Approfondimenti

1815 Rattrapante: il brivido di A. Lange & Söhne

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Quando ho avuto tra le mani il materiale stampa del nuovo 1815 Rattrapante di A. Lange & Söhne mi è tornata alla mente un’amica, ferratissima sulla moda ma del tutto digiuna d’orologeria. Costei, anni fa, mi confessò che associava la parola “rattrapante” alla sensazione di brivido.

Curioso, perché nel vedere la nuova creazione del marchio sassone, credetemi, ho provato un brivido. Motivo per cui aspetto di poterlo tenere tra le mani per sentire se questo brivido si riproporrà ancora più forte. Come spesso accade toccando gli orologi di A. Lange & Söhne.

Arrivo dunque al 1815 Rattrapante dopo questa premessa personale, di cui probabilmente non interesserà un fico secco a nessuno di voi ma che mi serve per mettere in chiaro una cosa: parlo dell’orologio avendolo visto solo in fotografia. Il mio racconto sarà dunque per forza di cose parziale, ma cercherò comunque di fare del mio meglio.

A. Lange & Söhne e le complicazioni

Credo che molti di voi sappiano che la storia moderna di A. Lange & Söhne è relativamente breve. Dopo un centinaio d’anni di vita, tra il 1845 e il 1945, il marchio rimase dormiente fino a quando Walter Lange, pronipote del fondatore Ferdinand Adolph Lange, il 7 dicembre 1990 (145 anni dopo la prima apparizione del marchio “A. Lange, Dresden”) fondò la Lange Uhren GmbH.

I primi orologi furono presentati quattro anni dopo. E fu subito chiaro a tutti che la manifattura, la quale nel frattempo aveva riacquisito i diritti sul marchio A. Lange & Söhne, faceva sul serio. Solo pezzi di altissima artigianalità, con materiali preziosi e complicazioni sopraffine. Tra queste, il cronografo rattrapante, o sdoppiante, non poteva mancare.

Il 1815 Rattrapante: alla fine arriva lui

Sulla storia e sulle caratteristiche del cronografo rattrapante non torno: a questo link potete trovare qualche informazione di base. Preferisco ricordare rapidamente alcuni orologi di A. Lange & Söhne che possono vantare questa complicazione, senza far torto agli esclusi. Un excursus che mi dà l’occasione di segnalare come, curiosamente, il marchio sassone sia arrivato a realizzare il crono rattrapante “basico” dopo averne sperimentato due versioni ben più complesse.

Il Double Split del 2004 è stato il primo cronografo meccanico al mondo con doppia funzione rattrapante. Presentava due lancette cronografiche e due lancette rattrapanti ed entrambe le coppie potevano essere fermate separatamente. Inoltre, le lancette rattrapanti ferme potevano ricongiungersi a quelle del cronografo ancora in funzione. Ciò consentiva misurazioni meccaniche, comparative e intermedie, di eventi della durata massima di 30 minuti.

Il Triple Split del 2018 introduceva una nuova dimensione della misurazione del tempo. Era infatti il primo cronografo meccanico rattrapante al mondo che consentiva misurazioni comparative di più ore. Questo era possibile grazie al meccanismo a triplo rattrapante per secondi, minuti e ore. Poteva misurare e confrontare con precisione tempi singoli e additivi, un numero illimitato di tempi intermedi e di riferimento e due eventi avviati contemporaneamente, che duravano fino a dodici ore. Il tutto con la precisione di un sesto di secondo.

Infine, del 2020 è il primo rattrapante “basico”, il 1815 Rattrapante Honeygold “Homage to F. A. Lange”, di cui la nuova referenza è la diretta discendente. Lanciato come parte della trilogia “Homage to F.A. Lange”, celebrativa del 175° anniversario dell’alta orologeria sassone, il 1815 Rattrapante era l’unico dei tre pezzi a essere un modello completamente nuovo: il primo cronografo rattrapante puro della manifattura, sorprendentemente snello per i suoi standard. Un’edizione, quella dell’anniversario con cassa in oro e quadrante nero, esaurita rapidamente.

Edizione… un po’ meno limitata

Il nuovo 1815 Rattrapante di A. Lange & Söhne ha invece la cassa in platino e il quadrante in argento massiccio. Una combinazione piacevole e per così dire familiare, spesso vista sui modelli meno complessi del marchio. La livrea argento e blu è infatti rara per i cronografi Lange, che tendono ad avere quadranti di colore scuro.

Il 1815 Rattrapante è degno di nota anche perché l’originale in Honeygold era limitato a soli 100 esemplari, mentre per la nuova referenza ne sono previsti 200. Questo orologio, così come quello del 2020, meriterebbe secondo me un pubblico più ampio, perché attraente da più punti di vista.

A partire dal fatto che è sottile e sobrio, a differenza della maggior parte dei complicati di Lange. Vanta comunque un movimento con la profondità visiva e le decorazioni impeccabili tipiche del marchio. Detto questo, comprendo alla perfezione A. Lange & Söhne quando dichiara che “data la sua complessità orologiera, questo capolavoro è limitato a un’edizione globale di 200 esemplari”.

La disposizione verticale dei contatori è la medesima dell’edizione 2020, ma in più rivela le origini del movimento di base, l’L101.1 del 1815 Calendario Perpetuo Rattrapante. L’L101.2 del 1815 Rattrapante rimuove il meccanismo del calendario: in questo modo riduce ulteriormente lo spessore del movimento, preservando la meccanica visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro.

Il calibro del 1815 Rattrapante in puro stile A. Lange & Söhne

Il calibro di manifattura Lange L101.2 a carica manuale è dotato di due lancette cronografiche centrali sovrapposte: quella del cronografo, in acciaio rodiato, e quella del rattrapante, in acciaio azzurrato. Entrambe si avviano insieme premendo il pulsante a ore 2. La lancetta del rattrapante può ora essere arrestata indipendentemente da quella del cronografo premendo il pulsante a ore 10 e quindi risincronizzata con essa.

Una facilità di utilizzo che deriva da un calibro realizzato secondo gli standard elevatissimi del marchio, ma che manca di quell’approccio eccessivamente ingegnerizzato che è classico di A. Lange & Söhne. Per esempio, non utilizza un isolatore per la funzione rattrapante, che riduce la resistenza quando le misurazioni dei secondi sono separate. E si affida a una molla elicoidale cilindrica per il meccanismo di reset. Dettagli tecnici che vanno a vantaggio dello spessore del movimento: solo 7,4 mm.

Sebbene l’L101.2 sia meccanicamente identico al movimento incassato nell’edizione celebrativa “Homage to F. A. Lange”, tuttavia è rifinito in modo diverso. Al posto della finitura satinata riservata alle edizioni limitate, i ponti sono decorati con le classiche strisce di Glashütte (Côtes de Glashütte le chiamano alcuni, per sfottere le Côtes de Genève degli svizzeri), che conferiscono loro l’estetica tipica di Lange.

Altro punto di eccellenza nella lavorazione del calibro è la finitura manuale ad anglage dei bordi periferici e dei lati superiori dei componenti mobili del cronografo rattrapante, come le leve e le molle. Questo tipo di finitura, che prevede uno smusso a 45 gradi della parte lavorata, la rende più bella ma non è un vezzo estetico. Ha un fine pratico: evita la presenza di spigoli vivi che in caso di urti potrebbero rompersi, liberando nella cassa piccoli pezzi di metallo, letali per il funzionamento del calibro. Non è un lavoro per tutti: solo gli artigiani esperti riescono a lucidare a mano gli angoli.

Come sempre, vi rimando alle didascalie per ulteriori dettagli sul calibro Lange L101.2 e sul 1815 Rattrapante. Il prezzo non è disponibile, ma dovrebbe essere in linea con quello dei complicati di A. Lange & Söhne (la versione in Honeygold costava 130mila euro).

In chiusura, torno alla mia amica che associava il rattrapante al brivido. Sempre a lei, la parola tourbillon faceva venire in mente le giostrine su cui andava da piccola: chissà che non mi sia da spunto per aprire il prossimo pezzo su questa complicazione… Magari proprio di un Lange.