Attualità

Mido Multifort Powerwind Chronometer: dal passato al futuro

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Il drammaturgo inglese Thomas Holcroft scrisse una volta che “il passato è un segnale di direzione, non un palo dove appoggiarsi”. Senza saperlo, aveva ideato quello che potrebbe essere il pay-off del Mido Multifort Powerwind Chronometer. È una delle novità lanciate questa estate dal marchio del Gruppo Swatch, che a differenza di altri brand ha scelto la bella stagione per presentare begli orologi. Pezzi che, nel caso del Multifort Powerwind Chronometer, hanno anche un bel passato.

Mido all’avanguardia già negli anni ‘50

Correva l’anno 1954 e, come molti settori, anche quello degli orologi da polso era in pieno fermento innovativo, sulla spinta dell’entusiasmo e della voglia di rinascita che seguirono la fine della Seconda Guerra Mondiale. Era il momento giusto per sperimentare e lanciare nuovi prodotti, anche servendosi di tecnologie sviluppate nei decenni precedenti. Così fece Mido, presentando il suo Powerwind.

Nelle reclame dell’epoca, di cui potete vedere un paio di esempi nella galleria fotografica, non si portava l’attenzione tanto sull’estetica dell’orologio, quanto sui contenuti tecnici. Il nuovo calibro 917P era assemblato con meno della metà dei componenti che costituivano il suo predecessore (7 contro 16, per limitarsi a quelli principali), quindi offriva una manutenzione più semplice. Poteva inoltre contare su una spirale mai vista, frutto di una ricerca tecnologica rara a quei tempi. Montato su 17 rubini, aveva una frequenza di 18.000 alternanze orarie e un’autonomia di 41 ore.

Fin dagli anni ’20, Mido cercava infatti di produrre un orologio per “vincere le esigenze della vita moderna”: resistente agli urti, all’acqua, alla polvere, al magnetismo, agli sbalzi di temperatura, ai profumi, agli olii e ad altri prodotti chimici. Il Multifort, realizzato in numerosi modelli dal 1934 in poi, fu la prima di molte innovazioni che costruirono la reputazione tecnica dell’azienda.

Nel 1935 Mido lanciò un orologio da polso automatico – non il primo, ma sicuramente uno dei più affidabili tra i primi automatici. E due anni dopo fu la volta del Permadur, che prendeva il nome dalla innovativa lega con cui era fatta la spirale. Una lega dalle particolari proprietà elastiche e antimagnetiche, sviluppata apposta per essere quasi indistruttibile, visto che la fragilità era da sempre il tallone d’Achille delle molle del bilanciere.

Un calibro che ha il suo perché

Un riassuntino da secchione per farvi capire da quale continuo lavoro di ricerca e sviluppo su materiali e tecnologia nacque, nel 1954, il sistema Powerwind per gli orologi automatici, che abbinava una costruzione più semplice a una maggiore autonomia. Quello stesso nome è oggi riportato alla luce dalla Marca nel Mido Multifort Powerwind Chronometer che, come potete intuire, ha ancora qualcosa in più rispetto al predecessore.
Il calibro automatico che lo anima è infatti un Eta 2836-2 certificato cronometro dal Cosc, il Côntrole Officiel Suisse des Chronomètres, che ne assicura la precisione (per quanto possibile, come potete ben leggere qui). Lavora a 28.800 alternanze/ora e ha un’autonomia di 38 ore.

Mido ha in casa un movimento eccezionale per qualità e resistenza, quel Calibro 80 da 80 ore di autonomia che è frutto delle sinergie rese possibili da un colosso come Swatch Group. Una tecnologia condivisa con altri marchi della famiglia come Tissot e Rado che qui, però, Mido ha scelto di non usare, affidando la qualità dell’orologio alle mani del Cosc e a un Eta. Una scelta che ritengo coraggiosa e logica, perché in linea con la filosofia che ha ispirato la riedizione di questo orologio. E dimostra quanto il marchio sia consapevole della qualità di ciò che produce.

L’estetica del movimento è arricchita dalla massa oscillante decorata a Côtes de Genève e personalizzata dal logo Mido. Purtroppo non è visibile, perché il fondello è in acciaio, chiuso, e ha inciso sul bordo esterno il numero progressivo dell’edizione limitata. Sbadato come sono, mi ero scordato di scrivere che l’orologio è prodotto in 1954 esemplari. Il perché di questo numero mi pare evidente…

Ma il Mido Multifort Powerwind Chronometer è anche bello…

I più attenti di voi avranno notato che in questo articolo ho un po’ cambiato il mio approccio all’orologio. Normalmente comincio scrivendo del cosiddetto habillage – parola un po’ fighetta che si usa per definire l’estetica di cassa, quadrante e bracciale -, finendo con il calibro. Eccomi ora, invece, a parlare del colpo d’occhio e delle finiture del Mido Multifort Powerwind Chronometer dopo aver scritto del movimento.

Comincio dal quadrante, che modernizza alcuni elementi estetici del suo predecessore come per esempio la bombatura. Il colore è un bel blu profondo con lavorazione soleil, sul quale sono applicati gli indici color oro rosa, sfaccettati e lucidi, che creano contrasto con la superficie scura. Belli anche il logo Mido vintage a ore 12 e la scritta Powerwind a ore 6, nei caratteri tipografici originali degli anni ’50.

Le lancette di ore e minuti in oro rosa hanno la forma cosiddetta ad Alfa, come nell’originale modello da uomo del 1954. Il datario in formato day-date a ore 3 è a mio avviso piuttosto ingombrante (non c’era la data nei modelli del ’54) e rompe l’armonia dell’insieme. Ma del resto bisogna accontentare un po’ tutti, anche coloro i quali non possono fare a meno di usare l’orologio per sapere che giorno è…

La cassa è in acciaio con lavorazioni lucide e satinate e ha un diametro da 40 mm: lontano dalle misure amate negli anni ’50 e più in linea con i gusti moderni, ma tutto sommato una dimesnione equilibrata. Niente cinturini per il Mido Multifort Powerwind Chronometer, perché è disponibile solo con bracciale in acciaio con chiusura a farfalla e pulsanti di sicurezza. Un bracciale molto morbido, con un design a chicchi di riso: le cinque file centrali sono lucide, le due laterali satinate. Meglio così: penso che un cinturino in pelle o in alligatore avrebbe mortificato lo spirito rétro dell’orologio.

In sintesi…

Il Multifort Powerwind Chronometer è in definitiva un orologio che solo Mido poteva creare. Perché è un oggetto curato, discreto, con un’anima e un look che non scimmiottano il passato ma lo attualizzano. E perché, con i suoi 1.160 euro, si inserisce in una fascia prezzo congeniale al portafoglio del Marchio di Le Locle. Un ottimo modo per staccarsi dal palo del passato e puntare dritto al futuro.