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Gucci 25H Skeleton Tourbillon, la ciliegina sulla torta

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È di nuovo sotto i riflettori il Gucci 25H, al polso di Idris Elba nella nuova campagna firmata Mert & Marcus. Nel video, l’attore-musicista-produttore britannico racconta con voce profonda, fuori campo, la propria lotta contro il tempo (cronica) ed esibisce il Gucci 25 Automatic Steel. Lo stesso orologio ritorna anche nelle foto “indossate”, alternato al Gucci 25 Tourbillon in oro giallo e al nuovo Gucci 25H Skeleton Tourbillon in oro bianco; invece le immagini still-life della campagna mostrano anche altri esemplari della collezione, come quelli al quarzo. Il tutto interpretato con lo stile iper-realista del duo di fotografi, fatto di tagli netti e un’intensa saturazione cromatica. Accompagnato dallo slogan “It’s Gucci Time”: semplice, diretto, efficace.

Non un singolo esemplare, ma un’intera collezione

Anche se sprizzano glamour da ogni pixel, in realtà i nuovi visual pubblicitari sono solo una scusa per occuparci ancora una volta del Gucci 25H, uscito lo scorso anno. Lasciatemelo dire: aveva ragione Augusto Veroni nella sua lucida analisi dell’Automatico, che va considerata come un’indispensabile premessa a quanto troverete qui sotto. Perché le precedenti versioni del “solo tempo” e del tourbillon non erano che un appetitoso antipasto del nuovo Gucci 25H Skeleton Tourbillon. Evito quindi di ripetere quanto già scritto da Veroni e vi invito a (ri)leggere il suo testo, per chiarirvi le idee.

Capirete così che il Gucci 25H il cui nome riprende il numero preferito di Alessandro Michele – risponde a una strategia precisa, mirata fin dall’inizio a costruire un’intera collezione. Lo si vede dall’architettura della cassa, con la lunetta doppia e quindi modulare, pensata per poter sostituire agevolmente la parte superiore, fatta magari con materiali diversi e arricchita di pietre preziose. Ma lo si vede anche e soprattutto dal movimento meccanico, quel Calibro GG727.25 – a carica automatica e di spessore contenuto (3,7 mm) – che fa capo a un progetto tecnico articolato. Concepito fin dall’inizio come calibro “di base” per ulteriori sviluppi.

Scoprirete anche che quel movimento è ideato e realizzato in esclusiva per la Casa della doppia G da Ulysse Nardin. Manifattura, quest’ultima, che fino a poco tempo fa faceva parte di Kering Group, proprio come Gucci (e Girard-Perregaux). Non a caso Veroni parlava di calibro “di famiglia”. Ma la cessione di Ulysse Nardin (e di GP) a Patrick Pruniaux pare non aver cambiato le dinamiche della fornitura. E la conferma proviene da diverse fonti in Rete: alla richiesta di conoscere l’identità dei partner, la Maison non ha fatto nomi. Ma ha rivelato che sono gli stessi della prima collezione.

Il calibro Gucci GG727.25.TS

Per raccontarvi il Gucci 25H Skeleton Tourbillon, quindi, comincio proprio dalla meccanica: il Calibro GG727.25.TS. Che si tratti del movimento citato sopra è fuori discussione: si chiama nello stesso modo. Ma presenta caratteristiche diverse, per cui è evidente che è stato completamente rielaborato. E le differenze sono tutte riassunte nell’aggiunta della sigla finale, le lettere TS che presumibilmente significano “tourbillon squelette”.  

Prima di tutto c’è la scheletratura dei componenti, che oggi non significa più limarli o scavarli il più possibile a partire da pezzi “pieni”, ma ripensarli con forme lineari, essenziali fin dalle prime fasi del progetto. Sparita poi la ricarica automatica: da notare che il Calibro GG727.25 originariamente non ha una massa oscillante centrale, ma un micro-rotore eccentrico, integrato all’interno della costruzione. Il che significa aver eliminato anche il ruotismo del meccanismo di carica. Per contro l’autonomia è aumentata, dalle 60 alle 72 ore. Un bel guadagno in termini di tempo.

Infine la trasformazione del bilanciere in tourbillon, con la prevista sostituzione dei ponti (come già spiegato da Veroni nel suo pezzo). Qui complicata dal fatto che c’è un tourbillon volante, una struttura leggerissima e priva del ponte superiore. Da notare che il movimento non è montato sulla platina ma su ponti orizzontali distanziati, ben visibili su entrambi i lati in vetro zaffiro della cassa. Con un duplice scopo, tecnico ed estetico: da un lato rafforzare l’intera struttura, dall’altro rievocare la decorazione del quadrante originario. Che nell’Automatico era pieno, e nel Gucci 25H Skeleton Tourbillon invece è del tutto assente.

Considerato l’intero discorso, il calibro “di base” ha subito così tante modifiche da sembrare di fatto un movimento del tutto nuovo. Così perlomeno lo avrebbero spacciato altre marche, che gli avrebbero perfino cambiato nome. Gucci invece ha preferito dire le cose come stanno, giocare sulla continuità, essere trasparente (è il caso di dirlo). Châpeau.

Gucci 25H Skeleton Tourbillon, al top della collezione. Per ora

Due parole infine sull’habillage. La cassa misura 40 mm di diametro per 8 mm di spessore (l’ingombro del calibro è 4.85 mm), ed è realizzata in oro bianco oppure giallo. Si allaccia al polso con un bracciale in metallo coordinato o con un cinturino in caucciù, entrambi integrati e rastremati. L’orologio è declinato in 5 versioni, tra loro distinte per colore, non solo dei materiali ma anche dei componenti del movimento. Nelle didascalie a corredo della gallery in alto potete trovare altre informazioni; le foto riguardano il Gucci 25H Skeleton Tourbillon con cinturino (e componenti) blu, un po’ perché è l’esemplare a mio parere più riuscito (de gustibus…) e un po’ perché è quello indossato da Idris Elba. Il prezzo di questo esemplare è di 120mila euro.

Nelle altre immagini qui sopra, potete trovare poi altri Gucci 25H, comprese le nuove, coloratissime referenze. Così potete farvi un’idea dell’uniformità della collezione. Ma per avere un quadro più completo vi rimando al sito ufficiale (anche per i prezzi, che partono da 1.250 euro per il “solotempo” più piccolo, al quarzo).

Quello che infine vorrei sottolineare è proprio la strategia intelligente con cui è costruita la collezione Gucci 25H. Capace di offrire un vasto ventaglio di esemplari, dai più basici ai complicati. Per ora concentrata, nel segmento più alto, sulle diverse versioni del tourbillon, potrebbe aprirsi in futuro ad altre complicazioni tradizionali. Quelle più fantasiose trovano già spazio nelle altre collezioni del marchio, vedi il G-Timeless Planetarium (che meriterebbe un approfondimento). Personalmente vedrei bene un Gucci 25H Gmt – funzione che non va per nulla a turbare l’estetica essenziale dell’orologio -, ma non è detto che i progettisti non riescano a trovare soluzioni coerenti magari per un cronografo o, chissà, per un calendario perpetuo. Ma forse mi sbaglio, tutto è possibile. Del resto l’avventura di Gucci nell’alta orologeria è appena iniziata. E se è vero che il buongiorno si vede dal mattino…