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Breitling Top Time Classic Cars, la scuderia si allarga

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Avete presente che cosa è un fiume carsico? Ma sì, dai, quello che scava nel profondo le rocce calcaree, che scorre sotto di esse, sbuca di quando in quando alla vista e poi torna a nascondersi… Ecco, per Breitling il Top Time è più o meno così: attraversa la storia del marchio emergendo ogni tanto con modelli nuovi e inaspettati, sempre in puro stile Breitling. Lo ha fatto anche con la collezione Breitling Top Time Classic Carspresentata nel 2021, che oggi ospita un nuovo cronografo. Prima di parlarne, però, penso sia utile capire perché è così importante per il Brand. Mettetevi comodi, perché per capirlo bisogna tornare indietro di una sessantina d’anni.

Aria di rivoluzione

Una storia cominciata in un periodo, gli anni ’60, di pieno fervore artistico e sociale. Un decennio nel quale la spinta vitale e innovatrice dei giovani si fece sentire più forte che nelle generazioni precedenti, decisa a rivoltare il mondo come un calzino usato. A loro, ai sogni e alla visione della vita che ribollivano sotto a quei capelloni, parlava Willy Breitling quando immaginava il Top Time.

Un orologio che doveva essere dinamico, sportivo, tecnico. Soprattutto diverso. Perché diverso dal precedente era il pubblico cui si rivolgeva. Come disse Herr Breitling, «i giovani non compreranno il tipo di orologio che indossa il loro papà. Saranno interessati a un orologio da competizione con quadranti particolari e pulsanti. Un orologio che “colpirà i ragazzi”, un orologio che sia allo stesso tempo imponente e davvero elegante». Con tre frasi aveva disegnato già il Top Time.

Breitling Top Time: il destino nel nome

Il cronografo fece il suo debutto sul mercato nel 1964, dopo che Breitling aveva presentato i primi modelli nel 1962. Già la scelta del nome era una straordinaria trovata di marketing e una figlia dei tempi. Un nome inglese, perché quella era la lingua dei giovani, che rimandava alla Swinging London, la città madre di tutte le rivoluzioni culturali e di costume del tempo. E, sarà un caso, ma proprio uno degli inglesi più celebri, James Bond, indossò un Breitling Top Time nel film Thunderball, del 1965.

Il cronografo a due contatori era proposto con tre diverse scale esterne, in base alla richiesta del cliente: tachimetrica, pulsometrica o decimale. I primi calibri a essere incassati erano dei Venus, a quali seguirono poi negli anni i Valjoux (che aveva acquisito Venus nel 1966), senza però che i primi fossero abbandonati del tutto. Calibri manuali, robusti e precisi.

I quadranti e le casse

Ma ciò che rese così inconfondibile negli anni il Breitling Top Time furono soprattutto i quadranti e le casse. I primi alternavano look classici a look più audaci, con un assortimento che cercava di incontrare i gusti di una clientela giovane e attenta allo stile. Una clientela che cominciava a considerare l’orologio più come un accessorio che come uno strumento.

Celeberrimo il quadrante soprannominato “Zorro” per via del particolare design che incorniciava i due contatori del crono e che ricordava la maschera dell’eroe di Don Diego de la Vega. Un design ripreso dalla referenza A23310121G1X1 del 2020.

Le casse, invece, virarono anche verso la forma quadrata, poiché Willy Breitling pensava a un pubblico femminile, più attento alla moda e al design e meno tradizionalista nei gusti. Il Top Time quadrato, con quella cassa fuori dal coro, fu abbinato ben presto a diversi metalli e quadranti, arrivando così a interessare anche agli uomini che avevano stile e personalità.

Breitling Top Time Classic Cars, la collezione si allarga

Tutto questo per dire che cosa? Che il Breitling Top Time è tornato, ancora una volta. E, come ho scritto all’inizio, è tornato nella collezione Top Time Classic Cars. Se avete cliccato il link presente nel primo paragrafo dell’articolo, avete visto com’era la collezione un anno e mezzo fa. Tre orologi, ciascuno dedicato a una mitica supercar americana degli anni ’60: Ford Mustang, Chevrolet Corvette, Shelby Cobra. Oggi, a questi tre si aggiunge il cronografo dedicato alla Ford Thunderbird. Tutto qui, direte voi? Non proprio. Perché non si tratta solo di un nuovo ingresso ma di un restyling pressoché totale della collezione.

Il nuovo entrato è caratterizzato da un quadrante bianco con i tre contatori tono su tono e dal cinturino rosso fiammante, il cui accento si ritrova nella lancetta dei secondi del cronografo e nello spicchio sulla scala tachimetrica. Qui, le tacche con un mix di rosso mattone tenue e arancione attirano l’attenzione sugli elementi del cronografo. Da questi blocchi di colore al rosso opaco della lancetta centrale dei secondi del crono, i toni caldi danno energia al design mentre rafforzano il tema automobilistico.

Breitling bilancia queste tonalità infuocate con un uso giudizioso del turchese – un colore profondamente legato alla linea Thunderbird – per la lancetta dei secondi continui a ore 9 e per il logo Ford Thunderbird stampato a ore 12. I contatori a ore 3, 6 e 9 hanno la forma che il Brand chiama “squircle”, né quadrati (square) né tondi (circle). Questa forma e la loro svasatura rievocano i contagiri vintaage dei cruscotti delle auto. Un tratto comune a quelli degli altri 3 cronografi, così come comune è il restyling.

Restyling importante

Se prendete gli orologi della collezione 2021 e li affiancate a questi, è del tutto evidente. Indici a bastone ora più lunghi e visibili, scala tachimetrica rifatta e armonizzata su base 400, contatori più grandi, una finitura diversa del colore dei quadranti. E poi le casse.

In acciaio, impermeabili fino a 10 bar, hanno tutte lo stesso diametro (41 mm) e lo stesso spessore (13,8 mm). Nella precedente collezione, la cassa del modello Shelby Cobra era da 40 mm, le altre due da 42 mm. Ho provato quelli nuovi e vi assicuro che vestono quasi come un 39 mm, merito proprio delle proporzioni della cassa riviste per una migliore indossabilità.

Il maquillage non è solo estetico, ma anche di sostanza. Al posto dei calibri B25 e B41 di fornitura, che equipaggiavano i vecchi Breitling Top Time Classic Cars, i nuovi sono tutti mossi dal movimento automatico di manifattura B01. Il che significa 70 ore di autonomia, 28.800 alternanze/ora, certificazione di cronometro COSC. Visibile attraverso i fondelli in vetro zaffiro, ciascuna massa oscillante è personalizzata con i loghi delle quattro auto.

Il prodotto c’è. E si vede

Per il resto vi rimando alle didascalie e chiudo con una considerazione. Rinfrescare il look di un prodotto è sempre una buona cosa, anche a distanza di pochi anni come per il Breitling Top Time Classic Cars. In questo caso, l’aggiornamento è stato dettato principalmente da un fattore tecnico, ossia il cambio del movimento, che ha portato anche a uno spostamento dei contatori.

Poi c’è stato l’ingresso del nuovo modello, che ha arricchito la collezione e portato un nuovo colore, se vogliamo più rassicurante. Il tutto, però si è tradotto in un rialzo dei prezzi. Se gli orologi della collezione 2021 costavano 5.330 euro, questi ne costano 7.550 con il cinturino in pelle e 7.950 con il bracciale in maglia milanese. Pelle su pelle significa circa il 42% in più.

Però, alla presentazione in anteprima della collezione a noi della stampa, da Breitling ci è stato detto che i retailer non hanno battuto ciglio di fronte ai nuovi listini. Bene, dico io: il prodotto c’è, e se la sicurezza che il Brand ha nei suoi confronti è confermata da chi poi lo deve vendere al cliente finale, è un buon segno. Il segno che, ogni qual volta torna a scorrere in superficie, il fiume carsico del Breitling Top Time lava via i dubbi e lascia la sostanza, ossia che a contare è solo il prodotto. Se questo funziona, il resto sono chiacchiere.