Attualità

Gli orologi di Kingsman, i “gadget” della saga

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Arriva finalmente nelle sale italiane The King’s Man – Le origini, terzo episodio della saga diretta da Matthew Vaughn. Finalmente, perché il film sarebbe dovuto uscire a settembre 2020, poi per tutto lo scorso anno è slittato più volte a causa della pandemia. Ma anche se definirlo “atteso” è un eufemismo, eviterò comunque di ripetere quanto già scritto al proposito da Stefania Cubello, illo tempore. E colgo invece l’occasione per dare un’occhiata in chiave orologiera all’intera serie. Di seguito vi racconto infatti gli orologi di Kingsman, cioè gli esemplari presenti nei tre film. Che provengono da tre marche diverse, sono differenti per stile e funzioni, ma rispecchiano – ciascuno a modo proprio – le esigenze narrative imposte dal copione. E poi hanno in comune lo stesso canale di vendita online, Mr. Porter.

Mi spiego: la saga ha attratto le case di orologeria fin dall’inizio. Forse per la trama avvincente, o forse per il prevedibile successo al botteghino, si è sempre prestata al product placement più sfacciato. In quanto trasposizione cinematografica del fumetto di Mark Millar e Dave Gibbons, offre un divertente cocktail di avventure ed effetti speciali in grado di tener incollato al grande schermo lo sguardo degli spettatori. E di attrarre un pubblico numeroso. Un po’ come James Bond, per intenderci… Del resto anche qui si narrano le vicende di un’agenzia di intelligence (indipendente, però), impegnata a lottare contro organizzazioni criminali, tiranni megalomani e subdoli villain. A sventare piani terroristici e guerre mondiali. Insomma, a salvare il mondo, come da copione, ma con tanta ironia.

Gli orologi di Kingsman: The Secret Service

Per entrare nel vivo della descrizione riguardo agli orologi di Kingsman, cominciamo dal primo capitolo: Kingsman: The Secret Service. Realizzato nel 2014 e distribuito l’anno successivo, è una produzione britannica in cui è stata coinvolta una marca britannica: Bremont. Che ha creato appositamente gli orologi del film e li ha sviluppati in collaborazione con lo stesso regista, Matthew Vaughn. Il quale ha dichiarato di apprezzarne il legame con il mondo militare e con le forze d’élite: il che rende i suoi orologi perfetti per una spia. Ma i rapporti fra la casa di Henley-on-Thames e la Marv Films di Vaughn si sono spinti oltre: tant’è che Nick English, co-fondatore di Bremont, ha lui stesso recitato un cameo nel film, dove ha vestito proprio i panni di un Kingsmen.

Interpretato da un cast stellare, Kingsman: The Secret Service ha visto la serie speciale di orologi Bremont giocare ruoli chiave nella trama, come gadget importanti in dotazione agli agenti segreti. Si tratta, in particolare, di tre modelli: un “ore del mondo” con cassa in oro rosa, indossato da Colin Firth, Michael Caine e dagli altri componenti dell’organizzazione super-segreta (compreso Nick English); un altro “ore del mondo” in acciaio, portato da Mark Strong; e un cronografo / secondo fuso orario con cassa in acciaio Dlc nero che appare al polso di Taaron Egerton. Tutt’e tre hanno il quadrante decorato dal logo dell’agenzia di spionaggio.

Gli orologi di Kingsman: il Cerchio d’Oro

Il secondo capitolo della saga, Kingsman: il Cerchio d’Oro, uscito a settembre 2017, ha avuto invece come orologi ufficiali quelli di TAG Heuer. Per l’esattezza: il TAG Heuer Connected, in dotazione all’agente Kingsman (Taaron Egerton), e il Monaco Calibro 11, portato dagli agenti Statesman (Pedro Pascal e Channing Tatum, mentre Halle Berry sfoggiava la versione Lady, un solo tempo di dimensioni più piccole). Sì, perché in questo film l’organizzazione d’Oltremanica trova un alleato prezioso in un’equivalente agenzia americana. Senza dilungarmi sulle vicende, è curioso vedere una suddivisione così netta fra l’avanguardia del Connesso, collegato agli inglesi, e l’old style del Monaco, attribuito agli americani.

Qualche nota curiosa, comunque, riguarda proprio lo smartwatch. Pare che Vaughn lo abbia voluto dopo averlo visto al polso di Jean-Claude Biver, allora Ceo del marchio, durante un’intervista. L’edizione speciale, realizzata a seguito del film, aveva le anse in oro rosa, un cinturino in pelle decorato dalla scritta Kingsman, e un secondo cinturino in velluto arancione in omaggio alla giacca da smoking indossata in alcune scene dal protagonista. Sempre in questa serie speciale, l’illuminazione originale di Android Wear era stata sostituita dal logo del film, che appariva in oro sul display dallo sfondo bianco. In più, il Connesso di Kinsman è stato l’orologio che ha segnato il debutto di TAG Heuer nelle vendite on-line, dopo un periodo di prova nell’e-commerce effettuato solo in Cina.

L’orologio di King’s Man: le Origini

E siamo all’ultimo film, in arrivo domani nei cinema in Italia, che in realtà è il prequel della serie. The King’s Man – Le origini narra infatti la nascita dell’agenzia di spionaggio ai tempi della Prima Guerra Mondiale, con tanto di personaggi realmente esistiti: da Rasputin (uno strepitoso Rhys Ifans) a re Giorgio V, al Kaiser Guglielmo II e allo zar Nicola II (un trasformista Tom Hollander). In questa pellicola l’orologio protagonista – come abbiamo già scritto – è un ultrapiatto di Jaeger-LeCoultre, derivato da un “tasca” realizzato dalla Grande Maison nel 1907 e chiamato Couteau (coltello, in francese). Una scelta estremamente azzeccata, a mio parere, non solo perché interpreta alla perfezione l’eleganza sartoriale di Ralph Fiennes; ma anche perché rispetta i costumi dell’epoca con fedeltà storica.

Agli inizi del Novecento, infatti, si affermano i primi orologi da polso, che spesso sono esemplari da tasca adattati: proprio come il Master Ultra Thin del film, in cui l’anello triangolare attorno alla corona, predisposto come gancio per appendervi la catena, convive accanto alle anse del cinturino. Più moderno il quadrante rispetto alla versione originale, ma ugualmente credibile grazie ai lunghi indici quasi Art Déco, la minuteria chemin-de-fer e le lancette a foglia azzurrate alla fiamma. Realizzato in 100 esemplari, è in vendita sul sito della marca. E forse il più riuscito fra gli orologi di Kingsman, almeno fra quelli presentati finora… Ma non vorrei essere presto smentita. Perché è già in produzione il nuovo film della saga: certo, non si sa ancora nulla, ma è molto probabile che vedremo anche lì un orologio dedicato. Scommettiamo?