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Longines Ultra-Chron, l’alta frequenza che viene dal passato

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Che il nome non inganni: è una macchina potente, ma non proviene da Cybertron e non ha nulla a che vedere con Megatron o Unicron. Del resto è un marchio registrato nel lontano 1966, e all’epoca l’universo dei Transformers non era nemmeno stato inventato. Il Longines Ultra-Chron è infatti “uno degli orologi più precisi del suo tempo nella produzione in serie”, come dichiara la stessa Longines a proposito di un esemplare vintage.

“Ultra-Chron sta per Ultra-Chronometer, che significa più preciso di un orologio tradizionale”. E ancora: “Il Longines Ultra-Chron è stato l’ultimo orologio meccanico a eguagliare la precisione degli orologi elettronici a diapason” del passato, “ma ovviamente senza batteria”. Il suo segreto? Il movimento ad alta frequenza: 10 alternanze al secondo. Che, a conti fatti, si traducono in 36mila alternanze orarie, e lo rendono appunto in grado di misurare il 10° di secondo.

Storie di precisione

Oggi, Longines riporta in vita il mito di quei modelli tanto amati nella seconda metà degli anni Sessanta. Una collezione – sia chiaro – che non nasceva dal nulla, ma affondava le proprie radici nel fertile terreno del cronometraggio sportivo, attività in cui la Casa della Clessidra alata si è sempre distinta. A partire dal 1878, quando fabbricò il calibro 20H: il primo movimento cronografico semplice, brevettato dall’orologiaio Alfred Lugrin, che pose le basi per l’impegno costante e progressivo nella misurazione dei tempi brevi.

Proprio per determinare con sempre maggiore accuratezza gli intervalli di tempo delle performance sportive, la ricerca dei tecnici di St. Imier si rivolse ben presto alla tecnologia dell’alta frequenza. Già nel 1914, infatti, Longines realizzò il primo dispositivo a 5 Hz, capace appunto di indicare il 10° di secondo; seguito nel 1916 da un cronometro a 50 Hz, in grado di fornire l’esatta lettura del 100° di secondo. Una creazione allora avveniristica. E gli esempi potrebbero continuare, lungo un percorso che cerca di trasferire la precisione del cronometraggio professionale sugli esemplari sportivi.

Così, nel 1959, l’alta frequenza appare anche su un orologio da polso: un cronometro “da osservazione” fornito di un movimento di forma, il calibro 360. Prodotto in 200 esemplari fra il ’59 e il ’63, partecipa anche ai Concorsi di cronometria dell’Osservatorio di Neuchâtel; in cui conquista il primo e secondo posto nel 1961, e i l’intero podio l’anno successivo. Notevole per i risultati: uno scarto giornaliero di 1/10 di secondo (e anche meno). Poi, nel 1966, è la volta dell’Ultra-Chron.

Il Longines Ultra-Chron del passato…

Come si legge nel comunicato ufficiale, “negli anni ’60 gli ingegneri Longines lavorano a un movimento meccanico in grado di eguagliare la precisione dei nuovi orologi elettronici”. Grazie alla loro esperienza, sanno che l’alta frequenza non solo rende gli orologi meno soggetti all’influenza della gravità nelle tante posizioni (verticali, intermedie, orizzontali) assunte al polso; ma comporta anche una minore riduzione dell’ampiezza del bilanciere nel corso della giornata. Di contro, può creare un maggior consumo di energia, quindi una diminuzione dell’autonomia e problemi di lubrificazione.

I tecnici Longines trovano la soluzione nel calibro 430, “con lubrificazione a secco brevettata”, che garantisce una regolarità di marcia sorprendente: 2 secondi al giorno (ovvero un minuto al mese di errore). Un risultato di gran lunga migliore di quanto richiesto dai test del Cosc (Contrôle Officiel Suisse des Chronomètre). Per questo i manager della Casa battezzano il nuovo orologio Ultra-Chron, e registrano il nome il 28 ottobre 1966. Lo mettono subito messo in produzione e già a dicembre dello stesso anno sono in grado di consegnare sul mercato i primi esemplari, venduti negli Stati Uniti.

Presentato dapprima con un design “purista”, classico ed elegante, il Longines Ultra-Chron conosce ben presto una decisa evoluzione. Nel ‘67 infatti i progettisti Longines lo ridisegnano in versione sportiva, con cassa coussin impermeabile fino a 20 atmosfere e ghiera girevole unidirezionale. Un subacqueo moderno, ad alte prestazioni, cui il calibro 431 a 5 Hz attribuisce grande precisione e affidabilità. Proprio a questo modello si rifà il nuovo esemplare lanciato oggi.   

… e quello dei nostri giorni

Il Longines Ultra-Chron mantiene infatti l’estetica dell’epoca, per la felicità degli estimatori dello stile neo-rétro. Ma aggiorna ovviamente i contenuti alla luce dell’attuale evoluzione del gusto e della tecnica. La cassa in acciaio ora assume una forma tonneau, acquista un paio di millimetri in dimensioni (da 41 a 43 mm) e diventa impermeabile fino a 30 atmosfere. Il quadrante rimane identico all’originale, estremamente leggibile grazie al colore nero; cambia però la lavorazione di fondo, con una finitura grainé molto più accentuata. La minuteria è sempre bianca e gli indici a bastone, mentre la visibilità è garantita dal Super-LumiNova invece del trizio d’antan.

Diverso, ovviamente, è il movimento: il nuovo Longines Ultra-Chron monta il calibro L836.6, realizzato in esclusiva da Eta su specifiche della Casa. A carica automatica, conserva le 36mila alternanze/ora ma è dotato di una “comoda” autonomia di 52 ore; e soprattutto di modernissima spirale in silicio, che lo mette al riparo dalle variazioni di temperatura e dall’influenza nefasta dei campi magnetici. La precisione ultra-cronometrica non è più certificata dal Cosc, ma da TimeLab, un laboratorio indipendente che ha sede a Ginevra. Il quale ha sottoposto l’orologio a una serie di test per 15 giorni e a temperature diverse (8°/23/ 38° C), proprio per vagliarne la costanza di marcia. Il certificato ufficiale ottenuto alla fine delle prove conferma il rispetto della norma Iso 3159:2009, che stabilisce appunto la definizione del termine “cronometro”.

Altre caratteristiche da citare: la lunetta in vetro zaffiro, e non più in alluminio, è molto più resistente ai graffi e agli urti, e praticamente indenne al trascorrere del tempo. Il vetro zaffiro a box, posto a protezione del quadrante, accentua l’aspetto vintage dell’orologio. Sul quadrante e sul fondello “chiuso” spicca lo storico logo Ultra-Chron, che raffigura l’alta frequenza. Per altri dettagli vi rimando alle didascalie.
Infine i prezzi, su cui influisce la scelta del cinturino in pelle o del bracciale in acciaio: rispettivamente 3.080 o 3.340 euro. Per i più incerti, esistono comunque due cofanetti che comprendono anche un cinturino Nato in alternativa al bracciale o al cinturino (con tanto di attrezzo per la sostituzione). In questo caso i prezzi arrivano a 3.390 e 3.590 euro. Da farci comunque un pensierino…