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Lion Astroclock: il tempo simbolico di Chanel

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Non solo esemplari da polso. Negli ultimi anni l’orologeria Chanel ogni tanto divaga dal proprio corso principale, per concedersi qualche artistica digressione nell’ambito degli orologi da tavolo. Penso, per esempio, alle varie pendulette Coco Clock, Lion o Mademoiselle Privé, ma più ancora al Chronosphere, realizzato con la manifattura L’Epée nel 2018. Non stupisce quindi il nuovo Lion Astroclock, presentato in questa edizione di Watches and Wonders Geneve, in tema con l’intera collezione 2023, Interstellar. O meglio, stupisce eccome: ma non per il genere cui appartiene, piuttosto per come è fatto.

Omaggio a Gabrielle Chanel

A prima vista sembrerebbe quasi un planetario, in realtà è un “solo tempo” estremamente scenografico. In pratica si tratta di una base con una scultura a forma di leone, sovrastata da una grande boule trasparente che racchiude il movimento e il display dell’orologio. Display e non quadrante, dato che un quadrante vero e proprio non esiste. Al suo posto c’è invece una sfera nera rotante simile a un pianeta, decorata da una stella di diamanti che indica l’ora. Mentre i minuti sono riportati da una lancetta che riprende la forma della costellazione del Leone e ruota lungo l’equatore celeste, i secondi sono rappresentati da un cristallo di rocca tagliato a briolette, il cui moto segnala l’effettivo funzionamento dell’orologio.

Bene. Chiunque abbia una minima conoscenza dell’orologeria Chanel avrà già capito che gli elementi compresi nel Lion Astroclock non sono affatto casuali. Fanno tutti riferimento a Mademoiselle Coco, a ciò che credeva, a ciò che amava, agli oggetti di cui si circondava. Donna di cultura, accanita lettrice di classici e testi di spiritualità, affascinata dall’esoterismo (interesse trasmessole da Boy Chapel, il grande amore della sua vita), Gabrielle Chanel era un’esteta che coltivava il proprio gusto nei circoli degli artisti. E fin da giovane si costruì un mondo fatto di segni, simboli, misteri. Come ha scritto la nipote Gabrielle Palasse-Labrunie: “Senza simboli non c’era nulla… I simboli erano ovunque: nelle sue convinzioni, nel suo appartamento, nei suoi gioielli e portafortuna, nel suo stile”.

(S)oggetti del cuore

A cominciare dall’animale feticcio, il Leone. Perché Mademoiselle Coco era nata il 19 agosto e il Leone era il suo segno zodiacale. Ma più ancora era un richiamo alla sua amata Venezia. Una città visitata in un periodo difficile, con l’amica Misia e il marito di lei, Josep Maria Sert, che le aveva fatto da guida fra le opere dei grandi maestri della pittura, i mosaici bizantini, gli splendori architettonici. Affascinante e misteriosa, con il suo dedalo di calli e canali sorvegliati dall’emblematico Leone di San Marco, la Serenissima fu per lei come un balsamo lenitivo. E divenne fonte d’ispirazione senza fine per la grande couturière, che cercò di ricrearne la magia anche nei suoi spazi privati. Così, nello studio al 31 di rue Cambon dove trascorreva le giornate, il Leone è ancora oggi onnipresente, dipinto o scolpito in pietra, marmo, bronzo.

E poi gli astri: le stelle, la luna, il sole, le costellazioni. I soggetti della preziosissima collezione Bijoux de diamants, l’unica di Alta Gioielleria creata da Mademoiselle Coco e lanciata nel 1932. Una cinquantina di pezzi unici, coi diamanti montati nel platino e nell’oro giallo, per un valore di 20 milioni di franchi dell’epoca. Una collezione ispirata dalla sua passione per l’astrologia o semplicemente dal cielo sopra Parigi. La leggenda racconta che, in una notte stellata, mentre Mademoiselle camminava negli Champs-Elysées, guardò in alto e disse: “Voglio rivestire le donne di stelle…”. E così fece. Tra l’altro creò esemplari celeberrimi – tipo il collier Comète – che hanno fatto la storia del costume. E sono rimasti a fondamento delle creazioni della Maison fino ai nostri giorni, reinterpretati in innumerevoli pezzi ogni volta diversi. Così come il Leone, del resto.

E ancora le cifre arabe. Gabrielle Chanel credeva nella numerologia e aveva eletto il 5 come proprio numero fortunato. Nel suo universo quasi cabalistico il 5 aveva il significato della perfezione, ma rappresentava anche la volontà, l’intelligenza, la genialità che conducono all’evoluzione, al progresso, all’ascesa interiore.
Infine il cristallo di rocca. Un materiale amato da Mademoiselle per la trasparenza, in quanto simbolo di purezza – caratteristica essenziale, insieme all’opulenza, della sua estetica. Nell’appartamento parigino lo si ritrova in numerosi complementi d’arredo: dagli elementi dei lampadari ai decori degli specchi ottagonali, fino alle sfere di cristallo. Oggetti quasi sempre presenti in coppia, per rispettare quell’ordine di equilibrio e simmetria che governa tutte le stanze.

Le caratteristiche del Lion Astroclock

In quest’ottica dunque i diversi componenti del Lion Astroclock assumono un particolare senso e valore. E il Direttore dello Studio de Création Horlogerie de Chanel Arnaud Chastaingt li ha miscelati, distillati in un design modernissimo, quasi futuristico. Per intenderci, il grande felino si trova al centro di un’architettura essenziale: un telaio a forma di parallelepipedo in ottone, prodotto con una fresatrice per ottenere il massimo della precisione di taglio, annerito con un trattamento di superficie e infine lucidato. A sua volta, il Leone è composto da tre parti: il corpo, la coda, la palla sotto la zampa. Anch’esse fatte interamente di ottone, lavorato (o meglio sfaccettato) a macchina e poi annerito.

La parte superiore invece è una sfera di cristallo di estrema qualità e del tutto priva di imperfezioni, quasi fosse vetro ottico (in realtà è in vetro zaffiro). La boule, dall’aspetto leggerissimo e arcano, è attorniata da una struttura circolare, simile a un anello di Saturno. Non un semplice decoro. Serve per far ruotare la sfera su se stessa e avere così accesso al sistema a chiave funzionale alla ricarica e alla rimessa all’ora. All’interno racchiude una sorta di microcosmo o realtà parallela, in cui il pianeta nero rotante compie un giro completo in 12 ore. La stella fissa – una cometa molto simile all’omonimo collier – è in oro bianco tempestato di diamanti taglio brillante, di diversa caratura (per un totale di 0.70 ct).

Al di sotto si staglia la costellazione del Leone, formata da 9 diamanti taglio brillante (1.60 ct) incastonati alle estremità di segmenti in metallo. La stella in corrispondenza della coda, chiamata Denebola nelle mappe celesti, indica i minuti riportati sulla circonferenza interna. Ovviamente l’intera costellazione compie una rotazione completa su se stessa in 60 secondi. Quanto ai secondi, invece, sono sostituiti – come dicevo – da un grande cristallo di rocca interamente sfaccettato, tagliato a briolette. La rotazione su se stessa della gemma non indica il tempo trascorso, ma permette di intuire a colpo d’occhio se l’orologio è in funzione.

Il calibro del Lion Astroclock

Alla particolare visualizzazione corrisponde un altrettanto particolare movimento. Concepito e disegnato dai progettisti dello Studio de Création Horlogerie de Chanel, ha richiesto tre anni di sviluppo dall’ideazione al primo prototipo. Ed è stato sviluppato e realizzato dalla manifattura L’Epée 1839: specializzata proprio in calibri per orologi da tavolo, è tra le poche in grado di dar vita a simili “sculture orologiere cinetiche”. Il suo operato è ben chiaro in alcuni precedenti creati per le “macchine” di MB&F: come The Starfleet (ispirata alla stazione spaziale Deep Space Nine di Star Trek), la Medusa, o ancora i robottini Sherman, Melchiorre o T-Rex.

A carica manuale, il calibro del Lion Astroclock ha un’autonomia di 8 giorni. Non dev’essere stato facile per i progettisti della Manifattura venire a capo di una serie di questioni imposte dalla complessa architettura. La lancetta dei minuti, per esempio, è un’intera struttura rotante che deve aver posto non pochi problemi in termini di peso e di bilanciamento dei componenti, oltre che di consumo energetico. La lunghezza dei singoli segmenti e il fatto che l’intera struttura sia incastonata con 9 diamanti, poi, ha comportato la selezione di un metallo leggero, ma rigido e resistente. I tecnici della Maison quindi hanno optato per una lega specifica di rame-berillio, con un’ottima resistenza meccanica e dalle proprietà comparabili a quelle di certi tipi di acciaio.

Un segno distintivo del movimento, comunque è l’impianto verticale, sorretto da pilastri e da grandi ponti circolari, anch’essi anneriti da un trattamento di superficie. Questi ultimi basterebbero da soli a definire la paternità della meccanica, perché riflettono la costruzione del Calibre 1 che equipaggia il Monsieur. Cioè il primo movimento in-house di Chanel, caratterizzato proprio da un ponte centrale. Per la cronaca, devo aggiungere che il simbolo dell’Alta Orologeria della Maison è proprio un Leone.

Conclusioni

L’eccezionalità della creazione si riflette anche nella tiratura estremamente limitata: il Lion Astroclock è prodotto in 5 esemplari destinati a un pubblico di fortunati collezionisti. Il prezzo di vendita si aggira attorno ai 390mila franchi svizzeri. Solo per pochi, amanti degli oggetti d’arte.