produttori di acciaio. Le condizioni quadro erano difficili. Ma un laboratorio di collaudo accreditato a La Chaux-de-Fonds ci ha aiutato a certificare la qualità del nostro materiale in termini di capacità di lucidatura e lavorazione».

Il risultato è un acciaio inossidabile AISI 316L grado 4441 completamente riciclato, che può essere riutilizzato alla fine del ciclo di vita. Considerato la Rolls Royce dell’acciaio: estremamente omogeneo, una volta lucidato il suo aspetto rimane immutato nel tempo. Beato lui!