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Bulova Curv, storia e preistoria del “quarzo” curvo ad alta frequenza

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La presentazione dei nuovi modelli 2023 del Bulova Curv è l’occasione per ripercorrere brevemente la storia di questo originale movimento cronografico al quarzo di forma incurvata. Nato nel 2016, rispondeva alla necessità di rendere ben vestibili le dimensioni abbastanza importanti – 44 mm – degli orologi da uomo.

Back to the Thirties

L’idea invero non è del tutto originale. Sul mercato si trovano molti esemplari con cassa curva per meglio adattarsi alla forma del braccio, specie per quello più esile, femminile. Spesso però racchiudono movimenti molto piccoli che occupano solo la parte centrale della cassa stessa, quasi sempre dal formato rettangolare molto allungato.

È esistito però nel passato un movimento veramente curvo: creato dalla Gruen negli anni ‘30, si chiamava Curvex e fu la base per realizzare differenti tipi di cassa, eleganti e ben proporzionati. In realtà l’azienda americana produsse vari calibri Curvex: il 311, il 330, il 370 e il 440, tutti a carica manuale e di dimensioni leggermente diverse tra loro.

…and return

Con il diffondersi dei movimenti elettronici, la questione sembrava superata: il quarzo permette spessori ridotti e si adatta a ogni cassa, perfino a quelle dalle linee concave. Nel nuovo Millennio, tuttavia, la moda delle dimensioni sempre più importanti – tanto che i 38 mm della cassa da uomo sono diventati la norma anche sui polsi femminili – ha posto di nuovo il problema dell’adeguata vestibilità per gli esemplari di proporzioni più generose.

Bulova non si è fatta sfuggire l’occasione per un esercizio di stile: e ha creato il primo – e tuttora unico – movimento cronografico curvo presente sul mercato. Per svilupparlo, si è servita di un’altra innovazione realizzata “in casa” di recente: il quarzo ad alta frequenza, il cosiddetto Precisionist, che vibra a 262 kHz. La scelta del quarzo, oltretutto, offre il vantaggio di rimanere in una fascia di prezzo popolare.

Nel quarzo si torna a innovare

Dopo decenni di scarsa innovazione, dunque, nel settore dei movimenti al quarzo finalmente si è mosso qualcosa. La faccio breve. Durante la fase dei cosiddetti “paleoquarzi”, seguita alla presentazione dei primi orologi di questo tipo – Seiko nel 1969 e gli svizzeri nel 1970 –, si sono avvicendate svariate soluzioni, con una frequenza da 8192 Hz fino a 2,4 MHz, e con ogni sorta di motore. Quindi, indicativamente dal 1975 in poi, l’industria delle lancette si è adagiata sui quarzi da 32.768 Hz e sui motori passo-passo Seiko-Lavet.

Tuttavia Bulova, dopo l’acquisizione da parte di Citizen Group, nel 2007, ha dato una smossa al sistema ed è tornata a proporre movimenti al quarzo dalla frequenza più elevata, che aiuta a migliorare la precisione.

Nel 2010 quindi propone il Precisionist con un inedito quarzo da 262.144 Khz: una frequenza 8 volte più elevata dei “soliti” 32.768 Khz e che garantisce uno scarto inferiore a 10 secondi l’anno, circa 10 volte migliore rispetto a un quarzo tradizionale. Per raggiungere questa frequenza, Bulova ha tagliato il quarzo in modo diverso dal solito: anziché utilizzare la tradizionale forma del diapason, ha scelto una forma a forchetta con tre rebbi. Per dare un’idea della differenza, nei “paleoquarzi” dei primi anni ‘70 i quarzi avevano una forma a parallelepipedo ed erano tagliati a mano. Al giorno d’oggi invece sono litografati (e non sono neppure di quarzo, nonostante il nome, ma di materiale ceramico).

Raggiunta la precisione, ecco il crono

Utilizzando il Precisionist, Bulova ha realizzato una grande varietà di modelli, il più bello dei quali probabilmente è l’Accutron II. Lanciato a Baselworld 2014, era animato dal calibro BA101.10 – all’epoca definito come tecnologia Uhf. Con il suo aspetto che ricorda lo Spaceview – privo di quadrante e col movimento a vista – e con la lancetta dei secondi centrali che avanzava fluidamente 8 volte al secondo, riportava alla mente gli Accutron originali. E i loro 300 Hz, che assicuravano un movimento dei secondi pressoché continuo all’occhio umano.

Dopo aver realizzato il movimento solotempo, però, Bulova ha fabbricato anche una serie di movimenti cronografici, alcuni dei quali in grado di misurare perfino i centesimi di secondo. Per contenere i consumi elettrici nei movimenti cronografici, abitualmente la lancetta dei secondi si muove “solo” due volte al secondo. Il che scandisce l’avanzare a scatto tipico dei quarzi.

Raggiunto il crono, lo si incurva

Il passo successivo era rendere il movimento cronografico un esercizio di stile anche dal punto di vista estetico. Ecco quindi l’idea di incurvare il movimento per adattarlo meglio al polso. Nasce così il Precisionist Curv, montato nei primi modelli Bulova Curv che escono sul mercato nel 2016, appunto.

La curva del calibro va dalla cima al fondo, dalle ore 12 alle ore 6; la sommità è al centro. Per ottenere questo risultato, i progettisti hanno lavorato in maniera piuttosto furba: per prima cosa hanno realizzato un movimento comunque compatto, concentrato al centro della cassa. Dopodiché, per contenere lo spessore complessivo, non hanno previsto la lancetta dei secondi centrali. I piccoli secondi a ore 6 funzionano come secondi continui quando il cronografo non è attivo, e passano a misurare i secondi crono quando è in funzione.

Infine, i tecnici Bulova hanno sistemato i due contatori crono dei minuti e delle ore a ore 9 e 3, quindi in parallelo all’asse centrale, dove perciò non c’è curvatura e non si pongono problemi nei ruotismi. Alla fine, l’unico asse non parallelo agli altri è quello dei piccoli secondi a ore 6. Per capirci meglio, date un’occhiata allo schema tecnico riportato nella gallery in alto.

I nuovi Bulova Curv del 2023

Nel corso degli ultimi anni, sono usciti ulteriori versioni di Bulova Curv. Nel 2017 esce un femminile a tre lancette impreziosito da diamanti, nel 2018 sono arrivati gli scheletrati, nel 2021 è poi la volta di un esemplare “di forma”, rettangolare.

Il lancio di quest’anno invece riguarda tre nuove varianti più classiche: le referenze 96A297, 96A302, 96A301, non a caso chiamate Curv Dress. Tutt’e tre hanno il “solito” movimento curvo NR20, cassa da 44 mm di diametro e 10,4 di spessore, vetro zaffiro curvo che segue l’andamento della cassa. Il fondello è trasparente e il movimento a vista, anche se in questo caso il lato B è meno fascinoso. La differenza fra i tre modelli riguarda il quadrante: i primi due sono verde o blu con lavorazione “a doppia zona”, ovvero parzialmente lucida e parzialmente opaca; il terzo è color argento e in parte scheletrato. 

Tutt’e tre hanno poi un nuovo bracciale in acciaio. Dalla costruzione integrata, è composto da 5 maglie che garantiscono una buona “fluidità” al polso e un’ottimale ergonomia. Il bracciale si allaccia al polso con una fibbia déployante a doppio pulsante. Il prezzo, uguale per tutti gli esemplari, è di 850 euro.